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Fine tutela, quale “soluzione” nel Milleproroghe?
di Gianmarco Maisto
Cresce l’attesa in vista della conversione in legge del decreto Milleproroghe attualmente all’esame delle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. Nella sua formulazione originale, il provvedimento prevede – tra le altre cose – il rinvio indiscriminato al 1° gennaio 2022 del completamento della liberalizzazione del mercato della vendita di energia elettrica e gas, ma il testo licenziato dal Governo sarà con ogni probabilità modificato nel corso dell’esame parlamentare: diversi, infatti, sono gli emendamenti presentati dalle forze politiche di maggioranza e opposizione con l’obiettivo di migliorare la norma sul Fine tutela.
Tra le proposte della maggioranza, un emendamento a prima firma dei deputati Andrea Sut (Movimento 5 Stelle) e Martina Nardi (Partito Democratico) – e sostenuto anche dalla componente renziana di Italia Viva – propone la cessazione dei prezzi tutelati dal 1° gennaio 2021 per le piccole imprese e a decorrere dal 1° gennaio 2022 per le microimprese e per i domestici, operando così quella distinzione tra tipologie di clienti che secondo gli stakeholder è quanto mai opportuna se non altro per ingenerare un percorso “ragionato” per l’uscita dalla maggior tutela. Se la distinzione tra piccole e micro imprese sembra comunque suscitare qualche perplessità, la proposta della maggioranza – certamente ancora migliorabile – segna un passo in avanti rispetto al testo di partenza uscito da Palazzo Chigi che si limitava a recepire in maniera “pigra” la proroga tout court al 2022 che la Presidenza del Senato aveva dichiarato inammissibile durante l’esame dell’ultima Legge di Bilancio.
In attesa che il Milleproroghe completi il suo iter, in Parlamento si moltiplicano le iniziative e gli approfondimenti sul Fine tutela: in Commissione Attività produttive della Camera è infatti iniziata la discussione della risoluzione dell’Onorevole Luca Squeri (Forza Italia) “sulla liberalizzazione del settore del gas naturale e dell’energia elettrica”, mentre la Commissione Industria del Senato si appresta ad esaminare un apposito affare assegnato che affronterà anche i temi della trasparenza e della struttura di costo del mercato elettrico, e degli effetti in bolletta per gli utenti.