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Autoconsumo e politica energetica. Le proposte dell’Autorità per la riforma delle tariffe
In applicazione al decreto legge Milleproroghe di quest’anno, l’Autorità ha dato avvio al processo di consultazione (Delibera 138/2016/R/eel) per varare una riforma che stabilisca la nuova struttura degli oneri di sistema per i consumatori non domestici. La consultazione è partita a fine maggio e si concluderà il 23 giungo, con una delibera attuativa finale che potrebbe uscire nel mese di settembre.
Delle novità introdotte dal decreto-legge – giunte in sordina ma non meno impattanti – sull’autoconsumo e l’efficienza energetica ne avevamo parlato già qui: l’articolo 3 del Milleproroghe 2016 prefigura un modello di approvvigionamento dell’energia che di fatto infligge un duro colpo ad alcuni comparti quali generazione distribuita ed efficienza energetica. A partire dal 1° gennaio 2016 (quindi stiamo parlando di rivedere bollette già fatturate con conguagli a fine anno, anche se sui tempi anche l’Autorità prevede adattamenti) la struttura delle tariffe sugli oneri generali di sistema per tutti gli utenti non domestici si dovrà uniformare a quella già esistente per le tariffe di rete, pagati non sui consumi o energia prelevata (criterio variabile) ma in base, per lo più, alla potenza impegnata (€/kW impegnati). Cadrà dunque in un certo senso il “principio” alla base di ogni intervento di efficienza: meno consumo, meno pago. Non sarà più così, o non del tutto almeno.
Le ipotesi dell’Autorità
L’Autorità sta infatti condividendo con gli operatori e più in generale tutti gli stakeholder coinvolti almeno tre diverse articolazioni del principio generale indicato dal legislatore. Molto sinteticamente le opzioni sul tavolo sarebbero le seguenti:
- La prima ipotesi è quella di ricalcare per gli oneri di sistema esattamente la stessa struttura oggi esistente per gli oneri di rete (quindi, attraverso un coefficiente applicato alla spesa totale per servizi di rete si determina la spesa totale per oneri generali dello stesso cliente).
- Una seconda ipotesi, chiamata “mista” prevede che la nuova struttura tariffaria sia in parte riflessiva della struttura della tariffa di rete e in parte proporzionale all’energia elettrica prelevata.
- La “terza via” si differenzia dalle altre per il fatto che prevede strutture differenziate per gli oneri derivanti degli incentivi alle fonti rinnovabili, principalmente la componente A3 che costituisce la voce di spesa di gran lunga più rilevante tra quelle finanziate attraverso gli oneri generali di sistema ed è l’unica che ha subito, negli ultimi anni, una crescita esponenziale per effetto degli incentivi ai produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili o da cogenerazione ad alto rendimento e di altri meccanismi di supporto per tali fonti.
Non solo regolazione ma anche scelta di politica energetica ed industriale
La valutazione rispetto alle tre ipotesi è evidentemente non esclusivamente tecnica ma risponde ad una logica di politica energetica. Infatti ciascuno di questi tre modelli comporta un aggravio o un alleggerimento della spesa per l’energia elettrica di varie fasce di utenza (dall’altissima alla bassa tensione), alcune di queste più sensibili di altre rispetto a scelte di investimento per lo sviluppo delle fonti rinnovabili o per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali.
Ad esempio la prima ipotesi ridurrebbe l’onere complessivo allocato sui clienti connessi in media e alta/altissima tensione a scapito di quelli non domestici connessi in media e bassa tensione, rendendo investimenti sull’autoconsumo/autoproduzione non più così economicamente allettanti.