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Il futuro a 5 Stelle dell’energia
Energia, sviluppo sostenibile e innovazione sono stati al centro del convegno “Energia 5 Stelle: Dal fossile ad efficienza e rinnovabili. Quale via?” svoltosi lunedì scorso presso le sale del Senato in Piazza Capranica. Promotore dell’iniziativa il senatore Gianni Girotto del Movimento 5 Stelle che ha radunato oltre ai colleghi pentastellati di Camera e Senato, esponenti del mondo accademico e associativo. Invito esteso anche al Presidente dell’Autorità per l’Energia Guido Bortoni che ha accettato di prender parte al giro di interventi moderato dal fisico del CNR Valerio Rossi Albertini. Un’occasione dunque per capire come evolve la riflessione del Movimento sui cavalli di battaglia dell’energia, creare un proprio network e attrezzarsi in vista delle prossime sfide politiche nazionali.
I temi all’ordine del giorno sono stati diversi, dalla strategicità della mobilità alternativa alle possibili soluzioni per favorire una seria riqualificazione edilizia, dalle misure per sostenere il fotovoltaico ai ritardi dell’Italia sul metering e sulla mobilità ciclabile. Tante le idee ma tutte declinate in una chiara visione di fondo: la parola chiave delle materie energetiche è “pianificazione”. Per il Movimento, infatti, solo un programma di medio-lungo termine di qui al 2050 può consentire di raggiungere l’obiettivo “fondamentale e veramente “rivoluzionario” di un sistema fondato su efficienza energetica e fonti esclusivamente rinnovabili. Concetto ribadito da Luigi Di Maio e dal capogruppo al Senato Carlo Martelli secondo il quale le tecnologie che renderanno possibile la transizione energetica e l’abbandono del fossile sono già disponibili, mentre ciò che ancora non si intravede è la piena volontà della politica, e non solo di quella italiana. Dario Tamburrano, eurodeputato 5 stelle della Commissione Industria, Ricerca, Energia, nel raccontare dell’iter che ha portato all’approvazione del Clean Energy Package ha sottolineato come a livello di Ue vi sia una maggiore contezza delle dinamiche geopolitiche, spezzando una lancia a favore della Commissione Juncker che ha avuto il merito di aver capito che le battaglie sui prosumers e sulla diffusione della generazione distribuita non solo consentiranno di allentare la dipendenza economica dai Paesi del fossile, ma saranno foriere di un avanzamento in termini di libertà, democrazia e diritti dei cittadini europei. Senza contare che l’elettrochimica e l’intelligenza artificiale potrebbero consentire di superare il limite principale allo sviluppo delle rinnovabili, vale a dire lo stoccaggio. Le speranze dei 5 Stelle sono riposte anche nella cosiddetta blockchain (il sistema di banche dati alla base della valuta Bitcoin) che potrebbe risolvere il nodo della certificazione degli scambi nell’auspicato assetto di generazione distribuita. Scenari che evidentemente andranno tutti verificati.
Al centro del dibattito, naturalmente, anche gli incentivi all’autoconsumo. Secondo l’avvocato Emilio Sani, l’attuale modello di generazione è pensato esclusivamente per le fonti fossili mentre, nell’ottica di un futuro 100% rinnovabili, è essenziale che l’approccio sia flessibile. Ma in un regime di autoconsumo diffuso – si chiedono i 5 Stelle – chi contribuisce agli oneri di sistema? Il senatore Girotto ha anticipato che sta predisponendo un “programma fiscale” per intervenire sulle tariffe anche se – aggiungiamo – su questo punto è evidente che, quale che sia, la proposta politica dovrà fare sintesi con l’Autorità di Bortoni che, come noto, sta ragionando sull’ipotesi di regolare l’autoconsumo con l’estensione dello scambio sul posto. Di certo, l’orientamento dell’Aeegsi – ribadito da Bortoni – è di favorire le Local energy community in sinergia con l’Ue la quale, a sua volta, dovrà fare lo sforzo di esplicitare ulteriormente la precondizione essenziale, ovvero che il modello riguardi solo l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
L’introduzione della Carbon Tax e il superamento del gas sembrano essere altri due punti fermi del programma energetico che i 5 Stelle stanno mettendo a punto, convinti che anche il più “pulito” dei fossili non possa essere il perno delle strategie future. Nel frattempo, una serie di proposte “a costo zero” – come le ha definite il senatore Girotto – sarebbe già un buon punto di partenza, vale a dire un intervento mirato di sistematizzazione delle varie lacune normative e un maggior coinvolgimento di Enea, RSE, GSE e dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo.