Newsletter subscribe

Registrandoti accetti la nostra informativa sulla Privacy

Governo, In Primo Piano, Parlamento, Post in evidenza, Powerzine, Regioni, Unione Europea

Miglioramento della qualità dell’aria: le misure nel DL Salva-Infrazioni

Posted: 11 Novembre 2024 alle 10:47   /   by   /   comments (0)

di Redazione

È della settimana scorsa (8 novembre 2024) la notizia che, anche nel 2024, la città di Milano non riuscirà a rispettare il limite di 35 giorni di sforamento di 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria fissato dal d.lgs. 155/2010 in attuazione della Direttiva UE 2008/50 relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa. Detto in altri termini, la qualità dell’aria nel capoluogo lombardo è troppo scarsa e non in linea con gli standard richiesti dall’Europa.

Purtroppo, il caso milanese non è un unicum. La necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico e di allinearsi agli standard introdotti dalla sopracitata Direttiva riguarda tanto Milano che altre città e regioni italiane. Basti pensare che, negli anni, la Commissione UE ha aperto ben tre procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese per il mancato recepimento della Direttiva 2008/50, inerenti lo sforamento dei limiti di tre diverse sostanze inquinanti: Pm10, Pm2,5 e biossido di azoto.

Nello specifico, la Commissione UE rilevò dapprima (2014) valori troppo alti di particelle Pm10 – e assenza di misure appropriate di contenimento – in diverse zone di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto. Più tardi (2015), il superamento delvalore limite per il Pm2,5 in alcune zone nei dintorni di Milano nonché in alcune città della valle del Po, incluse Venezia e Padova portò all’apertura della seconda procedura di infrazione, mentre la terza venne aperta per il “superamento sistematico e continuato dei valori limite del biossido di azoto” nelle regioni Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana (2020).

Al fine di rimediare alle infrazioni, l’Italia ha approvato, come parte del decreto-legge 131/2024 recante “disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”, il cosiddetto salva-infrazioni approvato definitivamente dal Senato il 6 novembre 2024 (si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), l’articolo 14 che introduce “Misure finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria – Procedure di infrazione n. 2014/2147, n. 2015/2043 e n. 2020/2299)”.

L’articolo prevede anzitutto l’istituzione di un programma di finanziamento del valore di 500 milioni di euro a sostegno della mobilità sostenibile nelle aree urbane più critiche nonché la creazione, presso la Presidenza del Consiglio, di una Cabina di regia con il compito di definire un piano nazionale di interventi per il miglioramento della qualità dell’aria.

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell’economia e delle finanze dovrà approvare – tramite decreto – un programma di finanziamento di un programma di interventi a supporto della mobilità sostenibile che sia allineato al Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico (PNCIA). Detto decreto dovrà inoltre disciplinare “le modalità di gestione e di monitoraggio del programma di finanziamento, i criteri di ripartizione delle risorse tra i destinatari, i requisiti degli interventi e le procedure di presentazione delle proposte, di trasferimento delle risorse e di rendicontazione e verifica dell’attuazione”.

I 500 milioni di euro di cui sopra dovranno essere destinate anzitutto a supporto di “interventi proposti dai Comuni capoluogo di provincia aventi popolazione superiore a 50.000 residenti, dalle Città Metropolitane e dalle Aree Metropolitane, il territorio dei quali ricada in zone di superamento dei valori limite di qualità dell’aria ambiente individuate dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 12 maggio 2002, nella causa C-573/19, in relazione ai biossidi di azoto” (ovvero nelle regioni Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana) “o dalla costituzione di messa in mora del 13 marzo 2024, emessa dalla Commissione europea nella procedura INFR(2014)2147, in relazione al materiale particolato PM10” (ovvero nei territori di Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto).

Infine, il decreto prevede anche l’istituzione di una Cabina di regia presieduta da un rappresentante della Presidenza del CdM e composta da un rappresentate per ogni ministero interessato chiamata ad elaborare, entro la fine dell’anno 2024, un “Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria” della durata di 24 mesi, prorogabile per altri 24, che identifichi ulteriori misure necessarie a recepire quanto richiesto dalla Corte di Giustizia UE nella sentenza Corte di Giustizia UE 10 novembre 2020. Questo piano dovrà essere approvato con delibera del Consiglio dei Ministri, sentita la Conferenza Unificata, e dovrà individuare le amministrazioni centrali e regionali cui spetterà l’attuazione delle misure previste da Piano stesso.