Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Newsletter subscribe

Registrandoti accetti la nostra informativa sulla Privacy

Gestione dei rifiuti, Sostenibilità

Il problema dello smaltimento degli pneumatici usati

smaltimento pneumatici usati
Posted: 3 Aprile 2015 alle 9:02   /   by   /   comments (0)

Glipneumatici esausti pongono degli enormi problemi per il loro trattamento e lo smaltimento finale. Degli oltre 3,5 milioni di tonnellate di pneumatici usati (tra parzialmente consumati e fuori uso) prodotti in Europa ogni anno una buona parte viene ancora smaltita in discarica con conseguente perdita di materia e di energia.

Lo smaltimento in discarica degli pneumatici fuori uso rappresenta quindi un problema ambientale di dimensioni notevoli, considerata l’enorme mole di ingombro e tutti i problemi connessi, quali scarsa biodegradabilità, facilità di combustione, ristagno d’acqua con proliferazione di insetti e rischio di infezioni.

È possibile però recuperare gli pneumatici fuori uso. Il pneumatico è infatti composto da materie che possono essere reimpiegate in nuovi processi produttivi. È doveroso premettere però che, mentre il recupero energetico, in particolare quello effettuato nelle industrie cementiere, ha dimostrato di saper conseguire risultati eccellenti, il recupero degli pneumatici fuori uso mediante il reimpiego dei propri composti in altri processi produttivi stenta a decollare, perché risente fortemente degli elevati costi di lavorazione necessari ai processi di trattamento di rifiuti ad elevato contenuto di acciaio.

Gli pneumatici usati vengono oggi generalmente recuperati attraverso uno dei seguenti processi:

  • Ricostruzione
  • Incenerimento con recupero energetico
  • Riciclo meccanico
  • Pirolisi

Il pneumatico ricostruito è un pneumatico al quale è stato sostituito il battistrada usurato con materiale nuovo, dalle caratteristiche del tutto simili all’originale. Questo rappresenta uno dei metodi di recupero più efficaci, in quanto consente il riuso di circa l’80% dei materiali che lo compongono (gomma, elastomeri, acciaio).

La termodistruzione con recupero di energia degli pneumatici fuori uso e altri rifiuti in gomma è ormai una tecnologia matura: gli impianti sono infatti in grado di assicurare un trattamento tecnologicamente affidabile ed efficiente, nel rispetto dei parametri ambientali. Le tecnologie più diffuse sono due: quella del forno a tamburo rotante, il quale permette anche l’alimentazione di pneumatici interi, e quella dei forni a letto fluido, nei quali possono essere inseriti solo gli pneumatici triturati, con un leggero aggravio dei costi di trattamento.

Il riciclo meccanico della gomma consiste nella riduzione del materiale recuperato in granulometrie omogenee che consentano il reimpiego del materiale stesso nella mescola utilizzata per la produzione dei nuovi manufatti. Grazie infatti a procedimenti industriali di taglio e granulazione degli pneumatici, è possibile separarne le diverse componenti (gomma, acciaio e fibra) ottenendo un materiale utilizzabile in molteplici maniere: mattonelle, pannelli fonoassorbenti, superfici sportive, suole per calzature, ruote per carrelli, pavimentazioni stradali, componenti per automobili, e numerosi altri.

Lo smaltimento tramite pirolisi consiste in una degradazione termica in atmosfera inerte, ottenuta mediante riscaldamento indiretto, in seguito al quale gli pneumatici subiscono un cracking termico a temperature sui 500/600 °C, scindendosi in una componente solida (char), una parte liquida (oli) e una gassosa (syngas), in parte condensabile.
Da tutti i dati di letteratura, le quantità delle tre frazioni che si possono ottenere dipendono, oltre che dal tipo di processo che si utilizza, dai parametri operativi quali temperatura, pressione e tempo di permanenza del rifiuto nel reattore, nonché dalle temperature a cui viene operata la successiva fase di condensazione.

Indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, il trattamento e lo smaltimento degli pneumatici usati rappresenta un problema non indifferente anche per i Paesi extraeuropei e in particolare in quelli in forte espansione industriale ed economica come Cina, India, Brasile e Russia. A titolo puramente semplificativo, e indice dell’attualità del problema, Repubblica.it il 16 maggio 2013 riportava la seguente notizia: “Più di 7 milioni di pneumatici sono stati abbandonati nei deserti del Kuwait. Le immagini mostrano la montagna di gomme usate visibili addirittura dallo spazio. Il Kuwait paga quattro diverse compagnie per scavare delle buche che siano riempite da milioni di pneumatici usati che si accumulano un anno dopo l’altro”.

Comments (0)

write a comment