Corporate Social Responsibility, Dai territori, Dalle Istituzioni, In Primo Piano, Post in evidenza, Regioni, Sostenibilità
Osservatorio Relazioni Territori-Imprese: la Toscana delle opportunità. PAA partner del progetto
Lo scorso 10 marzo Firenze ha fatto da sfondo al primo evento pubblico della seconda edizione dell’Osservatorio ORTI (Osservatorio Relazioni Territori-Imprese) intitolato “LA TOSCANA CHE COLLABORA. Imprese ed amministrazioni territoriali alleate per lo sviluppo e l’innovazione”.
Nello storico Salone Brunelleschi del Palagio di parte guelfa è stato fra le altre cose presentato il report sull’economia regionale Toscana e sui rapporti tra imprese e territori redatto dal team dell’Osservatorio: un outlook sulla capacità di attrazione degli investimenti, sul grado di innovazione dell’industria regionale e lo stato di reti e infrastrutture. In questa analisi la Toscana conferma di giocare con grande successo la propria partita: idoneità ad attrarre investimenti esteri, resilienza della manifattura ed efficacia delle istituzioni sono i tre elementi sui quali si fonda la capacità di competere della regione, permettendole di guadagnarsi il secondo posto in Europa tra le regioni di media dimensione quanto a strategia di attrazione degli investimenti diretti esteri (secondo il think tank del Financial Times specializzato in investimenti oltre confine).
L’Osservatorio ORTI, iniziativa di I-Com – Istituto per la Competitività, è giunto alla sua seconda edizione e da quest’anno Public Affairs Advisors ne è divenuta partner tecnico. Si innesta così, in un progetto già sperimentato lo scorso anno, un supplemento di know-how ed esperienza maturata proprio da Public Affairs Advisors nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa e della realizzazione di percorsi partecipativi nell’ambito dell’accettabilità sociale di nuove opere, infrastrutture e reti.
Sul palco, a portare esempi della “Toscana che collabora” si sono alternate le aziende partner di ORTI (Enel, Terna, Eni, Banca Farmafactoring, Trans Adriatic Pipeline e Hewlett Packard), le istituzioni e gli enti locali.
Non sono mancati accenni all’esperienza positiva di General Electric con il Nuovo Pignone o il fruttuoso dialogo tra le amministrazioni che ha permesso la costruzione dell’asse Pisa-Firenze sulla questione aeroportuale. Segni di una Toscana che vuole “fare rete” in una logica di sviluppo comune, in un ciclo virtuoso tra i soggetti artefici dello sviluppo di un territorio: amministrazione – imprese – cittadini.
Giovanni Galgano, direttore di Public Affairs Advisors, ha introdotto la Tavola dal titolo “Lo sviluppo territoriale per le imprese e le persone” marcando soprattutto l’accento sulla ormai cronica carenza di investimenti come primo fattore di difficoltà dell’economia nazionale.
«Leggi mutevoli – ha sottolineato Galgano – e con orizzonti brevi; iter burocratici paradossali e talvolta inconcludenti; un progressivo radicalizzarsi della conflittualità “Centro-Periferia” inteso come il contesto tra “chi decide” – il progetto o la strategia più generale – “chi subisce” – chi vive nel proprio territorio i riflessi di quella decisione: questi, in base alla nostra esperienza a fianco di imprese impegnate a cercare di dare valore ai propri progetti, le ragioni principali che limitano la capacità del nostro Paese di attrarre nuove risorse».
Da un lato una politica cannibalizzata dal dibattito mediatico e che abdica al proprio ruolo di Decisore; dall’altro una comunità scientifica che ha purtroppo perso credibilità e che fatica a trovare la chiave di lettura per comunicare efficacemente le proprie ragioni. In mezzo, le aziende: «A loro» ha rimarcato ancora Giovanni Galgano «suggeriamo di non cercare il mero consenso su progetti “blindati”. Bisogna applicare procedure che nella teoria e nei fatti siano capaci di saziare la fame di partecipazione dei territori. Gli strumenti ci sono e spesso li applichiamo con esiti che ci confortano: lo stakeholder engagement, le pratiche dell’accettabilità sociale e della Corporate Social Responsibility devono guidare gli investitori in questi processi, a patto che siano supportati da un pensiero strategico e inclusivo».