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Rilancio ed energia: gli spunti del “Piano Colao”
di Carlo De Nicola
Il “volano del rilancio”: questo il ruolo delle infrastrutture (energetiche e non) secondo il Rapporto della task force istituita lo scorso 10 aprile al Presidente del Consiglio (o “Piano Colao”, come spesso è chiamato sui media).
La premessa degli spunti in materia è la seguente: attirare investimenti sulle infrastrutture, in modo da ridurre lo svantaggio infrastrutturale del Paese. Uno svantaggio che il Rapporto valuta in 300 miliardi di euro e che, grazie ad opportuni interventi, può essere ridotto del 20-30% nei prossimi 18 mesi. Naturalmente, è necessario farlo nella maniera corretta, ovvero favorendo la transizione energetica e limitando gli impatti negativi in termini di consumo del suolo, in linea con gli obbiettivi europei.
Nel Rapporto si legge che “le infrastrutture tradizionali legate alla produzione e alla gestione di energia elettrica, gas e acqua sono la spina dorsale per lo sviluppo del Paese”. Necessario, quindi, mantenerle attive, funzionanti, efficaci ed efficienti. Allo stesso tempo, il Rapporto evidenzia le opportunità economiche legate allo sviluppo delle rinnovabili, necessario per via dei target climatici cui è vincolato il nostro Paese ma anche in grado di attirare cospicui investimenti privati.
C’è dell’altro: non basta stimolare gli investimenti, le infrastrutture devono avere “una marcia in più”. Per questo motivo, il Rapporto propone la creazione di un regime ad hoc per le infrastrutture che siano qualificate come “strategiche” – secondo una definizione da stabilire senz’altro a livello politico. Questo regime ad hoc dovrà assicurare la più rapida esecuzione dei progetti, anche tramite un’apposita unità di presidio ministeriale, e si costituirà di leggi e protocolli nazionali, non opponibili da enti locali. Specifici sotto-settori (quali la distribuzione del gas o il repowering degli impianti di produzione di energia rinnovabile) potrebbero essere oggetto di specifici interventi di tipo normativo/regolatorio.
Ancora, il Rapporto suggerisce di individuare incentivi per l’efficienza energetica e altre pratiche utili alla transizione energetica, come ad esempio l’auto-produzione di energia rinnovabile. Interventi di questo tipo sono pensati per stimolare ulteriormente la riqualificazione del parco immobiliare di privati, imprese e Pubbliche Amministrazioni, contribuendo al raggiungimento degli obbiettivi di riduzione delle emissioni.
Infine, l’economia circolare: su larga e piccola scala, il Rapporto consiglia di incentivare adeguatamente pratiche di riutilizzo dei rifiuti, sia per la generazione di materie prime seconde, sia per la produzione di energia (waste-to-energy) o vettori energetici (ad esempio, waste-to-hydrogen).