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Le sfide di Alberto Cirio, nuovo governatore del Piemonte
di Mattia Fadda
Alberto Cirio neo governatore della Regione Piemonte si propone di comporre rapidamente la propria giunta per occuparsi senza indugio dei dossier più caldi. Sul toto assessori non vale la pena esercitarci qui viste anche le ben più informate fonti sul tema. Non sarà certamente facile soddisfare gli appetiti partitici e correntizi, tener conto della bilancia di genere e comporre il puzzle delle provenienze locali dei postulanti. Ma chi scommette sulla solidità degli accordi pre-elettoriali e conosce l’entusiasmo che anima il nuovo governatore giura che la partita non finirà come in Sardegna, dove Christian Solinas ha impiegato oltre due mesi per chiudere la propria squadra. Politicamente la sfida per Cirio sarà quella di non farsi commissariare de facto dalla Lega (che da sola in consiglio conta 22 eletti su 51), mentre l’ordine delle sue priorità amministrative sarà dettato dalla pressione dei problemi più che dalle scelte che farà.
La TAV, o meglio il Sì alla TAV, è stata l’architrave simbolico dell’intera campagna dal candidato di Alba (Un’Altra Velocità per il Piemonte il pay off) ed ora sarà la linea gotica del centrodestra piemontese nei confronti di ciò che rimane del Movimento 5 stelle regionale e delle sue fazioni. Il referendum regionale TAVsì – TAVno infine c’è stato se si pensa che le forze favorevoli all’opera hanno raccolto alle regionali oltre l’85% dei voti. Il tema infrastrutture piemontesi non si riduce certo alla sola Torino-Lione. Sono almeno altre tre le incognite che pesano sulla mobilità e la logistica regionale. La Asti-Cuneo è un’incompiuta che merita di essere sbloccata. Poi la pedemontana piemontese per collegare Biella alla A26 e doveva partire nell’estate 2019 ma che ancora deve essere finanziata. Infine dovrà accelerare anche la realizzazione del Terzo Valico infrastruttura ferroviaria tra Genova e Tortona che secondo i tecnici di Porta Pia avrebbe più costi che benefici ma che non si può più interrompere (sic). In campagna elettorale Cirio ha ricordato che un piano strategico piemontese delle infrastrutture manca dal 2002 e che la sua amministrazione rimedierà.
A Piazza Castello certamente si ragiona su come far ripartire la locomotiva dello sviluppo regionale e il rilancio delle infrastrutture è sicuramente una delle leve che si dovranno azionare. L’economia regionale segna performance peggiori del convoglio del Nord Italia. La crisi dell’automotive in questi anni ha lasciato sul campo centinaia di aziende dell’indotto FCA con le perdita di migliaia di posti di lavoro solo parzialmente compensata. Al di là degli effetti occupazionali della possibile fusione FCA-Renault, la sfida per la nuova giunta regionale sarà quella di stimolare le forze migliori a ripensare senza pregiudizi il modello produttivo e identificare nuove vocazioni.
Ma il dossier più importante per il nuovo esecutivo e la maggioranza che lo sostiene è quello dell’edilizia sanitaria. A Torino e Novara, prima e seconda città del Piemonte, saranno costruiti nei prossimi anni due poli della salute. Si tratta di investimenti enormi sul modello pubblico-privato sia per la realizzazione delle opere che per la gestione dei presìdi. Mercoledì 29 maggio infatti sono state aperte le buste con le manifestazioni di interesse per progettare e costruire il nuovo Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione di Torino in zona Lingotto. L’intero Parco della Salute prevede 455 milioni di euro di investimenti di cui 150 milioni pubblici. L’impegno su Novara sarà invece proporzionalmente ancora più importante poiché la nuova Città della Salute e della Scienza prevede investimento per 320 milioni di euro dei quali solo un terzo di provenienza pubblica. La giunta regionale uscente aveva approvato il piano finanziario tecnico-economico elaborato dall’Azienda ospedaliera Universitaria di Novara trasmettendolo a fine febbraio al Ministero della Salute insieme alla richiesta di finanziamento. In queste ore si attende l’esito dell’istruttoria da parte del nucleo di valutazione del ministero per procedere in tempi rapidi con l’avvio delle gare d’appalto. Investimenti del genere aiuteranno senz’altro lo sviluppo regionale, ma città della salute, strade e ferrovie sono progetti pensati da chi ormai ha ceduto il passo. Se Cirio desidera lasciare il segno dovrà rapidamente pensare al Piemonte dei prossimi trent’anni offrendo al più presto idee e progetti capaci di ricucire e avvicinare le periferie al capoluogo.