Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Newsletter subscribe

Registrandoti accetti la nostra informativa sulla Privacy

Efficienza energetica, In Primo Piano, Post in evidenza, Produzione di Energia, Ritratti, Unione Europea

La sfida europea della transizione energetica. Intervista all’eurodeputata Patrizia Toia

Posted: 25 Ottobre 2019 alle 11:51   /   by   /   comments (0)

di Redazione

Pubblichiamo l’intervista realizzata da AIRU – Associazione Italiana Riscaldamento Urbano all’Onorevole Patrizia Toia, Vicepresidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia (ITRE) al Parlamento europeo e autorevole esponente del Partito Democratico. Nel colloquio l’eurodeputata affronta i temi della transizione energetica e della sostenibilità ambientale, soffermandosi sul ruolo del teleriscaldamento e sugli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Unione europea.

Secondo molti osservatori, i regolamenti e le direttive comunitarie emanati nel corso della precedente legislatura europea – pensiamo al Clean Energy Package – hanno dato una forte spinta alla transizione energetica. La nuova Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato all’Europarlamento un Green Deal per l’Europa per ridurre le emissioni di CO2 del 50-55 per cento al 2030, sino ad azzerarle al 2050.

Quali sono a suo avviso le sfide principali che l’UE dovrà affrontare per traguardare l’obiettivo?

La sfida è quella di associare transazione energetica e crescita sostenibile. Quando si parla di ambiente sono sempre tutti d’accordo in principio, ma l’esperienza degli anni passati ci ha insegnato che se non c’è sufficiente attenzione ai temi dell’economia e del lavoro, l’entusiasmo verde passa velocemente: lo abbiamo visto in Francia con la rivolta dei gilet gialli, scoppiata per le tasse sul carburante. Per questo noi eurodeputati PD e del Gruppo dei Socialisti e Democratici insistiamo da tempo sul tema degli investimenti verdi. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni saranno centrati solo se sapremo rilanciare la crescita sostenibile e scommettere su nuove tecnologie, nuovi investimenti e nuova occupazione.

L’attenzione dell’opinione pubblica per le politiche di salvaguardia dell’ambiente ha avuto riscontri all’interno dell’urna, con i Verdi che alle europee hanno visto crescere i consensi. È ragionevole ipotizzare che, proprio su politiche energetiche e sostenibilità, schieramenti anche molto distanti tra loro riescano a trovare una convergenza all’interno del nuovo Parlamento europeo?

Sicuramente il risultato dei Verdi alle elezioni europee è stato un segnale per tutti gli altri gruppi politici. Per ottenere risultati concreti, però, non bastano le denunce e gli appelli, ci vuole la capacità di fare un lavoro politico pragmatico con le forze che ci sono in campo e senza arroccarsi su posizioni di principio.

I Verdi europei hanno però deciso di non votare la fiducia alla nuova Presidente Ursula von der Leyen, nonostante lei abbia presentato un pacchetto di proposte ambientali molto ambiziose…

Alla fine, per realizzare queste proposte dovremo per forza trovare delle convergenze tra i gruppi più grandi del Parlamento europeo e spero che a quel punto i Verdi vogliano tornare in partita.

Lo sviluppo tecnologico potrà accelerare il percorso di decarbonizzazione: pensiamo all’idrogeno, agli accumuli elettrochimici, alle batterie, per citare alcuni esempi. Ma anche a comparti più tradizionali come il teleriscaldamento (si parla oggi di IV generazione). Cosa dovrà fare l’UE per favorire l’affermazione di tecnologie capaci di apportare significativi benefici ambientali?

L’Unione europea ha il compito di creare le migliori condizioni possibili per accelerare la transizione energetica. Innanzitutto completando l’Unione dell’Energia, per evitare inutili frammentazioni di mercato, e poi varando delle legislazioni che incentivino e liberino il potenziali delle nuove tecnologie, come abbiamo fatto al Parlamento europeo con il Clean Energy Package.

Il teleriscaldamento offre la possibilità di estendere la fornitura di calore a intere aree urbane e si configura come flessibile, efficiente e sostenibile (nel 2017, in Italia, ha evitato l’emissione di 1.743.000 tonnellate di CO2). Come è possibile sostenere questo settore, che in Italia si stima possa generare 1 miliardo di euro di investimenti potenziali con lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento in nuove aree del Paese?

L’Unione europea deve promuovere e investire fortemente nel teleriscaldamento perché è una delle soluzioni tecnologiche più promettenti e a portata di mano per ridurre le emissioni di CO2. Già nella scorsa legislatura al Parlamento europeo nel testo sulla strategia UE sul riscaldamento abbiamo sottolineato “l’enorme potenziale ancora non sfruttato offerto dall’uso del calore di scarto e dai sistemi di teleriscaldamento, dato che il calore in eccesso disponibile in Europa supera la domanda totale di calore in tutti gli edifici europei e che il 50 per cento della domanda totale di calore nell’UE può essere soddisfatto dal teleriscaldamento”. Ora è necessario che Green Deal per l’Europa della Commissione europea dia risposte concrete a queste indicazioni.