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Rifiuti, Italia ancora inadempiente. Sull’ambiente il record di infrazioni
Pende un’altra tegola sulla già non brillante modalità di gestione dei rifiuti su suolo italico. A fine giugno la Commissione europea ha infatti reso note le procedure di notifica o di infrazione inviate ai vari Paesi. A noi tocca la medaglia nera per le discariche. Con parere motivato complementare (ex art. 258 Trattato di Funzionamento dell’Unione europea) la decisione n. 2011/2215 ci vede colpevoli di violazione dell’articolo 14 della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti in Italia.
I Paesi membri avrebbero dovuto chiudere o adeguarsi alle nuove norme europee entro il 16 luglio 2009, come indicato dalla Direttiva entrata in vigore nel 2001. Quasi sei anni dopo quella data di scadenza la Commissione rileva invece che in Italia quasi 50 siti operativi di raccolta e trattamento rifiuti risultano non ancora rispondenti agli obblighi. Una di queste discariche, per altro, tratta rifiuti pericolosi.
In particolare, l’articolo 14 della direttiva che ci vede inadempienti, riguarda proprio le discariche preesistenti, che sarebbero dovute essere oggetto di riorganizzazione e adeguamento rispetto agli standard ambientali, igienici e sanitari previsti dalle regole UE.
Si pensi che a settembre 2001, quando è entrata in vigore la direttiva Ue, erano almeno 187 le discariche che operavano non in regola. In dieci anni, nel 2011, scese ad appena 102, di cui 3 con rifiuti pericolosi. La Commissione Ue ha quindi deciso nel febbraio 2012 di avviare una procedura d’infrazione inviando una lettera di messa in mora, cui ha poi fatto seguito, come secondo passo, un primo parere motivato il 22 novembre 2012.
Trascorsi altri anni, Bruxelles ha quindi deciso di inviare un secondo parere motivato all’Italia, che ora ha due mesi per rimediare o rischia di nuovo la Corte Ue.
Andando poi ad osservare la mole delle procedure di infrazione europee aperte nei confronti dell’Italia, si “scopre” che è proprio sull’ambiente che siamo maggiormente adempienti, con 17 procedure aperte, di cui 5 condanne inflitte dalla Corte UE. Su queste procedure aventi sentenza definitiva, ben tre riguardano il tema rifiuti: dalla mancata conformità della discarica di Malagrotta (Regione Lazio) con la direttiva discariche, alla non corretta applicazione delle direttive 75/442/CE sui “rifiuti”, 91/689/CEE sui “rifiuti pericolosi” e 1999/31/CE sulle “discariche”, fino all’emergenza rifiuti in Campania.
Stiamo quindi pagando pesanti condanne all’UE, mentre la difformità di tasse sulla gestione rifiuti è tale che tra i Comuni il divario si allarghi enormemente fino a quasi triplicarsi, e senza che vi sia alcuna correlazione tra l’esborso e la qualità del servizio offerto nella raccolta, smaltimento e riutilizzo dei rifiuti.
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