Dalle Istituzioni, Efficienza energetica, Energia Elettrica, Gas, Idrocarburi, In Primo Piano, Produzione di Energia, Sostenibilità, Unione Europea
Unione Energetica europea tra sfide e potenzialità
Come si fa a rendere il sistema energetico europeo sicuro, sostenibile e competitivo? La politica europea di questi ultimi anni si è tradotta nel pacchetto Clima-Energia del 2009 con i tre obiettivi fondamentali del 20% entro il 2020 (c.d “Piano 20-20-20”): la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra rispetto a quelle del 1990, la promozione delle fonti rinnovabili nell’ambito del mix energetico e il miglioramento dell’efficienza energetica. Il Consiglio europeo di ottobre 2014 ha in seguito approvato i nuovi obiettivi clima energia al 2030: -40% emissioni di gas a effetto serra, con obiettivi vincolanti per gli Stati membri per i settori non-ETS; +27% rinnovabili sui consumi finali di energia, vincolante a livello europeo, ma senza target vincolanti a livello di Stati membri; 27% efficienza energetica, non vincolante ma passibile di revisioni per un suo innalzamento al 30%. La Commissione Europea provando a rispondere all’iniziale domanda, ha rinnovato il proprio impegno per una strategia energetica integrata e a febbraio 2015 ha lanciato l’ambiziosa Strategia Quadro dell’Unione Energetica o Energy Union. Lo scenario energetico si rivela complesso.
Per i prossimi decenni, infatti, l’Unione Europea continuerà ad importare grandi quantitativi di fonti fossi convenzionali, come petrolio, gas naturale e carbone, poiché la dipendenza dalle importazioni pesa ancora oggi per il 53% dei consumi finali. E queste importazioni, che ammontano annualmente a circa 400 miliardi l’anno, provengono per lo più da zone del Mondo instabili afflitte da guerre, disordini e regimi dittatoriali o corrotti. C’è quindi l’impellente necessità per l’Europa di avere una voce unica nel quadro globale al fine di esercitare un’influenza maggiore e operare un massiccio investimento per la produzione e trasmissione di energia di almeno 250 miliardi di Euro, secondo quanto dicono gli analisti del settore. Questo, in particolare, al fine di garantire la competitività del territorio europeo ed evitare la “fuga” delle industrie pesanti verso altri lidi. All’interno del settore energetico sono inoltre sempre più evidenti fenomeni che determineranno un cambiamento epocale, dalla crescita delle fonti rinnovabili, alla fratturazione idraulica, dall’e-mobility, ai prosumer e alle smart grid, e che richiederanno standardizzazione, una regolamentazione all’altezza, mercati aperti, e tariffe, prezzi e sussidi comparabili.
Il think tank europeo The European House – Ambrosetti (TEH-A) in collaborazione con Enel ha di recente presentato a Cernobbio le conclusioni della ricerca “Realizzare l’Unione Energetica europea. Proposte e raccomandazioni di policy per dare energia alla competitività dell’Europa” per offrire al policymaker europeo importanti indicazioni per un mercato comune e una politica europea integrata in materia di energia.
Diverse le criticità del settore energetico europeo riscontrate dalla ricerca soprattutto nel mercato interno dell’energia. Nel mercato all’ingrosso, dove la mancanza di segnali di prezzo di lungo periodo ha portato a decisioni di investimento inefficaci e, di conseguenza, ad una capacità di generazione elettrica installata non bilanciata in diversi Stati europei ed anche nel mercato al dettaglio, dove i prezzi dell’energia non sono commisurati ai costi e non sono in linea con l’obiettivo di decarbonizzazione a causa di forti differenze nelle scelte politiche nazionali, nei regimi fiscali e nel peso dei costi di sistema che generano distorsioni del mercato tra gli Stati Membri. Il successo a lungo termine della strategia di decarbonizzazione dell’UE, inoltre, passerà obbligatoriamente dalla riforma del sistema europeo di scambio di quote di emissione (European Union Emissions Trading Scheme – EU-ETS) e da un adeguato quadro competitivo in materia di fonti rinnovabili.
Sempre secondo TEH-A, oltre alla necessità di sfruttare a pieno il potenziale in materia di sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali, occorrono miglioramenti sui finanziamenti delle iniziative per l’efficienza energetica (come il risk sharing, linee di credito dedicate e il programma on bill repayment, ovvero il ripagamento in bolletta) soprattutto per promuovere l’efficienza in settori ad alto potenziale. Di più, il quadro di incentivi per la promozione dell’efficienza energetica ha ancora troppe ripercussioni sul costo delle bollette.
La ricerca TEH-A/Enel propone di:
- Armonizzare le norme europee con una logica top-down e quindi con una base normativa e istituzionale europea solida;
- Accelerare l’integrazione dei mercati energetici europei, anche attraverso meccanismi di cooperazione regionale;
- Razionalizzare il processo di completamento degli interconnettori europei sulla base di analisi costi-benefici;
- Stabilire una struttura di mercato coerente con gli obiettivi di de-carbonizzazione della UE, anche tramite l’adozione di contratti di lungo periodo;
- Definire criteri trasparenti e commisurati ai costi per la formazione di prezzi al dettaglio;
- Promuovere una nuova normativa per la digitalizzazione del sistema energetico europeo, ponendo le smart grid al centro di questo processo;
- Facilitare l’accesso ai finanziamenti per i progetti di efficienza energetica;
- Rendere l’Europa pioniere mondiale nell’applicazione, diffusione ed esportazione di tecnologie energetiche innovative.
Nonostante le criticità, lo studio sottolinea come gli sforzi compiuti in passato dalla Commissione Europea e dagli Stati Membri abbiano portato a ridurre gradualmente il peso della produzione da fonti convenzionali a favore delle fonti rinnovabili e a bassa emissione di CO2 (dal 1990 ad oggi le emissioni di gas serra si sono ridotte del 18% mentre la quota di energia da fonti rinnovabili è arrivata al 15%). La UE è quindi sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi prefissati in materia di energia e clima.
Comments (0)