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Energie rinnovabili: le nuove raccomandazioni della Commissione europea in tema di procedure autorizzative e aste
di Francesca Pitrelli
Nel mentre in Italia il “DL Agricoltura” suscita parecchio scalpore tra gli operatori e i tecnici del settore per la sua portata copernicana (in peius), la Commissione europea adotta una serie di nuove raccomandazioni e orientamenti volti a semplificare le procedure di autorizzazione per l’installazione di impianti rinnovabili.
“Le indicazioni fornite oggi dalla Commissione aiuteranno gli Stati membri ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili – ha commentato Kadri Simson la commissaria europea all’energia – “A due anni dall’adozione del piano REPowerEU, è importante dare un ulteriore impulso alle fonti energetiche rinnovabili per consentire all’Unione europea di essere sempre più indipendente dai combustibili fossili provenienti dalla Russia” ha poi proseguito.
Nei documenti emessi da Bruxelles (di seguito esaminati) il 13 maggio scorso viene sottolineata l’importanza strategica che l’energia ed in particolare quella rinnovabile riveste per il vecchio Continente.
Si legge difatti che gli Stati membri per uno sviluppo nonché una maggior diffusione di impianti rinnovabili dovranno tener conto di una molteplicità di fattori nell’adozione delle proprie politiche programmatiche. Tra questi:
- il potenziale di produzione delle energie rinnovabili di suolo, sottosuolo, mare o acque interne (ovvero devono identificare quali aree hanno potenziale maggiore per l’installazione di progetti di energia rinnovabile rispetto ad altre);
- la richiesta di energia, dunque il meccanismo demand-response e la penetrazione di diverse forme di energia nel sistema elettrico;
- la disponibilità di infrastrutture energetiche robuste, comprese le reti, lo stoccaggio e altri strumenti di flessibilità.
Gli Stati membri, a detta dell’esecutivo europeo, dovrebbero quanto prima mappare le aree potenzialmente interessate da impianti rinnovabili in sinergia con autorità ed enti nazionali, regionali e locali, compresi gli operatori di rete. In questa attività dovrebbero essere coinvolti anche i cittadini in modo da identificare quali siano le esigenze dei singoli territori in termini di fabbisogno energetico e favorire, nonché migliorare, il dibattito in merito all’accettazione dei progetti rinnovabili.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre limitare al minimo necessario le aree in cui non è consentito istallare impianti rinnovabili (“zone di esclusione“), fornendo informazioni chiare e trasparenti agli operatori.
In relazione alla definizione delle “aree di accelerazione” (renewables acceleration areas (RAAs) – volte invece ad ospitare gli impianti rinnovabili – la Commissione sottolinea (ancora una volta) che dovranno essere individuate dai Governi entro il 21 febbraio 2026.
Un altro tema emerso durante la riunione del 13 maggio è stato il meccanismo delle aste che, oltre a svolgere un ruolo chiave per l’intero settore, rappresenta un importante fattore di crescita e di competitività per gli Stati. Bruxelles fornisce una serie di raccomandazioni ai governi nazionali su come introdurre criteri diversi dal prezzo nelle aste per i progetti rinnovabili. I Paesi dell’Unione europea potranno difatti includere nella progettazione delle aste altri criteri quali “la qualità del progetto, la capacità di consegnarlo nelle tempistiche definite, una condotta aziendale responsabile, la sicurezza informatica e dei dati, la sostenibilità ambientale e il grado di innovazione dell’opera.” A questo proposito nel comunicato diffuso dalla Commissione è riportato che è stata aggiornata la piattaforma per lo sviluppo delle energie rinnovabili dell’Unione, un sistema online in cui gli Stati membri pubblicheranno informazioni sui calendari delle aste che intendono bandire. Tali informazioni dovrebbero includere i tempi e la frequenza delle aste, la capacità messa all’asta, il budget pianificato e le tecnologie ammissibili.