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Agrovoltaico, il Veneto verso una regolamentazione
di Carlo De Nicola
Nella seduta di giovedì 26 maggio, la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Veneto ha concluso l’esame del progetto di legge “Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra”. Il provvedimento sarà nei prossimi giorni votato dalla Commissione consiliare Bilancio per approvazione della clausola finanziaria, e sarà poi esaminato e votato dall’Aula del Consiglio Regionale per l’approvazione definitiva.
In base a quanto reso noto dallo stesso Consiglio Regionale in merito ai lavori, il testo licenziato dalla Commissione differisce notevolmente dal progetto di legge originario: il testo è stato dapprima interamente sostituito da un emendamento presentato dal Consigliere proponente, Roberto Bet (Zaia Presidente), per poi subire ulteriori modificazioni e aggiustamenti tecnici nel corso della discussione.
La nuova versione del testo non è attualmente disponibile al pubblico; tuttavia, secondo alcune fonti di stampa, le novità contenute nel provvedimento dovrebbero riguardare sia le aree idonee e non idonee sia l’inserimento di impianti fotovoltaici e agrovoltaici su suolo agricolo.
Per quanto riguarda il primo tema, il testo dovrebbe contenere un elenco di criteri per l’individuazione delle aree non idonee, recependo anche i criteri attualmente vigenti per le aree idonee (individuate principalmente tra le aree industriali o già compromesse e le aree interessate da cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento e discariche).
Per quanto riguarda l’inserimento di impianti fotovoltaici e agrovoltaici su suolo agricolo, il provvedimento sembra non prevedere una soglia di capacità per gli impianti da ubicare in aree agricole, contrariamente a quanto lasciato trapelare nelle scorse settimane. Si fissa invece una soglia massima di estensione pari a 1/20 della superficie di proprietà dell’azienda agricola per gli impianti fotovoltaici su suolo agricolo, mentre non sarà prevista alcuna soglia di superficie per gli impianti agrovoltaici, purché i progetti siano accompagnati da una relazione agronomica atta a dimostrare la possibilità di proseguire la produzione agricola nel sito interessato dall’impianto. L’agrovoltaico, con analoghe garanzie, potrà anche essere realizzato su aree interessate da coltivazioni DOP e IGP.
In attesa di leggere la versione finale del provvedimento per poterne valutare compiutamente l’effettivo potenziale, dalle anticipazioni che circolano attualmente sembra confermarsi anche in questo caso un cambio di passo nella regolamentazione del fotovoltaico su area agricola. Fino a un anno fa, ben due provvedimenti regionali a poca distanza l’uno dall’altro hanno provato a bloccare tout court la realizzazione di impianti fotovoltaici su suolo agricolo – la legge regionale n. 30/2021 della Basilicata, che fissava a 3 MW la capacità massima per i progetti fotovoltaici su suolo agricolo, e la legge regionale 14/2021 del Lazio, che istituiva una moratoria di 8 mesi per i progetti FV da ubicare su aree qualificate come “di pregio”.
Oggi, la priorità del legislatore è prevedere strumenti volti a quantificare l’impatto sulle coltivazioni degli impianti fotovoltaici, così da individuare soluzioni atte a conciliare l’interesse energetico con quello agricolo. Se questo approccio potrà aiutarci a superare alcune polemiche dettate dal “no a prescindere” di istituzioni e portatori locali di interessi, avremo forse di che ben sperare per la transizione energetica in Italia.