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Legge di Stabilità addio, da quest’anno si chiamerà Legge di Bilancio. Le principali novità.
Da da quest’anno la Legge di Stabilità cessa di esistere. Si chiamerà “Legge di Bilancio”. Non si tratta di una semplice formalità, ma di una riforma strutturale. A giugno 2016 il Parlamento ha approvato la proposta di legge che modifica il contenuto della Legge di Bilancio. Si tratta di un percorso di riforma dell’ordinamento contabile avviato, dopo la riforma della governance della finanza pubblica a livello europeo, con l’approvazione della legge costituzionale n. 1 del 20 aprile 2012 che ha introdotto il principio dell’equilibrio di bilancio nella nostra Costituzione. Una delle novità di maggior rilievo della riforma risiede nel fatto che l’attuale contenuto della Legge di Stabilità (spese inserite in previsione) confluisca nello stesso disegno di Legge di Bilancio (spesa effettuata), fino ad oggi rimasti due provvedimenti distinti. Il passaggio da due leggi (la Legge di Stabilità e la Legge di Bilancio) a una sola (la Legge di Bilancio) avrà conseguenze sui documenti da presentare ed esaminare, sulla tempistica, ma soprattutto sull’obiettivo di fondo: fare esaminare e intervenire il Parlamento sul complesso delle entrate e delle spese, portando al centro del dibattito parlamentare le priorità dell’intervento pubblico, considerato nella sua interezza.
La proposta di legge muta inoltre i tempi di presentazione dei documenti che compongono il ciclo di bilancio. In particolare, viene posposto al 27 settembre (dall’attuale 20 settembre) il termine per la presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Tale modifica si è resa necessaria per permettere di svolgere il dibattito parlamentare su una Nota di aggiornamento basata sui dati definitivi dell’Istat che, annualmente, arrivano solo dopo il 20 settembre. È stato inoltre introdotto il termine del 20 ottobre per la presentazione del disegno di Legge di Bilancio alle Camere. Il provvedimento interviene anche sul Documento programmatico di bilancio (DPB) disponendo che, nel medesimo termine (15 ottobre) ora previsto per la presentazione del documento alle istituzioni europee, lo stesso venga presentato anche alle Camere. Viene così colmata una seria lacuna che non prevedeva la trasmissione al Parlamento.