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PNRR: arriva il via libera dalla Commissione UE
di Sara Tasca
Il 22 giugno la Commissione europea ha dato il via libera al Piano di ripresa e resilienza italiano, che ricordiamo ha un valore complessivo pari a 191,5 miliardi di euro. La presidente Ursula Von Der Leyen, in occasione dell’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi a Cinecittà, si è detta ampiamente soddisfatta del Piano presentato dall’Italia e ha dichiaro che “questi investimenti senza precedenti, uniti a riforme fondamentali, aiuteranno a ricostruire l’economia italiana e a prepararla per il futuro”.
Tra i vari fattori che hanno determinato una valutazione positiva c’è sicuramente il fatto che il 37% della spesa totale sia stato destinato a misure a sostegno degli obiettivi climatici, percentuale perfettamente in linea con quanto richiesto dalla Commissione. In particolare sono stati molto apprezzati l’inserimento di investimenti volti a finanziare un programma su larga scala di riqualificazione energetica degli edifici e la previsione di misure per promuovere l’uso di fonti energetiche rinnovabili e dell’idrogeno. Giudicata positivamente anche la pianificazione di investimenti nei settori della mobilità urbana sostenibile e delle infrastrutture ferroviarie, al fine di garantire una riduzione delle emissioni di gas serra. Infine, in linea con il principio previsto dal Regolamento del dispositivo per la ripresa e la resilienza, è stato riscontrato che nessuna delle misure incluse nel piano danneggi in modo significativo l’ambiente.
Nelle prossime quattro settimane spetterà al Consiglio dell’UE dare la sua approvazione definitiva: una volta ottenuto questo secondo via libera potremo accedere all’erogazione della prima tranche di fondi previsti in favore del nostro Paese, pari a 24,9 miliardi di euro ovvero il 13% del totale.
Al fine di garantire un’efficace attuazione del Piano, il Centro Studi della Camera ha elaborato un Cronoprogramma del PNRR. Si tratta di una tabella di marcia in cui vengono riportate le tempistiche entro le quali si prevede verranno conclusi i vari provvedimenti legislativi previsti dal Piano, che complessivamente sono 53. In relazione al comparto energetico viene stabilito che le leggi delega per lo sviluppo del gas rinnovabile e per le misure di sostegno all’idrogeno verranno approvate entro giugno 2021. Mentre risulta fissato a dicembre 2021 il termine per l’approvazione della legge delega sulle semplificazioni ambientali e della legge sulla riduzione delle emissioni degli inquinanti atmosferici. Per quanto riguarda la legge sul completamento della liberalizzazione dell’energia elettrica e quella sul settore idrico occorrerà aspettare la fine del prossimo anno, infatti la data di approvazione è fissata per entrambe a dicembre 2022. Per la legge sulla semplificazione degli impianti rinnovabili onshore e offshore si prevede che l’approvazione avverrà nella prossima Legislatura, nel dettaglio entro marzo 2024. Non risulta invece ancora fissata una specifica deadline in relazione alla legge sul contrasto al consumo di suolo.
Nel frattempo, alcune istituzioni si sono già attivate per dare attuazione alle misure previste dal Piano. Nel dettaglio la sottosegretaria del MiTE Vannia Gava, rispondendo ad un’interrogazione a firma dell’on. Luca Sani (PD) in Commissione Ambiente della Camera, ha annunciato che il MiTE ha istituito, in accordo con il MiPAAF e con alcune Regioni (tra cui la Sardegna come capofila), un gruppo di lavoro tecnico per individuare le aree e le superfici idonee alla realizzazione di impianti FER, compresi quelli nelle strutture agricole. Come noto uno degli ambiti di intervento in su cui si articola la missione Rivoluzione verde e transizione ecologica del PNRR è quello dell’agro-voltaico. Il Piano destina infatti 1,10 miliardi agli investimenti da realizzare nel settore fotovoltaico, con l’obiettivo di installare “una capacità produttiva da impianti agro-voltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2”. L’iniziativa lanciata dai due Ministeri è, dunque, destinata a favorire realizzazione di questo importante obiettivo e, come sottolineato anche dalla sottosegretaria Gava, si auspica possa generare “un effetto moltiplicativo che continuerà i proprie effetti anche dopo il PNRR promuovendo soluzioni realizzative innovative, in cui più usi del suolo possano coesistere generando benefici concorrenti e in cui la produzione di energia sia totalmente compatibile con le attività agricole, anzi migliori la redditività e favorisca il recupero di terreni all’uso produttivo”.