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Il Bilancio di sostenibilità diventa obbligatorio. Così cambia la Responsabilità Sociale d’Impresa
Imprese obbligatoriamente responsabili. È questa la strada che l’Unione Europea ha deciso di intraprendere in tema di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) con la Direttiva 95/2014 sulle “Comunicazione di informazioni di carattere non finanziario” che prevede norme in essere nei singoli Stati già dall’inizio del 2017.
La necessità di maggiore trasparenza da parte delle imprese sulle informazioni sociali e ambientali trova importante fondamento in alcune risoluzioni del Parlamento Europeo, come quella del 6 febbraio 2013 che afferma: “La comunicazione di informazioni di carattere non finanziario è fondamentale per gestire la transizione verso un’economia globale sostenibile coniugando redditività a lungo termine, giustizia sociale e protezione dell’ambiente. In tale contesto, la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario contribuisce a misurare, monitorare e gestire i risultati delle imprese e il relativo impatto sulla società”.
La Direttiva 95/2014, di modifica della direttiva 2013/34/UE, prevede che le imprese che costituiscono enti di interesse pubblico e che occupano più di 500 dipendenti, siano obbligate a rendicontare una serie di informazioni “non finanziarie” sulle proprie iniziative di sostenibilità in tema ambientale, sociale, di politiche di genere e diversità, di rispetto dei diritti umani e di lotta contro la corruzione. Per le imprese che non applicano politiche in relazione a uno o più dei predetti aspetti, la dichiarazione di carattere non finanziario dovrà fornire una spiegazione chiara e articolata del perché di questa scelta (è la regola del comply or explain).
Quali sono innanzitutto queste imprese di interesse pubblico? Certamente le SPA quotate, le banche, le assicurazioni, e tutte quelle imprese che ogni singolo Stato membro, nel recepimento della direttiva, riterrà di includere nella categoria per via della loro precipua attività, delle loro dimensioni o del numero di dipendenti.
Secondo alcune stime, le imprese su cui andrà ad impattare la nuova norma dovrebbero essere circa 600 in Italia e 8000 in tutta Europa. Ma questi sono dati probabilmente incompleti che si rifanno alla lettera della direttiva e che non tengono conto delle società che verranno considerate dagli Stati membri.
La Direttiva dovrà essere recepita in Italia entro il 6 dicembre 2016 e già al Ministero dello Sviluppo Economico tranquillizzano sulla non onerosità del provvedimento sui bilanci delle imprese. Nella divulgazione delle informazioni di sostenibilità, inoltre, le imprese potranno basarsi su standard nazionali (come il ricorso agli indicatori già elaborati attraverso una procedura partecipata ed in uso attraverso la piattaforma del MISE), dell’Unione europea o internazionali (es. la Global Reporting Initiative).
“Noi siamo in grado di accompagnare da subito le aziende che finora non hanno redatto un bilancio di sostenibilità verso le best practice di reportistica – commenta Giovanni Galgano, direttore di Public Affairs Advisors – per aiutare il nostro sistema di imprese a farsi trovare preparato ai cambiamenti suggeriti da Bruxelles già prima del recepimento della Direttiva. Basta poco per organizzarsi e per cogliere questa opportunità”.