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Cosa prevede il pacchetto estivo sull’energia dell’Unione Europea?
La Commissione Juncker ha presentato mercoledì scorso un “pacchetto estivo” con alcune misure che si inseriscono nel quadro della strategia dell’Unione dell’energia che verrà emanata ufficialmente fra 5 mesi. Le proposte, come già aveva anticipato il Commissionario UE per il Clima e l’Energia Miguel Cañete in audizione al Senato, riguardano nello specifico il funzionamento del mercato interno dell’energia, ossia: la ridefinizione dell’assetto di questo mercato, un ruolo rafforzato per i consumatori, la modifica dell’etichettatura di efficienza energetica e la revisione del sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS).
Nuovi assetti di mercato: consumatori che diventano produttori
Per raggiungere gli obiettivi al 2030 che si è prefissata, la Commissione dovrà operare per una radicale trasformazione del sistema dell’energia elettrica in Europa ed è per questo motivo che ha deciso di puntare sulle interconnessioni transfrontaliere per aumentare la concorrenza e sulla generazione distribuita, grazie anche alla significativa riduzione dei costi della tecnologia. In particolare, parlando di autoconsumo, i consumatori possono oggi produrre la propria energia elettrica localmente mediante fonti di energia rinnovabili e consumarla, anche mediante lo stoccaggio di energia su piccola scala (ad esempio, tramite una pompa di calore o una batteria). In questo modo quelli che producono possono risparmiare denaro coprendo direttamente il proprio fabbisogno di energia elettrica anziché acquistarla o addirittura immettere in rete l’eccedenza di elettricità non consumata. A seguito di una consultazione pubblica sull’assetto del mercato dell’energia elettrica, la Commissione avanzerà proposte legislative nel secondo semestre del 2016.
Un new deal per i consumatori?
Attualmente, la maggior parte dei consumatori dell’UE non ha accesso alle informazioni sull’evoluzione dei costi economici e ambientali dell’uso dell’energia. Questi costi variano costantemente a causa, tra l’altro, delle condizioni climatiche e delle nostre abitudini quotidiane. La maggior parte dei consumatori al dettaglio, a volte a propria insaputa, paga un sovrapprezzo per questa stabilità. Questo non solo rende l’energia più costosa perché è necessario pagare per un maggior numero di centrali e reti elettriche per soddisfare i picchi di domanda occasionali, ma ciò significa anche che vengono importati e bruciati più combustibili fossili di quanto sia necessario. Il ruolo svolto dai consumatori nel mercato deve cambiare profondamente. È necessario fornire ai consumatori la possibilità di adattare il proprio consumo di energia in modo da poter beneficiare dell’evoluzione dell’offerta e della domanda in tempo reale. La Commissione ha quindi previsto un nuovo corso (new deal) per i consumatori di energia, che si articola su una strategia fondata su informazione e trasparenza: aiutare i consumatori a risparmiare denaro ed energia grazie a una migliore informazione; conferire loro un margine di scelta più ampio in materia di partecipazione ai mercati dell’energia e mantenere il massimo livello di protezione dei consumatori.
Etichettatura di efficienza energetica: si torna alle origini
La Commissione propone poi di tornare all’originaria scala energetica da A a G, più semplice e comprensibile per i consumatori operando una revisione della direttiva n. 2010/30/UE sull’etichettatura energetica. Il principio dell’“efficienza energetica al primo posto” è fondamentale nella strategia dell’Unione dell’energia.
La riforma del sistema ETS
Il sistema per lo scambio di quote di emissioni nell’UE è il più grande mercato di carbonio nel mondo. La proposta della Commissione UE mira a far sì che tale sistema resti il modo più efficiente per ridurre le emissioni nei decenni a venire. La revisione del sistema prevede che il totale delle quote diminuisca del 2,2% ogni anno a partire dal 2021. Dal 2013, le quote ETS sono state distribuite principalmente mediante aste tenute dagli Stati membri. Nell’attuale periodo di scambi (2013-2020), il 57% del totale delle quote sarà messo all’asta e quelle rimanenti potranno essere assegnate a titolo gratuito. La percentuale di quote da mettere all’asta rimarrà invariata dopo il 2020. Mantenere la quote a titolo gratuito permetterà di salvaguardare la competitività internazionale dei settori industriali più esposti al rischio di delocalizzazione della produzione fuori dell’Ue, verso paesi con una politica meno restrittiva in materia di gas a effetto serra.
È prevista inoltre l’istituzione di un Fondo per l’innovazione a sostegno di investimenti pionieristici in energie rinnovabili, cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) e innovazione a bassa emissione di carbonio nei settori ad elevata intensità energetica.
La proposta legislativa è stata presentata al Parlamento europeo e al Consiglio per adozione, nonché al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni per parere. La Commissione collaborerà con tali istituzioni per portare a buon fine questa iniziativa legislativa. I cittadini e le parti interessate possono formulare osservazioni sulla proposta nelle prossime otto settimane. Tali osservazioni serviranno ad alimentare il dibattito legislativo e saranno trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio.
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