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DEF e Manovra di aggiustamento approvati in Consiglio dei Ministri. Pil + 1% nei prossimi due anni
IL DEF 2017
Nella riunione del 11 aprile 2017, il Consiglio dei ministri ha discusso e approvato il Documento di economia e finanza (DEF), un documento “pesante” frutto del meticoloso lavoro del Ministro dell’economia e delle finanze Padoan il quale sembra aver trovato l’equilibrio tra le richieste della politica di casa nostra e le regole europee. Come noto, il DEF è il principale strumento della programmazione economico-finanziaria, con indicazioni vincolanti sulla strategia economica e di finanza pubblica per l’anno in corso e per i tre a venire. Si compone di tre macro-sezioni: 1) il Programma di Stabilità dell’Italia che comprende le misure per accelerare la riduzione del debito pubblico e gli obiettivi di politica economica per il triennio successivo, con l’aggiornamento delle previsioni per il 2017; 2) Analisi e tendenze della finanza pubblica contenente i dati del conto economico e del conto di cassa per il 2016, con indicazione delle coperture e, infine, 3) il Programma Nazionale di Riforma (Pnr) che monitora lo stato di avanzamento delle riforme, esplicitando i fattori di natura macroeconomica che hanno effetti sulla competitività e sulla mancata attuazione delle riforme previste. Per quanto riguarda i dati di scenario, il DEF conferma l’obiettivo di abbassare il rapporto deficit-Pil dal 2.2% del 2017 al 1.2% per il 2018. Inoltre, il Governo non ha innalzato la stima di crescita del Pil, che rimane invariata all’ultima previsione dell’1% per il 2018 e il 2019, ma ha portato all’1.1% (+0.1) la crescita nel 2017, consolidando il segno positivo dell’ultimo triennio (+0.1% nel 2014, +0.8% nel 2015, +0.9% nel 2016). Infine, si ribadisce l’impegno di non aumentare l’Iva nella prossima Legge di bilancio. Inoltre, rappresenta una novità rispetto agli anni scorsi l’introduzione dei BES, ovvero gli indicatori di benessere equo e sostenibile che nel DEF trovano posto accanto ai “classici” obiettivi economici: infatti, vengono illustrati l’andamento 1) del reddito medio disponibile, 2) della diseguaglianza dei redditi, 3) della mancata partecipazione al mercato del lavoro, 4) delle emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti. Di certo un’operazione non scontata, visto che il Governo italiano è il primo in Europa – e anche tra i Paesi del G7 – a includere tali parametri nella propria programmazione economica
IL PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORMA
In vista della prossima Legge di Bilancio, ecco dunque tracciato il percorso entro cui dovranno muoversi Governo e Parlamento nei mesi a venire. Viene confermato l’inserimento del capitolo delle privatizzazioni (p. es. di Poste Italiane), con proventi di 5 miliardi per ciascuno dei prossimi tre anni. Previsto anche un nuovo provvedimento per il rilancio della concorrenza da attuare dopo l’approvazione del decreto attualmente in discussione al Senato. Arriva, inoltre, la decontribuzione triennale per gli under 35 al primo impiego stabile e gli interventi per favorire l’occupazione femminile con le agevolazioni sui cosiddetti “secondi redditi”. Un’altra priorità è la semplificazione della giustizia civile insieme alla riforma del processo penale mentre per il fisco si andrà avanti con la semplificazione delle tax expenditures, ossia le deduzioni, detrazioni ed esenzioni che riducono il carico fiscale per il singolo cittadino o per le imprese. Chiudono il cerchio, l’aumento contrattuale medio di 85 euro in vista dei rinnovi 2016-2018 per il pubblico impiego (per un totale di 2.8 mld di euro da stanziare), il nuovo Reddito di Inclusione per sostenere le famiglie in condizione di povertà, e la cedolare secca del 21% sugli affitti brevi Airbnb.
LA “MANOVRINA”
Il Governo ha deciso di presentare il DEF di quest’anno contestualmente alla manovra di aggiustamento dei conti pubblici (cd. “manovrina”) da 3.4 mld di euro, pari a 0.2 punti di Pil, al fine di scongiurare il rischio di procedura d’infrazione per deficit eccessivo che la Commissione Ue potrebbe comminare all’Italia. Tra le misure previste, la principale è probabilmente la possibilità – a partire dal 1° luglio 2017 – anche per le società diverse dalla PA, di ricorrere allo split payment dell’Iva, ossia il meccanismo che obbliga la pubblica amministrazione a trattenere e versare direttamente all’Erario l’imposta sulle fatture emesse dai propri fornitori. A beneficiarne saranno le società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, le società controllate direttamente dagli enti pubblici territoriali, le società quotate in Borsa. Inoltre, è stato portato a 5.000 euro il limite al di sopra del quale i crediti di imposta possono essere usati in compensazione attraverso l’apposizione del visto di conformità del professionista o del revisore legale. È stata confermata l’introduzione di nuove tasse su New slot e Videolotteries per un totale di 500 milioni e a subire un ritocco all’insù saranno anche le accise dei tabacchi con nuove entrate erariali pari a 200 milioni. Da segnalare anche i nuovi tagli alla spesa pubblica per circa 700 milioni di euro e la “rottamazione” delle liti fiscali pendenti all’Agenzia dell’Entrate che dovrebbe assicurare entrate pari a 200 milioni.
IL COMPLETAMENTO DEGLI ITER IN PARLAMENTO E IN EUROPA
Per quanto riguarda il DEF, la palla passa ora alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato che, sentito il parere delle altre Commissioni permanenti e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, hanno meno di 30 giorni per concludere la loro disamina prima di trasmettere il Documento alle rispettive Aule che entro i tre giorni successivi all’approdo del testo dovranno approvare una risoluzione. Il Documento, infatti, dovrà essere inviato alla Commissione europea entro il 30 aprile che a partire da maggio sarà impegnata nella pubblicazione delle “Previsioni economiche di primavera”. Le raccomandazioni specifiche per ciascun Paese sono attese tra fine maggio e inizio giugno e il Governo Gentiloni avrà tempo sino al 30 giugno 2017 per accogliere le eventuali modifiche proposte dall’Ue e approvare ufficialmente il Documento con gli impegni che andranno a vincolare la finanziaria di autunno.
Intanto, nei giorni scorsi la “manovrina” ha ottenuto il sì della Commissione Ue e il Parlamento italiano è ora atteso per la conversione in legge del decreto.