Dalle Istituzioni, Produzione di Energia, Rinnovabili, Unione Europea
Aiuti di stato europei: un freno agli incentivi sulle rinnovabili
I fari dell’Europa sono puntati sugli aiuti di Stato che i Governi, in maniera più o meno disinvolta, dispiegano per proteggere le proprie industrie, e che per farlo utilizzano una delle più importanti leve di competitività a disposizione: l’energia. Tanta è l’attenzione al riguardo, che a Bruxelles si è ritenuto fosse tempo di un aggiornamento sulle “regole del gioco”, per una spinta all’armonizzazione sui meccanismi di incentivo e nell’ottica di una progressiva integrazione dei mercati elettrici.
Ecco quindi approvate lo scorso anno le nuove Linee Guida europee sugli aiuti di Stato in materia di energia e ambiente 2014-2020, che sostituiscono quelle del 2008, non più adatte, evidentemente, ad accompagnare un mercato in forte transizione e soggetto ad una competizione globale. Il testo è frutto di un processo di consultazione avviato lo scorso dicembre e conclusosi in febbraio, sul quale gli Stati membri hanno potuto esprimere le loro osservazioni. A partire dalla data di pubblicazione del documento sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione, vi sarà un anno di tempo per portare le misure nazionali in linea con queste appena adottate.
Il Commissario alla Concorrenza, lo spagnolo Joaquín Almunia, in procinto di terminare il mandato insieme ai suoi colleghi il prossimo autunno, ha così finalizzato il nuovo pacchetto di regole che entrerà in vigore al 1° luglio del 2014. “Osservate speciali” le rinnovabili che, a detta del Commissario, che ha speso chiare parole sul tema, avrebbero ricevuto pesanti aiuti pubblici negli ultimi anni grazie a tariffe fisse non collegate agli effettivi costi del settore, incoraggiando la loro crescita, ma anche creando distorsioni al mercato. Nelle Linee Guida è prevista per loro la graduale sostituzione degli incentivi in conto energia con processi di tipo competitivo come aste, sistemi di premi o certificati. L’Italia è già ben posizionata sul tema ma questo, è bene ricordarlo, non vale per molti Paesi UE che non hanno fatto gli stessi investimenti sulle FER. Tra il 2015 e il 2016, i 28 paesi dovranno avviare procedure d’asta pilota per una piccola quota della nuova potenza e dal 2017 dovranno mettere a regime di gara tutti i nuovi impianti. Introdotte, tuttavia, alcune eccezioni: sono esclusi dalle aste i piccoli impianti (quelli inferiori a 3 MW per l’eolico e a 500 kW per le altre fonti). Essi potranno continuare a beneficiare di qualsiasi sostegno, incluse le tariffe in conto energia. Inoltre, gli impianti allo stadio iniziale di sviluppo con dimensioni inferiori ai 6 MW per l’eolico e 1 MW per le altre fonti, potranno godere di esenzioni. Sarà comunque un processo tutto volto al futuro: nessun intervento retroattivo sarà imposto agli impianti esistenti che abbiano già beneficiato di aiuti.
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