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Legge di delegazione europea: rinnovabili e autoconsumo nel testo all’esame della Camera
di Gianmarco Maisto
Con l’approvazione in prima lettura da parte del Senato e l’assegnazione alla Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati, la Legge di delegazione europea 2019 si accinge ad iniziare la seconda ed ultima fase in Parlamento. Mercoledì scorso, infatti, la Commissione ha avviato l’esame del DDL «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea», in vista dell’approdo nell’Aula di Montecitorio previsto al momento nel mese di dicembre.
Nel corso dell’iter in prima lettura diversi sono stati gli emendamenti approvati al testo originario, con interessanti novità per il settore dell’energia poiché, come noto, il DDL Legge di delegazione europea contiene i principi e criteri direttivi cui dovrà attenersi il Governo per il recepimento nel nostro ordinamento della direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili – la cosiddetta RED II – e per il recepimento della direttiva UE 2019/944 sul mercato interno dell’energia elettrica, meglio conosciuta come «direttiva Mercato Elettrico».
Per quanto riguarda la direttiva sulle rinnovabili, le modifiche dei senatori hanno interessato la disciplina di individuazione delle aree idonee ad ospitare gli impianti FER strategici per il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, prevedendo il coinvolgimento – oltre al Ministero dello Sviluppo economico – anche dei Dicasteri dell’Ambiente e dei Beni culturali e inserendo tra i criteri di individuazione la disponibilità delle infrastrutture di rete e le caratteristiche della domanda elettrica nelle aree prese in considerazione. Regioni e province autonome avranno poi il compito di indicare le aree idonee. Una proposta della Lega promuove inoltre l’attivazione di procedure abilitative semplificate per gli interventi di rifacimento, riattivazione, integrale ricostruzione e potenziamento di impianti da rinnovabili già esistenti.
Un altro nutrito pacchetto di emendamenti ha interessato i temi dell’autoconsumo e delle Comunità energetiche: agli impianti inseriti in tali configurazioni dovrà essere garantito «un accesso paritario e non discriminatorio a tutti i pertinenti regimi di sostegno di natura normativa o regolatoria», e una proposta del Movimento 5 Stelle e di Liberi e Uguali ha affidato al Governo – in sede di recepimento della RED 2 – il compito di prevedere «meccanismi semplificati» per lo scorporo dalla bolletta dell’energia condivisa. Un aspetto, quest’ultimo, certamente da approfondire in tutte le sue implicazioni in vista del quadro normativo che verrà, sia sulla portata effettiva dello scorporo sia sugli aspetti gestionali in capo agli operatori. Da rilevare anche un emendamento del Partito Democratico che chiede al Governo – nel monitoraggio degli effetti della diffusione dell’autoconsumo – di valutare il trasferimento alla fiscalità generale degli oneri non connessi direttamente allo sviluppo ambientalmente sostenibile o di contrasto alla povertà energetica.
Nell’ambito di un generale aggiornamento dei meccanismi di incentivazione, si intende poi promuovere l’accoppiamento delle rinnovabili con i sistemi di accumulo e l’abrogazione dello scambio sul posto, prevedendo meccanismi di tutela degli investimenti già avviati e introducendone di nuovi volti a premiare l’autoconsumo istantaneo e la condivisione dell’energia.
Infine, con particolare riferimento al recepimento della direttiva Mercato Elettrico, grazie all’approvazione di due emendamenti del Movimento 5 Stelle sarà possibile – nella definizione del quadro normativo sui sistemi di accumulo – l’attivazione di servizi di flessibilità e ancillari sulle reti di distribuzione, ed è previsto l’avvio di sperimentazioni«per un graduale passaggio a sistemi di auto-dispacciamento» così da valorizzare la generazione distribuita.