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Verso le elezioni. Le proposte dei partiti su energia e ambiente
La campagna elettorale in vista del voto del 4 marzo è entrata nel vivo. Vediamo quali sono ad oggi le principali proposte delle forze politiche in materia di energia e ambiente, in attesa che il Ministero dell’Interno pubblichi i programmi depositati.
Forza Italia
Per quanto riguarda il centrodestra, Forza Italia guarda all’obiettivo della progressiva decarbonizzazione insieme alla neutralità delle fonti energetiche, pur prevedendo meccanismi premianti per le fonti realmente in grado di garantire la sostenibilità: in questo senso, l’impegno degli azzurri va verso il completamento del capacity market e il sostegno all’idroelettrico. Fra le priorità individuate, Forza Italia cita esplicitamente: una maggiore efficienza dei consumi nell’edilizia (attraverso un Piano nazionale per l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici); politiche pro rinnovabili; interventi per favorire l’economia circolare; la realizzazione di un programma nazionale per la mobilità urbana ecosostenibile (a partire da un Piano di investimenti per dotare i Comuni di almeno 100.000 colonnine elettriche); l’avvio di un mercato retail concorrenziale e competitivo senza prescindere dai diritti del cittadino-consumatore.
Partito Democratico
Venendo al centrosinistra, il Partito Democratico punta a dare a sostanza alla Strategia Energetica Nazionale: economia pulita, fonti rinnovabili, zero consumo di suolo sono i pilastri per giungere nel 2050 a un sistema energetico indipendente dai combustibili fossili. In particolare, tra le proposte del PD vi sono le misure per il Repowering/Revamping degli impianti da Fer esistenti (inclusa una semplificazione delle procedure autorizzative); l’impegno a proseguire con il corridoio di liquidità (ma con progetti equilibrati); la riduzione degli oneri di sistema; il tema dell’autoconsumo; una seria politica di efficientamento energetico degli edifici della pubblica amministrazione. Inoltre, i dem propongono un approccio sistemico alle rinnovabili termiche: non solo pompe di calore, ma anche una ricognizione delle potenzialità di teleriscaldamento, biomasse non inquinanti e solare a concentrazione.
Liberi e Uguali
La riduzione del gap sull’approvvigionamento di energia è un tema trasversale che trova d’accordo anche la sinistra di Piero Grasso, come ribadito dall’ex Presidente di Legambiente e oggi coordinatrice della campagna elettorale di Liberi e Uguali, Rossella Muroni. Difatti, il consolidarsi delle economie asiatiche sulla scena mondiale e l’incremento del fabbisogno energetico di qui al 2040 pongono la questione della dipendenza da queste aree, rendendo necessari interventi strutturali in grado di incidere sulla produzione di energia nel nostro Paese, con un occhio sia ai costi sia all’impatto ambientale. Il superamento della dipendenza dalle fonti fossili è il cavallo di battaglia della sinistra, che intende anche favorire l’autoproduzione da Fer all’interno di un “Grande Piano Verde” che preveda, tra le altre cose, la messa a punto di una strategia “rifiuti-zero”.
Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle ha elaborato una serie di proposte che mirano alla sostenibilità e all’indipendenza del sistema energetico italiano, in un percorso a tappe dal 2020 al 2050. L’obiettivo dichiarato del programma energetico dei pentastellati è “il passaggio dall’attuale modello centralizzato alla generazione distribuita” in cui “non solo i sistemi di trasformazione, ma anche le stesse fonti di energia si troveranno il più vicino possibile alle fonti di consumo”. Produzione e consumo, insomma, sarebbero gestiti “dalle singole comunità che dovranno autonomamente provvedere ai bisogni energetici dei propri cittadini e delle attività produttive ricadenti sul territorio”, riservando al Governo centrale il coordinamento e l’armonizzazione con le disposizioni dell’Unione europea. Nella visione dei 5 Stelle, le fonti rinnovabili sono lo strumento per raggiungere un simile assetto – sia per il settore elettrico che per quello termico – insieme all’efficientamento degli usi intermedi e finali di energia. Mentre le fossili sono il nemico per antonomasia e come tali vanno combattute, anche – sostengono – con l’introduzione di disincentivi che rendano possibile l’abbandono del carbone entro il 2020, del petrolio (ma ad esclusione del settore agricolo e dei trasporti) entro il 2030 e, infine, del gas entro il 2050.