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DL Agricoltura: il giano bifronte tra energia e agricoltura? Voci e commenti dalla Lombardia

Posted: 14 Giugno 2024 alle 9:59   /   by   /   comments (0)

di redazione R.E.gions2030 *

COSA PREVEDE IL DECRETO
In questi giorni è all’esame della Commissione Industria del Senato il decreto-legge n.63 del 15 maggio 2024 cd “DL Agricoltura” che prevede alcune limitazioni all’installazione di impianti fotovoltaici in area agricola. Il decreto, tuttavia, fa salvi i progetti fotovoltaici finalizzati alla costituzione di una Comunità energetica rinnovabile, i progetti attuativi delle altre misure di investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), i progetti realizzati in cave e miniere, nei siti a disposizione del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, delle società concessionarie autostradali e delle società di gestione aeroportuale; nelle aree interne agli impianti industriali e nelle aree adiacenti alla rete autostradale entro una distanza non superiore a 300 metri.
Il decreto ha suscitato il plauso di una parte degli agricoltori e al tempo stesso preoccupazioni tra gli operatori del settore energetico.

ENERGIA E AGRICOLTURA: LE RICHIESTE DELLE ASSOCIAZIONI
La scorsa settimana è iniziato un breve ciclo di audizioni a cui sono intervenute le principali associazioni del comparto energetico quali Elettricità Futura, Italia Solare, ANIE e di quello agricolo tra cui Coldiretti e Confagricoltura.
Il settore energetico ha evidenziato l’importanza che il decreto contempli tutte le tipologie dell’agrivoltaico, sottolineando inoltre come il fotovoltaico a terra sia la fonte di energia elettrica meno cara e che l’energia prodotta da impianti utility scale costi un terzo dell’elettricità generata dagli impianti fotovoltaici residenziale sui tetti. In alcuni casi è stato proposto di salvaguardare tutti i procedimenti in corso facendo riferimento alla richiesta di connessione.
Il comparto agricolo, in particolare Coldiretti, condivide la misura predisposta dal Governo in ottica di tutela del suolo agricolo. Coldiretti sostiene che l’introduzione dell’articolo 5 sia uno dei passaggi più importanti del provvedimento e che il fotovoltaico a terra si dovrebbe realizzare in determinate zone quali i bacini di accumulo e le cave dismesse.
Confagricoltura, d’altro canto, accoglie positivamente l’articolo 5 in quanto dichiara che da sempre l’associazione ribadisce che l’agrivoltaico deve essere uno strumento nelle mani dell’imprenditore agricolo e non dei fondi speculativi. Secondo l’associazione è necessario precisare quale sia il suolo agricolo che si vuole preservare, cioè quello produttivo, in quanto indispensabile. Tema diverso è invece la realizzazione di impianti fotovoltaici in zone improduttive o dismesse.

