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G7 Energia, stop all’accordo sul clima ma passi avanti su approvvigionamento e mercati
Si è tenuto a Roma il 9 e 10 aprile scorso il tavolo del G7 Energia. Il vertice ha visto il confronto “ai massimi livelli” con tutti i ministri competenti dei Sette Paesi con ricchezza nazionale netta più grande al mondo (Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Canada) e il commissario Ue all’Energia e al Clima Cañete.
Attenzione speciale è stata dedicata al nuovo segretario all’Energia statunitense Perry, dato che è stata la prima occasione di confronto con la nuova amministrazione USA che rispetto al passato sta assumendo posizioni diverse sui temi energetici. Non a caso l’incontro si è concluso senza una dichiarazione comune dei partecipanti. L’amministrazione USA ha, infatti, chiesto più tempo per portare a termine il processo di revisione di molte delle proprie politiche, tra cui quelle su cambiamenti climatici e gli accordi di Parigi.
Nonostante ciò il vertice è riuscito a raggiungere un ampio consenso sugli argomenti trattati: sicurezza degli approvvigionamenti, decarbonizzazione, e il delicato tema della cybersecurity.
In materia di sicurezza energetica, gli interlocutori si sono focalizzati sulla diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento del gas. “Il combustibile – aveva anticipato alla conferenza stampa di presentazione Gilberto Dialuce, Dirigente Generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche del Ministero dello Sviluppo economico – continua a essere un elemento portante del sistema, che svolgerà sempre più un fondamentale ruolo di backup nello sviluppo delle rinnovabili”.
Per quanto riguarda il gas naturale, il vertice ha discusso la possibilità di dare vita a un mercato più liquido, competitivo e flessibile, anche attraverso accordi tra Paesi esportatori e importatori. Nel caso specifico dell’Italia una forte dipendenza dalla Russia, i minori volumi disponibili in prospettiva dall’Algeria e l’instabilità libica, non possono che portare il Paese a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento di gas naturale non solo per ragioni geopolitiche o tecniche, ma anche per mettere in concorrenza i vari fornitori.
Per quanto riguarda invece il GNL per uso navale, l’ambizione italiana sarebbe quella di diventare una piattaforma per i rifornimenti nel Mediterraneo. Lo stesso Dialuce aveva annunciato lo studio per una “riconversione” a metano liquido di mezzi portuali e traghetti.
Come nei precedenti anni, il vertice ha trattato anche la questione dell’Ucraina, presentando un bilancio sui 3 anni di attività svoltesi in merito e ha ragionato anche su possibili coordinamenti tra gli operatori delle reti gas europei e di Kiev.
Per quanto riguarda la cybersecurity, il vertice si è posto l’obiettivo di scambiare best practice e strategie avviando un’azione di coordinamento, anche in vista di un workshop dedicato che si terrà nella seconda parte dell’anno.
Ampio spazio è stato poi riservato alla sostenibilità dei trasporti. Si è parlato di biocarburanti di seconda generazione, mobilità elettrica, metano e GNL, notando che il settore è quello su cui sarà più difficile avere una penetrazione delle rinnovabili, soprattutto per gli aerei. Si è sottolineato, infatti, che la decarbonizzazione dei trasporti è un obiettivo di lungo termine.