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Il limite introdotto dal DL Asset al potere delle Soprintendenze nei procedimenti autorizzativi per gli impianti rinnovabili
di Francesca Pitrelli
Il 5 ottobre scorso la Camera dei Deputati ha approvato con 155 voti a favore, 108 contrari e 2 astenuti il DL Asset.
Oltre a rimodulare tra l’altro la tassa sugli extraprofitti bancari, il Decreto Legge approvato da Palazzo Madama introduce nel panorama legislativo una norma di estrema importanza per gli operatori del settore rinnovabili che, specialmente nell’ultimo periodo, sono costretti a muoversi nella palude Stigia del permitting.
La disposizione in questione è l’Articolo 12-ter (Misure a favore degli impianti alimentati da fonti rinnovabili) il quale prevede, modificando l’Articolo 12, comma 3-bis, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, che “gli effetti delle nuove dichiarazioni di notevole interesse pubblico di cui all’articolo 140 Codice dei beni culturali e del paesaggio, non si applicano alle opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili i cui procedimenti autorizzativi abbiano già ottenuto, prima dell’avvio del procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico, il provvedimento di VIA ovvero altro titolo abilitativo previsto dalle norme vigenti”.
Con questa nuova norma viene quindi bloccato il potere delle Soprintendenze per i procedimenti autorizzativi di impianti rinnovabili che hanno già ottenuto il provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o altro provvedimento autorizzativo.
Il Ministero della Cultura (MIC) e le Soprintendenze sono da tempo al centro di numerose polemiche in merito alle opposizioni avanzate in sede di Conferenza di Servizi per la costruzione di impianti rinnovabili in particolare in alcune regioni italiane in cui lo sviluppo delle energie pulite dovrebbe essere invece “naturale” considerate le caratteristiche morfologiche del territorio.
Sebbene la dichiarazione di notevole interesse pubblico, ai sensi dell’Articolo 140 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, “detta la specifica disciplina intesa ad assicurare la conservazione dei valori espressi dagli aspetti e caratteri peculiari del territorio considerato”, la giustizia amministrativa e alcuni recenti provvedimenti normativi emanati in ottica di semplificazione delle procedure autorizzative (es il Decreto Semplificazioni PNRR) hanno notevolmente ridotto la sfera di influenza del Ministero della Cultura.
Nel caso di realizzazione di impianti rinnovabili in particolare il consolidato orientamento dei giudici di Palazzo Spada è che “la determinazione conclusiva ed il rilascio dell’autorizzazione unica sono il frutto di una valutazione più ampia degli interessi coinvolti, e, segnatamente, del bilanciamento tra tutela del territorio e il particolare favor riconosciuto alle fonti energetiche rinnovabili dalla disciplina interna e sovranazionale”.
Il DL Asset sembra quindi dare ad alcuni operatori che gravitano nel settore energetico un po’ di respiro, ma non è sufficiente.
Un altro tassello importante per il comparto è sicuramente la revisione del discusso Decreto Aree Idonee la cui formulazione attuale rischia di compromettere il raggiungimento dei target stabiliti dal PNIEC nonché di dare una battuta d’arresto definitiva allo sviluppo delle rinnovabili il cui quadro è già parecchio ricco di incognite.