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Lo sviluppo del biometano come nuova frontiera del biogas: le aste e le nuove Regole Applicative

Posted: 21 Giugno 2024 alle 9:56   /   by   /   comments (0)

di Ludovica Montervino

L’uso del biometano e le relative modalità di incentivazione sono argomenti molto dibattuti nel settore energetico. Occorre, dunque, riconoscerne il potenziale e comprendere in quali modi può essere sfruttato al meglio.

Il biometano è difatti un gas derivato del biogas, processato tramite upgrading per essere purificato e raffinato. Una volta “pronto all’uso”, ad oggi viene principalmente impiegato nell’ambito della mobilità elettrica, comparto in cui l’Italia sta investendo risorse e impegno con l’obiettivo di implementare la transizione verde. Il futuro della mobilità sostenibile italiana è, infatti, prettamente legato alla diffusione di gas naturale e biometano, in quanto principale vettore della decarbonizzazione dei trasporti, almeno fino ad ora. Come testimoniano gli investimenti allocati all’interno del PNRR e la roadmap tracciata con il PNIEC, l’Italia si sta facendo largo tra i leader europei per produzione di automobili a CNG (ndr. gas naturale compresso), strumento innovativo che permette di ridurre sensibilmente le emissioni di anidride carbonica rispetto ai carburanti tradizionali. Ciò è possibile perché, rispetto al diesel e alla benzina, il biometano favorisce una mobilità rinnovabile e, dunque, progressivamente sostenibile. In merito, il Consorzio Italiano Biogas ha dichiarato che il potenziale nazionale di produzione del biometano si attesta sui 10 miliardi di metri cubi: se tale quantità fosse completamente impiegata nei trasporti, come previsto dal Decreto Ministeriale n. 340 del 15 settembre 2022 approvato dal Ministero della Transizione ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ndr. MASE) e volto a disciplinare l’accesso alle misure previste dal PNRR nella Missione 2 Componente 2 – Investimento 1.4 per lo sviluppo degli impianti produttivi del biometano, tale risorsa potrebbe alimentare circa un terzo del parco circolante nazionale con il 100% di energia rinnovabile. I risultati sono già significativi, considerando che la rete distributiva comprende già 1.250 impianti produttivi, circa un milione di veicoli leggeri circolanti e oltre 3.300 autobus alimentati attraverso questa risorsa.

Lo sviluppo della rete è stato possibile, come accennato, grazie ai bandi del PNRR dedicati allo sviluppo per la produzione di questo derivato del biogas e si presume che una forza propulsiva proverrà anche dal cosiddetto Decreto FER 2 che incentiva la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili non ancora mature o con alti costi di esercizio, con l’obiettivo di favorire l’assetto di 4,6 GW di capacità installata entro il 31 dicembre 2028. Nello specifico, le tecnologie a cui lo schema di decreto, che ha recentemente ricevuto il benestare della Commissione europea, fa riferimento includono gli impianti eolici off-shore, gli impianti geotermoelettrici tradizionali e a zero emissioni, gli impianti per varie forme di energia marina, i fotovoltaici flottanti e termodinamici, nonché gli impianti a biomassa e biogas.

Questo provvedimento permette, infatti, di accelerare l’impiego degli investimenti stanziati dal PNRR per la filiera del biometano, stimati a quasi 2 miliardi di euro per il 2025 con possibilità di aumento per il 2026. Un’aspettativa così positiva deriva dal fatto che nonostante l’iniziale ritardo diagnosticato all’Italia sull’implementazione del biometano, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 è stata registrata una notevole adesione delle aziende ai primi due bandi, lanciati nell’ambito del PNRR, volti ad ottenere gli incentivi. Inoltre, con la terza procedura competitiva, conclusa a maggio scorso, sono stati presentati 132 progetti per impianti di biometano, divisi tra infrastrutture nuove e riconvertite, per una capacità complessiva in termini di metri cubi orari considerevole (circa 58.119,32 secondo i dati pubblicati dal GSE). Proprio il GSE ha giocato, infatti, un ruolo chiave, garantendo una svolta per lo sviluppo tecnologico sul fronte delle rinnovabili, nel settore energetico nazionale.

Successivamente, il 3 giugno 2024, è stato aperto il quarto bando per il biometano, che risulta ancor più significativo alla luce delle modifiche apportate ai valori delle tariffe di riferimento grazie all’approvazione di un nuovo Decreto Ministeriale da parte del Ministro dell’ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Con il DM n. 248 del 30 maggio 2024 è stato difatti reso operativo l’Aggiornamento delle Regole Applicative per accedere agli incentivi rivolti alla produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale, pubblicate dal GSE.

Tra le novità principali figurano:

  • la possibilità di presentare richiesta di accesso agli incentivi per le imprese titolari di impianti che producono biogas attraverso il trattamento anaerobico dei rifiuti organici riconvertiti e per cui è riportata la tariffa di riferimento a base d’asta, i valori del costo massimo di investimenti ammissibile per la riconversione dei suddetti impianti, nonché gli aggiornamenti necessari a partecipare;
  • la possibilità di ottenere le autorizzazioni ambientali anche successivamente alla data di partecipazione alla procedura per gli impianti che presentano richiesta di accesso agli incentivi e che sono autorizzati mediante PAS (ndr. Procedura Abilitativa Semplificata);
  • la specifica per cui nei “ritardi nella conclusione dei lavori relativi all’impianto non imputabili a responsabilità del produttore” sono inclusi anche quelli relativi all’attivazione della connessione alla rete del gas naturale da parte del gestore di rete e al rilascio di verifiche o attestazioni da parte delle autorità e degli enti di controllo. Tuttavia, la scadenza entro cui gli impianti devono entrare in esercizio affinché ne sia permesso l’accesso al contributo in conto capitale rimane ferma al 30 giugno 2026.

Un aspetto interessante riguarda il recepimento formale, piuttosto che sostanziale, dell’aggiornamento della guida operativa per il rispetto del principio di non recare alcun danno significativo all’ambiente (Do Not Significant Harm, DNSH) e della relativa Circolare n. 22 del 14 maggio 2024 della Ragioneria di Stato. Le nuove Regole Applicative del MASE, redatte e pubblicate dal GSE, tengono invero conto di tale principio nell’assicurare la sostenibilità degli interventi e, di conseguenza, la tutela ambientale. Si tratta, in particolare, degli strumenti con cui il Governo fornisce i giusti orientamenti per la verifica, in fase di attuazione delle misure, del rispetto del principio di non arrecare danno significativo all’ambiente sia alle amministrazioni titolari delle misure del PNRR sia ai soggetti attuatori.Gli effetti dell’aggiornamento delle Regole Applicative del GSE, così come descritto, che vuole essere migliorativa e incentivante per la produzione del biometano, si vedranno, appunto, con i risultati della quarta procedura competitiva che, come detto poc’anzi,  è stata indetta dal GSE lo scorso 3 giugno e che verrà chiusa il prossimo 4 agosto 2024.