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Imballaggi e rifiuti di imballaggio: gli sviluppi del nuovo Regolamento UE
di Ludovica Montervino
La proposta di Regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (Packaging and packaging waste regulation – PPWR) viene approvata e presentata dalla Commissione europea a novembre 2022 per riformare la Direttiva 94/62/CE dedicata agli imballaggi e ai relativi rifiuti, di qualsiasi materiale, utilizzati o scartati dalle imprese, dagli esercizi commerciali, da uffici e laboratori, dai fornitori di servizi e dai nuclei domestici nell’ambito del mercato comunitario.
Il nuovo regolamento richiede agli Stati membri di adottare misure sottoforma di programmi nazionali e incentivi volti a prevenire la generazione di rifiuti da imballaggio e minimizzarne gli impatti ambientali. In quest’ottica, gli Stati sono incoraggiati a vietare le confezioni monouso e a favorire il riuso, più che il riciclo, degli imballaggi, stabilendo vincoli da rispettare per l’intero ciclo di vita del packaging, dalle materie prime allo smaltimento finale in linea con gli standard europei. L’obiettivo è ridurre lo smaltimento finale e favorire la transizione verso un’economia circolare, tutelando la sicurezza alimentare e dei consumatori in linea con gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile 2030.
Ad ottobre 2023, il Parlamento europeo approva in seduta plenaria un testo definitivo, dopo il benestare della Commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentale (ndr. ENVI) e integrando i numerosi emendamenti proposti dai gruppi partitici. La versione redatta dal legislativo risulta più moderata rispetto alla proposta della Commissione. È del 18 dicembre 2023, invece, la pronuncia del Consiglio europeo nella formazione competente per l’ambiente, nell’esercizio del proprio mandato: in questo caso, il testo racchiude un equilibrio tra l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti da imballaggio e la concessione agli Stati membri di una certa flessibilità nell’attuazione del regolamento in esame.
A questo punto, le istituzioni europee hanno dato il via alla fase di trilogo. Da dicembre ad oggi, dunque, la Proposal Packaging and Packaging Waste è stata oggetto di negoziati interistituzionali: fino al 4 marzo, quando è stato raggiunto un accordo provvisorio che rappresenta un punto di svolta nel processo di transizione ecologica e di cui si attende l’approvazione ufficiale tramite la firma da parte di tutte e tre le istituzioni. Solo così il regolamento può entrare effettivamente in vigore.
Tra gli obiettivi fondamentali della nuova versione del PPWR figurano i seguenti punti:
- riduzione degli imballaggi e divieti specifici (obiettivi di riduzione degli imballaggi pari a 5% entro il 2030, 10% entro il 2035, 15% entro il 2040; divieto di alcuni formati di imballaggi in plastica monouso a partire dal 1° gennaio 2030; divieto per le buste di plastica leggera, salvo eccezioni per motivi igienici o come imballaggio primario per alimenti sfusi;
- imballaggi riciclabili e raccolta migliorata (assicurare che tutti gli imballaggi siano riciclabili, con esenzioni per alcuni materiali; obiettivi minimi di contenuto riciclato per le parti in plastica degli imballaggi; raccolta separata per il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo entro il 2029);
- riuso, riutilizzo e ricarica (obiettivo specifico di riuso per bevande alcoliche e analcoliche pari almeno al 10% entro il 2030; distributori finali di bevande e cibi da asporto obbligati a offrire contenitori riutilizzabili entro il 2030; incentivi per promuovere l’uso di acqua del rubinetto nei servizi di ristorazione in contenitori riutilizzabili).
Nonostante i testi redatti separatamente da Parlamento e Consiglio, come accennato, esprimessero orientamenti più moderati rispetto alla proposta di regolamento originaria della Commissione, l’intesa interistituzionale raggiunta lo scorso lunedì ha prodotto una versione più rigida, che lascia meno discrezionalità agli Stati nella gestione dell’utilizzo e dello smaltimento degli imballaggi.
La prospettiva italiana
In questo contesto, occorre ricordare che l’Italia ha votato contro l’adozione del testo del Consiglio dello scorso 18 dicembre 2023. Questo perché, secondo la prospettiva dell’esecutivo italiano, il file non presentava un equilibrio costi-benefici ottimale.
La versione ultima, frutto dei negoziati interistituzionali, sembra aver parzialmente accontentato le aspettative italiane, ma senza suscitare particolare entusiasmo. Infatti, l’Italia ha sì ottenuto alcune concessioni, ad esempio la deroga agli obblighi di riuso per alcune tipologie di imballaggi specifici e la limitazione delle restrizioni, ma il governo ritiene che non sia ancora abbastanza e che siano necessari ulteriori miglioramenti per tutelare imprese e ambiente.
Il Ministro per l’ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha parlato di “[…] soddisfazione a metà per l’Italia […]”. Più esaustiva, invece, è stata la dichiarazione della Viceministra Vannia Gava: “L’esito del trilogo conferma la bontà delle nostre proposte per tutelare ambiente e imprese. Apprezziamo la deroga orizzontale agli obblighi di riuso e le restrizioni circoscritte, ma serve ancora un surplus di riflessione”. La Vice ha anche aggiunto che “[…] definirlo compromesso appare un eufemismo se si considera che il testo continua a presentare numerosi punti irricevibili […]. Non è ancora riconosciuto, ad esempio, lo sforzo dell’Italia che ha dato risultati molto promettenti per l’economia circolare, con un tasso di riciclo al 70%. […] La normativa proposta, pertanto, continua a non stimare adeguatamente i benefici ambientali che si potrebbero ottenere dalla sua applicazione, le conseguenze del nuovo approccio sulla progettazione e produzione degli imballaggi, sul consumo di materie prime, sull’impiego di risorse, sugli aspetti igienico-sanitari e quindi sui rischi del riuso stesso per la salute umana […]”.
In conclusione, se il PPWR rappresenta una riforma importante per l’Unione Europea in vista della transizione ecologica, l’orientamento espresso dalle istituzioni europee sembra ancora non riflettere pienamente la manifestazione di interesse e il relativo impegno di tutti gli Stati membri sul tema. In attesa che il Regolamento entri in effettività, l’auspicio è che l’Italia, in particolare, si uniformi agli orientamenti europei in favore della sostenibilità ambientale, tralasciando gli scetticismi.