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Energia, ecco chi se ne occuperà in Parlamento (e chi invece non potrà più farlo)
di Mattia Fadda e Isabella Alfano, Public Affairs Advisors
Sotto il cappello “energia” stanno decine di fondamentali questioni che riguardano la vita delle persone e delle imprese; nessuna di queste è banale né semplice e può dunque essere affrontata con distrazione dal Parlamento. Tanto meno oggi che il costo delle materie prime energetiche è così alto da compromettere i conti di famiglie e aziende.
Ma se le bollette spaventano, preoccuperà a maggior ragione ricordare che produzione, trasporto, e vendita di luce e gas sono mercati aperti e concorrenziali con cui non occorre giocare al piccolo statista. Sbagliare a calibrare gli interventi immaginati per alleviare o sorreggere i consumatori può infatti distruggere i conti pubblici o far saltare questi mercati, mandando a carte e quarantotto migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori che vi operano.
C’è da dire che nell’agenda dei Governi – quello uscente e quello che arriverà fra un mese – le “bollette” sono al primo posto. Rimane solo da capire, perciò, chi saranno i parlamentari che, tra Camera e Senato, dal 13 ottobre in poi, avranno in mano la partita più delicata di inizio legislatura.
Da una ricognizione di Public Affairs Advisors quelli che seguono potrebbero essere alcuni dei parlamentari che si occuperanno di energia dal versante economico-industriale o da quello ambientale.
Per Fratelli d’Italia citiamo Riccardo Zucconi, deputato uscente e capogruppo nella Commissione Attività Produttive, e Gianni Lampis, attuale assessore all’Ambiente della Sardegna. Ma altre figure dovranno sicuramente emergere dal più folto gruppo parlamentare.
La mancata rielezione di Paolo Arrigoni, responsabile energia della Lega e senatore uscente, lascia il partito sguarnito su dossier che per cinque anni anni aveva seguito con profitto e contro le previsioni iniziali.
Almeno sul lato Ambientale, l’on. Vannia Gava, oggi sottosegretaria di Stato al MiTE nel Governo Draghi e vincitrice nel collegio uninominale di Pordenone, potrebbe forse riuscire a colmare parte del vuoto.
In Forza Italia è una garanzia Luca Squeri, responsabile nazionale energia del partito e deputato uscente di molta esperienza, e oggi rieletto. Squeri ha sensibilità per ambire anche a ruoli prestigiosi. Lato efficienza energetica c’è poi Erica Mazzetti, deputata uscente e membro della Commissione Ambiente passata legislatura.
Nelle file dell’opposizione, il Partito Democratico perde, poiché non rielette, due presidenti di commissione parlamentare uscenti, la massese Martina Nardi e la veronese Alessia Rotta. Come sia possibile depauperare tanta esperienza rimane un mistero. Fortunatamente tornerà in Parlamento il lombardo Vinicio Peluffo che nella penultima legislatura fu riferimento per gli operatori dei mercati energetici oltre che per consumatori e utenti. Confermata invece la responsabile energia del Partito, Chiara Braga, conoscitrice dei dossier ed influente nel partito ma più appassionata di ecologia piuttosto che di economia.
Dal 13 ottobre ritornerà a Montecitorio Silvia Fregolent che per Italia Viva si è occupata di energia dalla commissione ambiente. Fuori invece rimangono Sara Moretto e Donatella Conzatti. Anche Giuseppe Zollino di Azione non ce l’ha fatta. Ma per il partito di Carlo Calenda è proprio il leader ad essere esperto e attento ai temi energetici da una prospettiva tanto industriale quanto strategica.
Se il Movimento 5 Stelle per 9 anni ha avuto come riferimento lato energia Gianni Girotto e Davide Crippa, entrambi ai saluti, oggi si affida a Sergio Costa (già Ministro dell’ambiente, avvezzo a procrastinare le decisioni indifferibili) e a Ilaria Fontana, attuale Sottosegretaria al Ministero della Transizione ecologica e membro del Comitato M5S per la transizione ecologica. Chi invece aveva fortemente puntato su Livio De Santoli, esperto di comunità energetiche e presidente del Coordinamento FREE, rimarrà deluso di sapere che nonostante la doppia candidatura nelle liste pentastellate, il docente non è stato eletto.
In conclusione, se nella composizione delle liste – stilate quando la crisi energetica era già conclamata- non si è intravista l’attenzione dei capi partito nel selezionare ceto politico attrezzato per le sfide energetiche, ora ci si augura almeno una maniacale attenzione nell’individuazione dei presidenti e dei capigruppo delle due commissioni parlamentari – che devono essere esperti di materia energetica- e nella scelta del Ministro e dei sottosegretari al MiTE.
Da questi ultimi incarichi andrebbero poi esclusi capi corrente o capi bastone che il Manuale Cencelli finisce spesso per appuntare sulla lista del Presidente incaricato, per convergere così su figure di esperienza ministeriale capaci di dare continuità a dossier e agli organismi chiave, oppure su politici stimati dal mercato anche se esclusi dalla lotteria del Rosatellum o la miopia dei leader.Non è tempo di esperimenti o di cercare nuovi talenti, occorre conoscenza della materia per allontanare lo spettro del blackout che l’Italia rischia.