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I primi 60 giorni di Toninelli: molta mobilità, poche infrastrutture
Di Mattia Fadda
Le scelte che vengono fatte a Porta Pia, sede degli uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), sono vitali per lo sviluppo del Paese. Il Movimento 5 stelle ha rivendicato per sé la guida del dicastero assegnandone il timone ad un suo esponente di punta, Danilo Toninelli, archiviando, nelle more dello scontro con il Presidente Mattarella, il nome di Mauro Coltorti. La scelta di indicare Toninelli muove dalla consapevolezza che infrastrutture, trasporti e logistica siano cartina tornasole della reale capacità di un governo di azionare le leve dello sviluppo economico.
Dopo un esordio abbastanza appiattito sull’affaire ONG e sulla dialettica con Matteo Salvini, Danilo Toninelli è pian piano riuscito imporre (anche) parte della propria agenda. Per farlo ha dovuto però sacrificare questioni più strategiche e globali attingendo direttamente dall’armamentario programmatico tradizionale del Movimento 5 Stelle.
Da una parte lo studio assiduo del ministro che ha l’obbligo di abilitarsi sui numerosi e importanti dossier, dall’altra le iniziative comunicative del politico pentastellato verso la base elettorale. Comunicatore efficace e al passo coi tempi, Toninelli usa spesso video social per comunicare col pubblico dei non addetti ai lavori. Nei suoi primi filmati social il Toninelli di Popolo ha elencato le priorità per i cittadini. 1) Al ministero interlocuzione costante con tutti gli stakeholder, ma che sia trasparente: “iniziamo con un registro degli ingressi e con la mia agenda pubblica. Una novità”. In verità l’agenda pubblica l’aveva già adottata il Viceministro dei trasporti Riccardo Nencini nella scorsa legislatura. Il registro pubblico degli ingressi invece mancava al MIT. 2) Sicurezza: “da padre di famiglia conosco l’urgenza di norme contro l’abbandono dei bambini sui seggiolini. Fondamentale anche la sicurezza dei ciclisti. In arrivo i provvedimenti”. 3) Auto elettrica, priorità storica del M5s: “partiamo subito con le auto elettriche negli aeroporti”. 4) Demanio marittimo: “in arrivo una norma per il libero accesso alle spiagge”. 5) Edilizia residenziale pubblica: “presto una banca dati nazionale delle case popolari” per poter valutare come affrontare con comuni e regioni l’emergenza abitativa.
Osservare i due mesi di Toninelli al MIT a contatto con funzionari esperti può dare indicazioni preziose anche sul M5S che governa. Casca in questo senso a fagiolo l’audizione del ministro presso l’8a commissione Lavori Pubblici lo scorso 31 luglio (qui il video dell’intera seduta) sulle linee programmatiche del suo dicastero. Simili le priorità, ma tono e approfondimento differenti per il Toninelli di Governo nella lunga relazione in commissione. Omettendo le questioni che hanno riempito i giornali (Alitalia, Asso 28, TAV Torino-Lione) sarà interessante passare brevemente in rassegna le principali dichiarazioni d’intenti. In questo post trovate perciò in 11 punti la sintesi delle dichiarazioni programmatiche rese dal Ministro al “Parlamento Sovrano”.
Se integriamo i due Toninelli, quello di Popolo e quello di Governo, osserviamo uno slancio importante verso i temi della mobilità delle persone e delle merci ma uno sguardo non sempre sufficientemente lungo sul ruolo delle infrastrutture.
Sul primo fronte, quello della mobilità, ci sono impegni per investire risorse pubbliche sull’infrastruttura di ricarica delle vetture elettriche. Una “rete capillare”, dice il Ministro, per un comparto che merita certamente attenzione ma arriverà ad interessare i comuni automobilisti forse fra 15 anni. Farsi trovare pronti sarà importante, ma nel perseguire gli obiettivi ambientali al 2030 (quelli di Parigi, più che l’ambizioso o meglio velleitario “zero macchine inquinanti in circolazione al 2030”) il Ministro dovrebbe forse tenere in maggior considerazione il principio di neutralità tecnologica e sostenere (o non ostacolare) anche GNL e metano. In un’ora di relazione al Senato Toninelli non cita mai il gas naturale. Importante per il Ministro la mobilità dolce e green. Anche in un piano sulle piste ciclabili “il governo saprà trovare risorse pubbliche”. Bene. Quello dell’autotrasporto è il comparto su cui Il Ministro sembra avere le idee più chiare: “settore vitale”, “sistema pulviscolare che necessita di un sostegno particolare specie in chiave di lotta al dumping e all’abusivismo”, “confermeremo i rimborsi integragli degli aumenti dell’accisa sul gasolio per gli usi commerciali limitatamente ai veicoli meno inquinanti”. Risorse pubbliche.
Chiarissimi anche i principi ispiratori del Ministro. “Rilanceremo le costruzioni ma con un occhio alla rigenerazione urbana. Parole d’ordine: riuso e riqualificazione (…)”. “Non faremo grandi opere faraoniche. Ripareremo e sostituiremo. Serve attenzione alla viabilità: ponti e strade, che metteremo in sicurezza”. Bene le project review che facciano risparmiare gli italiani. Ma risparmiare davvero. Fermare opere troppo costose e inutili senza farne partire di nuove, utili e rapide da cantierizzare darebbe il colpo di grazia ai big nazionali delle costruzioni trascinando nel baratro l’intera filiera che già oggi arranca. Al Governo Conte servono idee anche lato infrastrutture. Riuso e riqualificazioni lasciate alla libera iniziativa e senza una strategia complessiva insieme al piano invasi da 3 miliardi (potenziali) esposto dal Ministro Toninelli, non basteranno di certo a lasciare traccia del cambiamento, a creare occupazione stabile e cubare investimenti sufficienti a spingere in su il PIL.