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Il DL Energia è legge: un passo avanti per lo sviluppo delle energie rinnovabili?
di Redazione
L’aspettativa degli addetti ai lavori (ma non solo) era davvero alta e al termine dell’approvazione del Decreto Energia in Parlamento i giudizi delle associazioni del settore sono nel complesso positivi. Nei prossimi mesi capiremo quindi se il provvedimento potrà rappresentare quel cambio di passo ulteriore per raggiungere gli (sfidanti) obiettivi europei al 2030.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 7 febbraio è stata infatti pubblicata la legge n° 11 del 2 febbraio 2024, che converte il Decreto Energia così come è stato modificato dalla Camera dei Deputati (al Senato non è stata apportata alcuna modifica).
Il provvedimento contiene importanti misure di interesse per il settore energia tra cui, solo per citarne alcune: norme a favore della sicurezza energetica e della decarbonizzazione per le aziende energivore (electricity release), misure per l’approvvigionamento di gas e sui rigassificatori, azioni per lo sviluppo di filiere delle rinnovabili tra cui la geotermia e l’eolico off-shore, l’istituzione di un Portale digitale da parte di Terna, con dati e informazioni degli interventi di sviluppo della rete elettrica, delle richieste di connessione e dello stato di avanzamento delle procedure, disposizioni per i clienti della maggior tutela del mercato elettrico.
Per il Ministro Gilberto Pichetto, “ora tutte le nostre attenzioni sono rivolte all’attuazione delle norme, che sono in grado di sbloccare ingenti investimenti e di cambiare le prospettive energetiche del nostro Paese, nel solco dei nostri obiettivi ribaditi nelle sedi continentali e internazionali”. “Il Parlamento – ha aggiunto – ha migliorato il testo, un bel segnale per il Paese che presiede il G7 e che ha messo al centro della propria azione di crescita la sostenibilità”.
Tra le novità più rilevanti – rispetto al testo approvato dal Consiglio dei Ministri – da segnalare c’è innanzitutto la rimozione del contributo richiesto agli operatori che realizzano impianti rinnovabili (pari a 10 euro per ogni KW di potenza da versare per tre anni). per cui il fondo MASE sarà costituito dai proventi derivanti dalle aste di cattura del carbonio. Inoltre, il fondo MASE per incentivare le regioni allo sviluppo di tale tipologia di impianti è finalizzato a prevedere anche «la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio, l’accelerazione e la digitalizzazione degli iter autorizzativi degli impianti e delle infrastrutture di rete».
Viene inoltre incrementato di altre 20 unità il numero dei Commissari della Commissione VIA-VAS (diventeranno quindi 70) e viene modificata l’organizzazione della Commissione tecnica PNRR-PNIEC in gruppi e sottogruppi.
Accolto positivamente dagli operatori anche il meccanismo d’asta alternativo (contratti per differenza) al FER X per le rinnovabili mature e al FER 2 per le rinnovabili innovative. Così come la creazione di almeno due aree demaniali marittime nel Mezzogiorno per l’eolico offshore destinate ad ospitare infrastrutture per lo sviluppo di investimenti nella cantieristica navale per la produzione, l’assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti e delle relative infrastrutture elettriche. Il MASE pubblicherà inoltre un «vademecum» per le procedure di autorizzazione unica.
Nel passaggio parlamentare è stato previsto – nell’ambito del nuovo energy release – che le imprese energivore possano sottoscrivere “anche indirettamente” i contratti di approvvigionamento a termine per l’energia rinnovabile. Si abbassa da 1 MW a 200 kW la soglia di potenza degli impianti FER che accedono a questo strumento.
Viene inoltre estesa la possibilità di accedere al portale Terna anche agli operatori interessati allo sviluppo degli impianti rinnovabili e non, dei sistemi di accumulo e degli impianti di consumo.