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Il Governo Meloni alle prese con la sessione di bilancio: tempi e procedure
di Martina Molino
Il Governo Meloni ha iniziato a lavorare alla stesura della seconda Legge di Bilancio del suo mandato.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti – che durante il Forum Ambrosetti ha commentato “il bilancio pubblico è la coscienza di una nazione e la nostra libertà economica dipenderà dal livello di debito pubblico che avremo in futuro” – ha dichiarato che la Legge di Bilancio 2024 avrà come priorità “il varo di interventi a favore dei redditi medio-bassi, fasce deboli e denatalità, nonché misure per tutelare e favorire la crescita e lo sviluppo delle imprese”.
A proposito di imprese il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi durante la conferenza stampa seguita all’assemblea annuale che si è tenuta il 15 settembre scorso commenta “Nella prossima legge di bilancio penso che come Paese dobbiamo lavorare e concentrarsi su tre cose: redditi delle famiglie con il taglio strutturale del cuneo, spinta agli investimenti e riforme”.
Ma cos’è la Legge di Bilancio? Quali sono i passaggi decisivi per la sua adozione?
La Legge di Bilancio è disciplinata dall’articolo 81 della Costituzione e deve essere tassativamente approvata entro il 31 dicembre di ogni anno, pena l’esercizio provvisorio del bilancio.
L’adozione della Legge rappresenta però solo il passaggio finale di un percorso più lungo, il cosiddetto “ciclo di bilancio”, attraverso il quale viene elaborato e approvato il bilancio dello Stato. Tempi e strumenti sono inoltre fortemente influenzati dalle regole di governance economica stabilite dall’Unione europea e, in particolare dal semestre europeo.
Questa prima fase, di carattere programmatico, ha inizio ogni anno in primavera, più precisamente il 10 aprile, con la presentazione del DEF (Documento di Economia e Finanza) che contiene il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di riforma.
Il Parlamento esamina il DEF e approva una risoluzione per impegnare l’esecutivo a presentare una Legge di Bilancio che realizzi gli obiettivi lì dichiarati.
A seguire, entro il 30 aprile, il Governo invia il Programma di Stabilità – il documento economico e finanziario che ciascuno Stato membro facente parte dell’area della moneta unica è tenuto a presentare ogni anno agli organi competenti dell’UE – e il Programma nazionale di riforma (ossia l’atto che definisce annualmente gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla Strategia Europa 2020) alle istituzioni europee (Commissione UE, Consiglio dell’UE), che esprimono le loro raccomandazioni. Il coinvolgimento delle istituzioni europee è necessario, dunque, per garantire il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati Membri dell’UE.
Il ciclo di bilancio prosegue poi in autunno con la fase attuativa, anche detta Sessione di Bilancio, la quale si apre con la presentazione in Aula da parte del Governo entro il 27 settembre della NADEF, ovvero la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, con cui si recepiscono eventuali richieste di variazioni avanzate dalle istituzioni UE, rivedendo le previsioni economiche e finanziarie previste dall’esecutivo nel DEF (Documento di economia e finanza).
Entro il 15 ottobre poi è previsto l’invio a Bruxelles del DPB, il Documento programmatico di Bilancio con cui l’Italia illustra alla Commissione europea e all’Eurogruppo il proprio piano economico per il 2024.
La risposta dell’UE arriva entro un mese e mezzo, con la Commissione europea che potrebbe chiedere al Governo di rivedere alcuni punti pena la bocciatura totale o parziale del documento.
Da calendario poi il 20 ottobre la Legge di Bilancio deve approdare in Parlamento, dando così inizio all’iter parlamentare, inizialmente nelle varie commissioni competenti, successivamente in Aula. È importante precisare che la data del 20 ottobre non è perentoria, visto che in passato è capitato spesso che al Governo occorresse più tempo per presentare in Parlamento il testo di legge.
Se invece a non essere rispettato è il termine del 31 dicembre fissato per l’approvazione definitiva del provvedimento, la Costituzione prevede il passaggio all’esercizio provvisorio.
L’esercizio provvisorio è un regime “eccezionale”, durante il quale la spesa pubblica è consentita “per dodicesimi”. Ogni mese il Governo può utilizzare soltanto un dodicesimo della spesa pubblica prevista nei capitoli del progetto di bilancio.
Secondo il dettame costituzionale, l’esercizio provvisorio deve essere autorizzato a maggioranza assoluta da parte di entrambe le Camere, tramite una legge ad hoc e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Per evitare dunque l’esercizio provvisorio, la manovra deve essere approvata sia dalla Camera sia dal Senato entro il 31 dicembre, per poi entrare in vigore a partire dal 1° gennaio. Il 31 gennaio dell’anno successivo il Governo presenta eventuali provvedimenti collegati alla manovra di bilancio.
Dal 1948 a oggi, in Italia si è fatto ricorso all’esercizio provvisorio per 33 volte. L’ultimo a utilizzarlo è stato il Presidente del Consiglio Giovanni Goria nel 1987.