Energia Elettrica, In Primo Piano, Post in evidenza, Rinnovabili, Unione Europea
Rinnovabili al 45% entro il 2030, via libera al nuovo target da parte del Parlamento europeo
Le energie rinnovabili sono al centro delle politiche programmatiche europee ormai da tempo e il processo di neutralità climatica che l’Europa intende conseguire entro il 2050 sembrerebbe non subire battute d’arresto, nonostante il conflitto in Ucraina abbia generato una crisi energetica senza precedenti che rischia di mettere in ginocchio il vecchio continente nei prossimi mesi.
Il 14 settembre il Parlamento europeo ha approvato con 418 voti favorevoli, 109 contrari e 111 astensioni una revisione della Direttiva Rinnovabili (nota anche come Direttiva Red II), documento programmatico che rende estremamente ambiziosi gli obiettivi europei in termini di transizione ecologica.
La nuova norma prevede difatti che entro il 2030 il 45% del consumo finale di energia dell’Unione europea dovrà provenire da fonti rinnovabili.
La Direttiva Rinnovabili sottolinea come per il conseguimento dei target sia necessario il soddisfacimento del binomio “cooperazione-collaborazione” tra gli Stati membri, soprattutto in un momento storico quale quello attuale dominato dall’incertezza e da fragili equilibri geo-politici.
In merito a tale aspetto, il testo approvato dagli eurodeputati prevede difatti che “gli Stati membri dovrebbero essere obbligati a sperimentare la cooperazione attraverso l’attuazione di progetti pilota entro dicembre del 2025 e di un terzo progetto entro il 2030 per gli Stati membri il cui consumo annuo di energia elettrica è superiore a 100 TWh”.
Giova, inoltre, rimarcare come l’importanza di una collaborazione tra gli Stati sia richiesta anche e soprattutto per quanto concerne la produzione di energia dai bacini marittimi, in particolare per l’eolico offshore e l’energia oceanica. A tal proposito la norma dispone che per poter raggiungere entro il 2050 l’obiettivo previsto dalla strategia per le energie rinnovabili offshore di 300 GW di energia eolica e di 40 GW di energia oceanica in tutti i bacini marittimi dell’Unione, gli Stati interessati dovranno definire congiuntamente la quantità di energia da produrre e definire un’area ad hoc nel loro piano di gestione dello spazio marittimo.
Tra le altre disposizioni in termini FER, si richiede agli Stati membri che almeno il 5% della produzione di energie rinnovabili entro il 2030 provenga da tecnologie innovative, aspetto di notevole rilevanza considerato l’apporto valoriale che il digitale è in grado di offrire alla transizione ecologica.
Un ruolo essenziale per la transizione energetica non dovrà essere svolto unicamente dalle Istituzioni ma anche dagli attori del sistema produttivo, quali il comparto industriale.
A tal proposito la Direttiva prevede che il settore dell’industria dovrebbe implementare l’utilizzo delle energie rinnovabili di almeno 1,9% come media annuale fino al 2030 e quello delle reti di teleriscaldamento del 2,3%.Si precisa che nelle prossime settimane si svolgeranno i negoziati tra il Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea che dovrebbero portare alla stesura del testo finale e che il 30 settembre ci sarà una riunione straordinaria del Consiglio energia dell’UE volto a definire un comune piano di contenimento dell’energia.