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Clean energy package, è l’ora del recepimento in Italia
di Gianmarco Maisto
Il Clean energy package lanciato dall’Esecutivo comunitario nel novembre 2016 si compone di otto provvedimenti che mirano a imprimere una forte spinta alla “transizione energetica”. I regolamenti e le direttive del pacchetto messo a punto dalla precedente Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker hanno concluso il loro iter legislativo presso le istituzioni dell’Unione europea (gli ultimi quattro sono stati approvati dall’Ue nel maggio scorso) e per gli Stati membri si aprirà ora la fase del recepimento e dell’implementazione.
Vediamo quindi quali sono alcune delle principali misure che anche l’Italia dovrà adottare nei prossimi mesi.
In ottemperanza al Regolamento sulla governance dell’Unione dell’energia, nel gennaio scorso il Governo Conte I aveva trasmesso a Bruxelles la Proposta di Piano nazionale integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC). A giugno la Commissione europea ha formulato le sue raccomandazioni, mentre la deadline per la presentazione dei Piani nazionali definitivi è fissata al 31 dicembre 2019. Tra gli obiettivi al 2030 del Piano dell’Italia, nella sua versione attuale, figurano una percentuale di energia da rinnovabili nei Consumi Finali Lordi pari al 30%, una quota da FER del 21,6% nei trasporti (a fronte del 14% previsto dall’Ue) e la riduzione dei gas serra – per tutti i settori non ETS – del 33%.
La Camera dei Deputati sta inoltre esaminando in terza lettura il Disegno di Legge di delegazione europea 2018 che contiene le deleghe al Governo per l’attuazione della nuova direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (termine di recepimento marzo 2020) e per il recepimento della direttiva sull’efficienza energetica (termine: giugno/ottobre del prossimo anno). In particolare, la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia prevede l’adozione, da parte di ciascuno Stato membro, della Strategia nazionale per la ristrutturazione del parco di edifici residenziali e non residenziali, la facilitazione dell’accesso ai meccanismi di sostegno agli investimenti nelle ristrutturazioni, una serie di semplificazioni burocratiche e l’obbligo di installazione (in alcune tipologie di edifici) delle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica, la modifica della metodologia di calcolo della prestazione energetica di un edificio.
Vi è poi il tema della RED II, la direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili che fissa al 32% il target Ue per la quota complessiva di energia da FER al 2030. In questo caso il termine per il recepimento degli Stati membri è stabilito al giugno 2021 ma non si esclude un’accelerazione della nuova maggioranza PD – 5 Stelle per favorire in particolare l’attuazione degli articoli della direttiva relativi all’autoconsumo e alle comunità energetiche.