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News per l’eolico offshore: l’Unione europea identifica i bacini marittimi strategici
di Francesca Pitrelli
Giovedì 19 gennaio gli Stati membri dell’Unione europea hanno lanciato un nuovo importante segnale in termini di energie rinnovabili. Hanno individuato i cinque bacini marittimi deputati per la costruzione dei prossimi impianti eolici offshore. Scopo dell’accordo è difatti di installare entro il 2030 111 GW di capacità di generazione di energia rinnovabile offshore.
La decisione si inserisce all’interno della cornice della Strategia dell’Unione UE in materia di energia rinnovabile offshore, pubblicata dalla Commissione europea il 19 novembre 2020 e che prevedeva una capacità installata di energia eolica offshore di:
- almeno 60 GW di energia eolica e 1 GW di energia oceanica entro il 2030;
- 300 GW di energia eolica e 40 GW di energia oceanica entro il 2050.
Il documento adottato dai 27 sottolinea quindi come l’impegno assunto dall’Europa in termini di produzione di energia elettrica da FER sia sempre più concreto.
Le radici dell’intesa risalgono al nuovo Regolamento TEN-E sulle reti transeuropee dell’energia, adottato dal Consiglio europeo nel maggio 2022, il cui obiettivo è quello di creare all’interno del vecchio continente infrastrutture energetiche in grado di supportare il processo di transizione energetica. Il Regolamento TEN-E in particolare prevede che gli obiettivi energetici offshore siano aggiornati periodicamente: il primo aggiornamento è richiesto entro dicembre 2024.
I cinque bacini marittimi individuati dai Paesi membri sono:
- Oceano Atlantico settentrionale (Atlantic Offshore Grids)
- Mare del Nord, Mare d’Irlanda, Manica, Mar Baltico e acque limitrofe (North Sea Offshore Grid – NSOG)
- Mar Baltico e acque confinanti (BEPIM Offshore)
- Mar Mediterraneo, compreso il Golfo di Cadice e le acque limitrofe (Southwest Offshore)
- Mar Mediterraneo, Mar Nero e acque limitrofe (SE offshore).
In merito all’importanza dell’aree marine nel settore energia si ricorda che nel giugno 2020 è stato sottoscritto da 14 Stati membri (Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo, Spagna e Svezia) e dalla Commissione europea il memorandum di Spalato, un documento in cui viene sia sottolineato il potenziale che le isole europee hanno in materia di energie rinnovabili offshore ma anche il ruolo strategico che questi territori rivestono nel processo di transizione energetica.
Per quanto riguarda lo sviluppo dell’eolico offshore un altro documento programmatico fondamentale è la Dichiarazione di Marienborg, sottoscritta nell’agosto 2022 da Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia, che prevede di installare entro il 2030 almeno 19,6 GW di capacità eolica offshore nel Mar Baltico.
Lo spazio marittimo europeo è disciplinato dalla Direttiva 2014/89/UE, norma che prevede l’istituzione di un quadro per la Pianificazione dello Spazio Marittimo (MSP), al fine di promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime, lo sviluppo sostenibile delle zone marine e l’uso sostenibile delle risorse marine.
L’Italia ha recepito la Direttiva europea su citata tramite il Decreto Legislativo n. 201 del 17 ottobre 2016, in cui l’ex Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS), attuale Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è individuato quale Autorità competente per l’attuazione della Direttiva.
Il 1° dicembre 2017 con Decreto del Presidente del Consiglio sono state approvate le Linee guida contenenti gli indirizzi e i criteri per la predisposizione dei piani di gestione dello spazio marittimo.
Le aree marittime identificate dalle Linee Guida sono: il Mar Mediterraneo occidentale, il Mar Adriatico, il Mar Ionio e il Mar Mediterraneo centrale.
Il Piano avrà una durata di 10 anni, con possibilità di una revisione di medio termine, è stato inoltre oggetto di consultazione pubblica alla fine dello scorso anno. Mentre l’Inghilterra qualche settimana fa ha festeggiato i 5 anni del primo parco eolico offshore galleggiante al mondo, Hywind Scotland, in Italia il primo parco eolico del Mediterraneo per veder luce ha dovuto attendere 14 anni.
“Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus” potrebbe dire Seneca…