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COP29: le proposte del Parlamento al Governo
di Redazione
Tra l’11 e il 22 novembre si è svolta a Baku, in Azerbaijan, la 29° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a cui l’Italia prende parte.
Due le tematiche di lavoro parallele, con l’obiettivo, come spiegato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sul proprio sito, di validarsi e rafforzarsi a vicenda: “migliorare l’ambizione” con un approccio volto a garantire che tutte le “Parti” si impegnino verso piani nazionali ambiziosi e trasparenza; “consentire l’azione”, ossia mettere in primo piano il ruolo fondamentale della finanza come strumento principale per trasformare l’ambizione in azione e ridurre effettivamente le emissioni, adattandosi ai cambiamenti climatici e affrontandone le conseguenze sino ad ora accorse.
La priorità della COP, come noto, è ottenere riduzioni significative, rapide e durature delle emissioni per mantenere l’innalzamento delle temperature al di sotto della soglia di 1,5°C.
In vista della partecipazione italiana alla COP29, mercoledì 6 novembre i parlamentari italiani si sono attivati per chiedere al Governo di assumere alcuni impegni specifici, tramite la presentazione, discussone e votazione di tre mozioni presso l’Aula della Camera.
Due di queste mozioni provengono dall’ala di minoranza e sono a prima firma degli Onorevoli Fontana e Ruffino, rispettivamente membri del Movimento 5 stelle e di Azione. Di quelle, sono stati approvati alcuni impegni riguardanti il supporto alla creazione di un quadro regolatorio stabile a livello internazionale per favorire investimenti privati sulla produzione di energia rinnovabile, anche con riferimento a tutte le tecnologie idonee alla transizione energetica.
La terza mozione proviene, invece, dalla maggioranza. È stata, infatti, presentata dall’Onorevole Casasco di Forza Italia e sottoscritta anche da altri parlamentari della maggioranza.
Tra i numerosi impegni proposti e approvati (circa venti), rilevano particolarmente:
- la promozione della bioeconomia circolare, attraverso la produzione di beni ed energia da materia rinnovabile per promuovere obiettivi di decarbonizzazione;
- l’adozione di iniziative volte a finanziare, sia tramite risorse pubbliche che private, la transizione ecologica ed energetica;
- promuovere iniziative per stimolare la partecipazione dei cittadini, soprattutto dei giovani, ai processi decisionali in ambito ambientale ed energetico, mediante l’adozione di modelli di informazione il più possibile oggettivi che forniscano tutti gli strumenti necessari alla formazione di una coscienza critica sui processi di transizione verde;
- adottare misure per incentivare le sperimentazioni volte all’abbattimento delle emissioni e allo stoccaggio termine dell’anidride carbonica (carbon capture utilization and Storage – ccus) per garantire l’effettivo sviluppo della filiera stessa e ridurre conseguentemente i livelli e la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, anche attraverso ogni opportuna iniziativa volta al rilevamento e alla riparazione delle fuoriuscite di metano;
- adottare i principi e gli obiettivi dell’economia circolare per estendere il ciclo di vita dei prodotti, il loro riuso, il riciclo e il recupero dei rifiuti, affinché tornino nella filiera del prodotto quali materie prime seconde, incentivandone il relativo mercato e contribuendo all’uso efficiente delle risorse e alla decarbonizzazione;
- perseguire la graduale riduzione dei sussidi alle fonti fossili, prediligendo le fonti rinnovabili e il nucleare all’interno del mix energetico, da realizzare secondo modalità compatibili con lo sviluppo economico e sociale del Paese, promuovendo inoltre la ricerca e l’utilizzo di tutte le fonti energetiche alternative, con particolare riferimento al rafforzamento delle filiere dei bio-combustibili e dell’idrogeno;
Si ricorda che le mozioni sono atti di indirizzo politico, con una funzione di supervisione sull’operato del Governo da parte del Parlamento, come espressione del rapporto di fiducia.
Nello specifico, attraverso le mozioni è possibile promuovere un dibattito e, in alcuni casi, anche una deliberazione in Assemblea, con una determinata direttiva all’Esecutivo.