LOMBARDIA: LE VOCI DAL TERRITORIO
La Lombardia, oltre ad essere una delle regioni italiane a maggior vocazione agricola, è un territorio che ultimamente sta destando particolare interesse per gli operatori energetici.
Sul Decreto Agricoltura e più generale sulle opportunità di un eventuale sviluppo dell’agrivoltaico diverse sono state le voci che si sono pronunciate sul tema.
L’Assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste Alessandro Beduschi commenta che con queste misure dedicate all’agricoltura “il Governo conferma la massima attenzione per un settore che è sempre più al centro delle politiche nazionali. Tra i provvedimenti che ci riguardano da vicino va sottolineato lo stop agli impianti fotovoltaici a terra. Con il ministro Lollobrigida c’è piena unità d’intenti e per questo continueremo a lavorare nell’interesse dell’agricoltura lombarda e nazionale.”
Il Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega, ha dichiarato che “il decreto-legge offre risposte molto attese dal mondo agricolo e non solo. Non è una semplice reazione alle proteste degli ultimi mesi, ma è la conferma che per questo governo l’agricoltura è una priorità strategica che vogliamo portare avanti con misure concrete e risorse specifiche. Sul tema dell’agrivoltaico è stata trovata una buona soluzione, che tiene insieme la tutela dei terreni agricoli e lo sviluppo non invasivo delle energie rinnovabili”.
Per il Deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo il Governo vuole “governare la modernità e la sostenibilità economica senza dimenticare la grande attenzione all’ambiente e al nostro settore produttivo, di cui l’agricoltura rappresenta un tassello fondamentale”. L’obiettivo per il Deputato forzista “è quello di aiutare e valorizzare il settore agricolo italiano impegnato nella transizione”. Per quanto riguarda il burden sharing regionale sulle fonti rinnovabili è convinto che “la Lombardia è abituata ad avere obiettivi sfidanti e particolarmente trainanti non solo per la Regione ma per il Paese. Non mi preoccupa se raggiungiamo il target previsto ma se ascoltiamo le categorie produttive e accogliamo i suggerimenti che arrivano”.
Anche Alan Ferrari, Senatore nella fila del Partito Democratico nella scorsa legislatura, è convinto che “l’agrivoltaico è certamente uno degli interventi più compatibili con alcune zone di Italia. La Lombardia ha una morfologia molto particolare, quindi con moltissime montagne, zone collinari e anche zona di pianura di pregio agricolo. Siamo uno dei produttori di riso più importanti del mondo, quindi, non è semplicissimo inserire il fotovoltaico in generale e anche l’agrivoltaico”. L’esponente lombardo del Partito Democratico si è inoltre espresso sulla recente delibera della Giunta regionale (n.1949 del 26 febbraio 2024) sulle prime regole applicative del Programma regionale energia ambiente clima (Preac) per l’installazione di impianti fotovoltaici e la tutela delle zone agricole affermando che “i cardini del provvedimento mi sembrano ragionevoli, dopo di che con un assetto normativo più completo bisognerà eventualmente apportare delle modifiche al testo ai fini del raggiungimento dei target energetici”.
Giovanni Palli, il Presidente della Provincia di Pavia (uno dei territori lombardi più votati alla produzione agricola e cerealicola) sostiene che “nella provincia, con la sua ricca produzione agricola e in particolare risicola, l’introduzione dell’agrivoltaico deve essere gestita con sensibilità e attenzione verso il mantenimento dell’eccellenza e della sostenibilità del settore”.
Per Palli la Provincia di Pavia può diventare “leader nella transizione energetica verde, dove l’innovazione nel settore delle energie rinnovabili va di pari passo con la tutela e la valorizzazione delle nostre risorse naturali e agricole”. Per quanto riguarda gli obiettivi di burden sharing sulle rinnovabili lombarde il Presidente sostiene che i target previsti siano sfidanti ma che siano raggiungibili “grazie all’ottimo lavoro della Giunta Regionale, che sta spingendo il piede sull’acceleratore della transizione energetica nei nostri territori rendendo necessari strumenti ed approcci nuovi al rapporto tra pubblica amministrazione ed operatori del settore”. Palli, infine, ritiene che solo “grazie ad una pianificazione sovracomunale attenta si possano mettere in campo investimenti che non solo rispettino ma valorizzino l’ambiente e il contesto agricolo in cui vengono inseriti”.
Legambiente Pavia, invece, dichiara di essere a favore delle agroenergie ma nel rispetto del paesaggio rurale e del risparmio del consumo del suolo. “La coesistenza fra agroenergie e coltivazione rappresenta un puntello importante per la decarbonizzazione e la politica energetica , che deve essere simbiotica con lo sviluppo delle coltivazioni. Per il territorio pavese l’agrivoltaico è un’opportuna importante ma la coesistenza fra alcune attività, quali ad esempio quella risicola, e l’agrivoltaico è tecnicamente improbabile e comunque non autorizzabile , stante l’attuale normativa. Il recente DL Agricoltura è irricevibile in tal senso. In un momento in cui occorre chiarezza, ingenera confusione e dubbi”.

*R.E.gions 2030 è il progetto di Public Affairs Advisors ed elemens realizzato con la media partnership di Quotidiano Energia