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Elezioni europee 2024: cambiano le regole dei giochi
di Giuditta Brambilla
Manca poco meno di un anno alle prossime elezioni europee.
Tra il 6 e il 9 giugno 2024, i cittadini dell’Unione Europea saranno infatti chiamati alle urne per eleggere (o rieleggere) i membri dell’Assemblea legislativa con sede a Strasburgo.
Mentre gli eurodeputati attualmente in carica decidono se ricandidarsi o meno e le forze politiche iniziato a riflettere sulle linee programmatiche da proporre, ci sono due nodi centrali che necessitano di essere affrontati con priorità: la legge elettorale e la distribuzione dei seggi del Parlamento UE.
Le modalità di elezione del Parlamento UE sono regolate sia dalla legislazione europea (art. 14 del Trattato sull’Unione Europea, art. 20,22,23 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, art. 39 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e l’Atto del 20 settembre 1076 relativo all’elezione dei rappresentanti nell’assemblea a suffragio universale diretto, come modificato dalla Decisione (UE, Euratom) 32018/994 del Consiglio del 13 luglio 2018) sia da norme nazionali che, in quanto tali, variano da Paese a Paese.
Di fatto, la legislazione europea definisce norme e principi comuni per gli Stati Membri, quali ad esempio il principio di proporzionalità decrescente e le soglie minime per l’attribuzione dei seggi, mentre è di competenza nazionale la definizione del sistema elettorale e del numero delle circoscrizioni.
Per quanto concerne invece la composizione dell’Assemblea legislativa, secondi i principi sanciti dai Trattati costituenti, gli eurodeputati possono essere al massimo 750 ed i seggi assegnati ai singoli Stati Membri variano da un minimo di 6 a un massimo di 96. Inoltre, secondo il principio della “proporzionalità decrescente”, i Paesi più piccoli in termini demografici eleggono un numero di eurodeputati minore e, anche, rappresentano un numero inferiore di persone.
In vista del prossimo appuntamento elettorale a giugno 2024, il Parlamento Europeo ha proposto di modificare sia le modalità di elezione che la composizione dell’Assemblea legislativa europea.
La prima proposta di modifica, relativa all’Atto elettorale europeo, è stata presentata nel gennaio 2021 e formalmente adottata dalla plenaria di Strasburgo a maggio 2022. Tra le modifiche proposte rientrano:
– la creazione di una circoscrizione paneuropea, che comprenda il territorio di tutti gli stati membri e nella quale verrebbero eletti 28 eurodeputati tramite liste transnazionali
– l’assegnazione a ogni elettore di due voti, uno per l’elezione di un eurodeputato nella circoscrizione nazionale e uno per l’elezione di un membro all’interno della circoscrizione paneuropea
– in tutti gli Stati Membri, le elezioni sarebbero svolte il 9 maggio, ovvero nella giornata dell’Europa
-il diritto per i cittadini europei di eleggere il Presidente della Commissione UE sulla base del sistema dello “Spitzenkandidat”, attraverso le liste paneuropee.
A distanza di poco più di un anno, il 15 giugno 2023, il Parlamento Europeo ha deciso di aggiungere un tassello tramite l’adozione di una risoluzione con annessa una proposta di Decisione del Consiglio volta a modificare l’assegnazione dei seggi per meglio riflettere i cambiamenti demografici verificatisi dopo le scorse elezioni del 2019.
Nello specifico, gli eurodeputati chiedono che alle elezioni del prossimo anno i seggi siano complessivamente aumentati dai 705 attuali a 716. Degli 11 seggi aggiuntivi, 4 sarebbero assegnati a Spagna (2) e Paesi Bassi (2), mentre Austria, Danimarca, Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Slovenia e Lettonia avrebbero tutti un seggio aggiuntivo. Il Parlamento propone anche di mantenere una riserva di 28 seggi per gli eurodeputati potenzialmente eletti nella circoscrizione paneuropea transnazionale proposta, previa approvazione della modifica dell’Atto elettorale europea.
La questione è ora in mano al Consiglio, che dovrà unanimemente avallare le due modifiche e ritrasferirle al Parlamento per l’approvazione finale.
Secondo quanto riportato sul sito internet del Consiglio dell’UE, la legge elettorale è stata discussa dal Consiglio “Affari Generali” dello scorso 27 giugno. “I ministri hanno sottolineato le principali disposizioni che sono disposti a discutere ulteriormente, nonché le proposte che hanno difficoltà ad appoggiare. Il dibattito ha confermato il forte sostegno degli Stati membri agli sforzi volti a rafforzare la dimensione europea delle elezioni del PE, nonché i loro diversi punti di vista su elementi specifici della proposta del PE.
Vari ministri hanno sottolineato l’importanza di rispettare le specificità di ciascun paese nell’organizzazione delle elezioni e hanno espresso riserve su varie proposte volte ad armonizzare il processo elettorale in tutta l’UE. Le maggiori difficoltà sono state rilevate in relazione alle proposte concernenti il sistema dei candidati principali e una circoscrizione elettorale a livello di UE basata su liste transnazionali”.
Spetta ora alla Presidenza spagnola proseguire i lavori e giungere ad un accordo finale. I tempi sono stretti, soprattutto considerando che gli Stati Membri dovranno poi avere il tempo di modificare le proprie disposizioni interne in linea con quanto approvato a livello europeo.