Energia Elettrica, In Primo Piano, Post in evidenza, Rinnovabili, Unione Europea
Riforma del mercato elettrico UE: le discussioni in Europarlamento
di Giuditta Brambilla
La Commissione ITRE del Parlamento Europeo è pronta per dare il via alle negoziazioni interne sulla riforma del mercato elettrico europeo. Durante la riunione della scorsa settimana (23 maggio), il relatore del provvedimento, l’eurodeputato Nicolás González Casares (S&D, Spagna) ha presentato la propria relazione agli altri colleghi di Commissione e ai relatori ombra che, a loro volta, hanno condiviso quella che sarà la loro posizione di partenza per le negoziazioni.
Casares si è detto soddisfatto della proposta della Commissione UE, un punto di partenza discreto, ma sicuramente migliorabile. Entrando nel merito degli emendamenti da lui proposti, l’eurodeputato ha sottolineato, tra le altre, la necessità di utilizzare i proventi dei contratti per differenze (CFD) per finanziare misure a supporto dei consumatori vulnerabili, a partire da quelle per efficientare i consumi, e quella di facilitare l’accesso al mercato dei PPA anche per gli operatori di mercato più piccoli. Casares ha infatti sottolineato come questo mercato sia oggi limitato alle grandi compagnie ed alle società energetiche verticalmente integrate. Oltre a facilitare l’ingresso di operatori minori nel mercato PPA, il relatore propone inoltre di: ridurre i costi di transazione tramite una standardizzazione dei PPA per uso volontario, aumentare la trasparenza attraverso la creazione di un database europeo che possa facilitare la raccolta di dati sul mercato PPA e, infine, creare una piattaforma per la compravendita di PPA.
Tra i punti più rilevanti – e indubbiamente più discussi – della relazione dell’eurodeputato spagnolo rientra anche la proposta di incorporare il tetto temporaneo ai ricavi delle tecnologie inframarginali superiori a 1 MW (price cap) nel design del mercato elettrico europeo, rendendolo di fatto un elemento strutturale del mercato. Secondo Casares, in una situazione di emergenza dovuta ad un eccessivo innalzamento dei prezzi dell’energia, questo permetterebbe a tutti i Paesi Membri di garantirsi risorse per finanziare le misure necessarie per rispondere alla crisi. Il tetto agli extraprofitti, specifica Casares, si applicherebbe a tutte le tecnologie inframarginali, non solo a quelle rinnovabili.
Concluso l’intervento di Casares, la prima relatrice ombra ad intervenire è stata l’On. Maria de Graça Carvalho (PPE, Portogallo), fortemente contraria all’incorporazione del price cap nel design del mercato elettrico. Secondo la portoghese, questa misura non è solo inefficace, ma rischia di essere dannosa per la coesione del mercato elettrico europeo. Più positivo invece l’approccio dell’eurodeputata nei confronti di altri punti della relazione di Casares, ovvero la necessità di fornire incentivi per raggiungere presto una maggiore integrazione delle reti elettriche europee – “siamo ancora lontani dall’obiettivo di interconnessione elettrica minima del 15% entro il 2030”, ha ricordato Carvalho – e quella di facilitare l’autoconsumo e la condivisione di energia rinnovabile, permettendo ai consumatori di partecipare attivamente al mercato e contribuire all’accelerazione della transizione energetica.
Più breve e coinciso invece l’intervento dell’eurodeputato Morten Helveg Petersen (RE, Danimarca), che ha tenuto a sottolineare l’importanza di prendere molto sul serio le negoziazioni dei prossimi mesi perché, ha detto, “il diavolo sarà nei dettagli”. Anche lui come la Carvalho si è detto contrario all’introduzione di una misura di price cap strutturale e, riguardo all’originaria proposta della Commissione, ha detto di riservare qualche dubbio anche sulle disposizioni in materia di prodotti di “peak shaving”.
L’attenzione è poi tornata sui PPA. L’On. Michael Bloss (Verdi, Germania) ha detto di guardare positivamente alla possibilità di creare una piattaforma europea che possa facilitare il trading di PPA. Il relatore ombra dei Verdi ha poi sottolineando l’importanza di mettere a punto un quadro regolatorio che faciliti la partecipazione attiva di famiglie, piccole e medie imprese ed enti pubblici alla condivisione dell’energia in qualità di clienti attivi. Infine, per quanto concerne il dibattuto price cap, Bloss si è astenuto dal dirsi favorevole o contrario, ma ha rimarcato la necessità di garantire, qualora la misura fosse introdotta, la sua uguale applicazione a tutti le tecnologie di generazione elettrica.
Espressamente favorevole al tetto ai ricavi degli inframarginali si è invece dichiarato l’On. Zdzisław Krasnodębski (ECR, Polonia) anche se, a parer suo, la scelta di dichiarare una situazione di emergenza spetterebbe al Consiglio e non, invece, alla Commissione UE. Anch’egli riconoscente dell’importanza dei PPA – che non dovrebbero essere limitati alle tecnologie rinnovabili – Krasnodębski è invece più critico nei confronti dei CFD perché, ha detto, “non dobbiamo dimenticarci che si tratta di misure di aiuti di stato, ovvero di una forma di intervento statale, che non dovrebbe essere elemento centrale del mercato interno”. Il deputato è in disaccordo anche con la proposta di Casares di introdurre target nazionali per il demand-response e lo stoccaggio, mentre apprezza il riconoscimento da parte del relatore spagnolo del ruolo fondamentale svolto dal capacity mechanism e la proposta di renderlo un elemento strutturale del mercato elettrico UE.
Concorde su questo punto anche l’On. Paolo Borchia (ID, Italia), che è invece più critico riguardo alla proposta di spostamento dell’orario di chiusura del mercato infragiornaliero interzonale a massimo 30 minuti prima del tempo reale e alla proposta di istituzione di hub regionali virtuali per il mercato a termine. Secondo l’On. Borchia, nessuna delle due misure dovrebbe essere introdotta senza un previo impact assesment.
L’ultima relatrice ombra ad intervenire è stata l’eurodeputata Marina Mesure (GUE/NGL, Francia), favorevole al price cap; alla modificazione dei criteri necessari per la dichiarazione di una situazione di emergenza e all’introduzione di obiettivi di capacità di stoccaggio. Anche i CFD sono visti positivamente dalla Mesure e dovrebbero anzi diventare uno strumento obbligatorio. L’eurodeputata è invece reticente riguardo all’idea di favorire un più ampio ricorso ai PPA, perché favoriscono alcuni soggetti privati a discapito di altri. Tanti dunque i punti sul tavolo per quella che si prospetta una fase di negoziazione intensa. I relatori – ed i loro colleghi – dovranno fare del loro meglio per raggiungere un accordo entro il 19 luglio, data del voto in Commissione. L’adozione, da parte della plenaria del Parlamento, della posizione da tenere nella fase dei negoziati di trilogo con il Consiglio e la Commissione europea è invece prevista per settembre.