Efficienza energetica, Governo, In Primo Piano, Post in evidenza, Rinnovabili, Unione Europea
Next Generation EU in Italia: lo stato attuale del PNRR
di Carlo De Nicola
Entro aprile 2021 tutti i Governi comunitari interessati a servirsi di Next Generation EU dovranno presentare alla Commissione Europea il proprio National Recovery and Resilience Plan – in italiano Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – ovvero un documento che specifica quali siano i settori e i progetti da sostenere tramite i fondi comunitari.
In Italia, dato il duro impatto della pandemia sul tessuto industriale ed economico, NGEU è un dossier particolarmente importante per il Governo. Dopo la pubblicazione delle Linee Guida lo scorso 16 settembre e il primo passaggio in Parlamento, nel quale Camera e Senato hanno indicato alcune tecnologie chiave su cui puntare, in Consiglio dei Ministri si discute della bozza circolata nelle scorse settimane contenente diversi dettagli aggiuntivi sugli ambiti di applicazione dello strumento.
Il PNRR italiano è articolato su sei “missioni”. La seconda, Rivoluzione verde e transizione ecologica, è quella che riguarda più da vicino il settore energetico, ed è anche la “missione” più rilevante in termini di quota relativa di fondi stanziati: a fronte dei 196 miliardi di euro totali, infatti, ben 74,3, pari al 37,9%, saranno destinati ai progetti green.
Questa predominanza degli investimenti sulla transizione energetica è motivata dall’imponenza degli obbiettivi di riduzione delle emissioni: come è noto, entro il 2050 l’Europa intende diventare carbon neutral, e per questo motivo occorre accelerare sulla riduzione della domanda di energia, la crescita delle rinnovabili nel mix energetico e la cattura della CO2 in atmosfera, da perseguire in particolare tramite lo sviluppo e la manutenzione delle aree forestali.
Dei 74,3 miliardi previsti, più di metà (40,1 miliardi di euro) sarà dedicata all’efficienza energetica, da conseguire in parte tramite l’implementazione di un piano per la riqualificazione degli immobili pubblici e in parte sostenendo l’efficientamento del parco immobiliare privato, estendendo il Superbonus 110% – strumento che, ad oggi, ha dimostrato una notevole capacità di stimolo per l’efficienza energetica.
Su transizione energetica e mobilità locale sostenibile saranno stanziati 18,5 miliardi di euro. Questa categoria include da una parte le iniziative finalizzate all’aumento della quota FER nel mix energetico italiano, ivi includendo anche l’idrogeno, dall’altra gli interventi alla diffusione di veicoli elettrici e le corrispettive infrastrutture di ricarica.
Sul tema dello sviluppo delle fonti “verdi”, la bozza di PNRR dispone, tra le altre cose, che i fondi europei siano indirizzati sulla creazione di una pipeline di nuovi progetti rinnovabili, da realizzare con iter autorizzativi dai tempi certi; i finanziamenti dovrebbero interessare anche progetti di fotovoltaico galleggiante e eolico offshore. Ancora, Next Generation EU sosterrà in Italia l’autoproduzione di energia elettrica rinnovabile, stimolando la costituzione di comunità energetiche e l’autoconsumo individuale.
Quanto alla mobilità sostenibile, il PNRR propone il rafforzamento delle infrastrutture di rete, la promozione degli accumuli, la realizzazione di smart grid e l’installazione di sistemi ricarica elettrica e vehicle-to-grid.
Previsti anche investimenti sull’efficienza energetica in agricoltura, inclusi nel pacchetto di interventi per l’impresa verde e l’economia circolare, su cui saranno stanziati complessivi 6,3 miliardi di euro: il settore agricolo e zootecnico, causa di circa il 50% delle emissioni di gas climalteranti, sarà interessato da iniziative per la riqualificazione energetica e l’isolamento termico degli edifici produttivi.
Attualmente, la bozza è oggetto di discussione in Consiglio dei Ministri; nodo politico della maggioranza è, in particolare, la governance del Piano, ovvero la determinazione dei soggetti che si occuperanno di ripartire le risorse disponibili tra i singoli progetti. Nelle prossime settimane sapremo se a gestire lo strumento sarà una task force di tecnici, e se Camera e Senato saranno nuovamente chiamate ad esprimersi in merito al PNRR.