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Energia Elettrica, In Primo Piano, Regioni

“Ovviamente ci opporremo”. I BESS ci servono ma hanno già il loro nimby

Posted: 1 Ottobre 2024 alle 9:54   /   by   /   comments (0)

di Mattia Fadda

Sulla stampa locale si iniziano a vedere le opposizioni locali agli impianti di stoccaggio tramite batterie elettrochimiche (BESS, Battery Energy Storage System) di taglia industriale. In provincia di Pisa, a Fauglia nello specifico, ad esempio esiste già un comitato che si oppone ai quattro progetti presentati presso la Dg ministeriale competente. Se in quell’angolo di Toscana la conformazione della rete e la stima della domanda rendono particolarmente attraente il territorio per questi progetti, in altri luoghi di Italia, complice la necessità del sistema elettrico, presto si moltiplicheranno inesorabilmente analoghe proposte industriali.

Ma se le comunità locali hanno tutto il diritto di non conoscere le necessità del sistema e della rete elettrica la politica dovrebbe tentare di incoraggiare l’innovazione e contemperare le esigenze. Per i comitati questi sono “Maxi-impianti” a cui ovviamente bisogna opporsi. L’ossessione per la grandezza è una costante nelle rappresentazioni giornalistiche delle rinnovabili. D’altronde anche gli impianti per produrre biogas sono sempre “giganti” per chi si oppone, e anche la stampa locale non riesce a contraddire i suoi (ultimi) lettori. Perciò, alcuni ettari di terreno che ospitano piattaforme e container alti pochi metri – adiacenti a stazioni primarie di Terna ma rispettosi dei vincoli urbanistici – sono ormai diventati “mostri”.

Queste batterie industriali servono ai proponenti dei progetti per procacciare i ricavi aggiuntivi dei servizi ancillari del mercato elettrico ma soprattutto servono al sistema per immagazzinare l’elettricità prodotta in modo intermittente proveniente da impianti eolici e fotovoltaici e renderla disponibile nei momenti di necessità. La crescita dalla produzione elettrica rinnovabile moltiplicherà questa esigenza e di conseguenza anche il numero di queste proposte progettuali. Per fortuna questi impianti generalmente non sono affatto giganti e certamente non sono mostri.

Un report di Solar Power Europe di giugno 2024 rivela che al 2023 l’Europa ha installato 17,2 GWh di nuovi sistemi di accumulo di energia a batteria: un aumento del 94% rispetto al 2022. La flotta BESS operativa in Europa ha raggiunto circa 36 GWh. La Germania ha mantenuto la sua posizione di leadership sul mercato, con 5,9 GWh di energia elettrica distribuiti nel 23 e un incremento significativo del 152%.  l’Italia è seconda con un record di 3,7 GWh (+86%), seguita dal Regno Unito con 2,7 GWh (+91%). Secondo Solar Power Europe la capacità complessiva installata di BESS in Europa nei prossimi anni aumenterà di oltre sette volte, raggiungendo 260 GWh di accumulo di batterie entro il 2028.

Intanto, il 9 maggio 2024 il MASE ha pubblicato il Rapporto annuale sui progetti di accumulo elettrochimico in Italia. Dal report emerge che i progetti autorizzati da aprile 2023 ad aprile 2024 sono stati 10 per 956,9 MW (ma solo 1 progetto autorizzato è entrato in funzione) e sono situati in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Toscana. E’ stato poi concluso l’iter amministrativo con autorizzazione in rilascio per altri 7 progetti mentre i procedimenti amministrativi da avviare sono 65 per circa 6.900 MW.

Il PNIEC redatto dal Governo – anche nel suo più recente aggiornamento trasmesso il 1 luglio 24 alla Commissione – prevede che occorrerà favorire lo sviluppo di nuova capacità di stoccaggio elettrico per garantire l’integrazione delle rinnovabili nel mercato elettrico, gestire in modo efficiente il fenomeno dell’overgeneration e rispondere alle esigenze di flessibilità del sistema.

I territori non sono affatto pronti a questa sfida mentre – per una volta, pienamente – Commissione Ue, Governo, ARERA, GSE e TERNA pare lo siano. Gli operatori possono invece lavorare sui territori per meglio presentare la propria iniziativa industriale e incoraggiare l’accettabilità di questi impianti presso le comunità locali che dovranno necessariamente conviverci.

Fonte immagine: change.org