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Crescita delle rinnovabili: oltre agli obiettivi servono gli strumenti
Emilio Conti – Esperto di comunicazione ambientale e consulente di Public Affairs Advisors
È stato presentato a Milano il 9 maggio scorso il Renewable Energy Report 2019, realizzato dall’Energy&Strategy Group, School of Management del Politecnico di Milano, in cui viene fatto il punto del mercato delle rinnovabili al 2018 e vengono illustrati gli scenari futuri alla luce del recente PNIEC, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, messo a punto dal Governo sulla scorta degli obiettivi europei per pianificare lo sviluppo del mercato dell’energia da qui al 2030.
Nel PNIEC per la prima volta dopo diversi anni si torna a parlare di crescita sostenuta in Italia per il comparto delle rinnovabili, soprattutto per il fotovoltaico e l’eolico: le installazioni annuali previste sono nell’ordine dei GW, un’unità di misura che non si vedeva da tempo, e con un andamento di crescita nel periodo 2025-2030 decisamente superiore agli anni precedenti.
Il Renewable Energy Report 2019, alla quinta edizione, fotografa un momento molto particolare: l’attesa della nuova “corsa alle installazioni” che il PNIEC fissa come obiettivo per l’Italia entro il 2030, data in cui si dovrebbero realizzare circa 40 GW di nuova potenza da rinnovabili.
Nel 2018 la nuova potenza installata è stata di 1.162 MW, il 28% in più di quella del 2017. In questo quadro è l’eolico a fare la parte del leone con 511 MW, più del fotovoltaico, 437 MW, seguiti da idroelettrico con 140 MW e le biomasse con soli 74 MW. La potenza complessiva da rinnovabili nel 2018 supera dunque i 54 GW – il 45% del parco di generazione italiano, che è pari a circa 118 GW e non è stato incrementato nell’ultimo anno da fonti tradizionali.
Questo lo stato dell’arte. Il PNIEC prevede un obiettivo di potenza installata al 2030 molto ambizioso: l’eolico dovrebbe crescere di quasi il doppio rispetto al 2017, il fotovoltaico dovrà essere 2,5 volte l’installato attuale, praticamente invariata la potenza idroelettrica (+2%), in crescita quella geotermica (+17%, ma su un contingente molto ridotto) e in calo le biomasse (-9%). Per il fotovoltaico, secondo il Report, ciò si traduce in circa 900 MW di nuove installazioni all’anno fino al 2025 e di 4,8 GW/anno tra il 2025 e il 2030, mentre per l’eolico si prevedono circa 740 MW/anno al 2025, mentre nel secondo periodo si parla di 560 MW/anno.
Secondo il Renewable Energy Report 2019 le criticità legate a questi obiettivi sono molte e riguardano la reale fattibilità del piano: occorre gestire la volatilità dei prezzi attesi, lo storage è ancora lontano dall’essere economicamente competitivo e vi sono difficoltà concrete nell’intervenire sul “patrimonio” installato con azioni efficaci di revamping e repowering. Senza contare, come evidenziato nel corso del dibattito seguito alla presentazione del Report da più di un interlocutore, il problema legato al consumo di suolo e all’accettabilità dei territori ove dovranno nascere i nuovi impianti.
Proprio in merito al consumo di suolo, il Rapporto ha calcolato quante aree agricole sarebbero necessarie, partendo dal possibile utilizzo delle aree dismesse, discariche esaurite o siti bonificati: il potenziale reale di queste aree potrebbe garantire tra il 20% e il 30% del nuovo fotovoltaico e tra il 7% e il 12% della nuova potenza prevista per l’eolico. Ciò dimostra evidenzia l’importanza del repowering, soprattutto per l’eolico, e di percorsi di progettazione partecipata nei territori – forzatamente agricoli per i grandi impianti – che saranno coinvolti da nuove istallazioni.
È evidente, conclude il Rapporto, che agli operatori dovranno essere forniti nuovi strumenti normativi e regolatori che favoriscano la ripresa degli investimenti e facilitino la realizzazione sia dei nuovi impianti sia del revamping e repowering.