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“Fit for 55”: dal Parlamento Europeo il primo via libera definitivo ad alcuni testi chiave
di Giuditta Brambilla
Durante la sessione plenaria del 18 aprile, il Parlamento Europeo (PE) ha dato via libera ad alcuni dei testi chiave del pacchetto “Fit for 55” inerenti alla modifica del sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione (EU ETS) e l’istituzione del Fondo Sociale per il Clima e del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell’UE (Carbon Border Adjustment Mechanism, CBAM).
La revisione della Direttiva sull’EU ETS, approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni, prevede l’allargamento del sistema EU ETS ai settori del trasporto su strada e del riscaldamento a partire dal 2027, con possibilità di posticipo al 2028 qualora, nel 2027, i prezzi dell’energia dovessero essere ancora eccezionalmente alti a causa della crisi energetica in atto. Inoltre, viene innalzato l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 dei settori coperti, che dovranno essere ridotte del 62% entro il 2030, rispetto al 2005. Da ultimo, si prevede una graduale eliminazioni delle cosiddette free allowances, ovvero le assegnazioni gratuite dei permessi di emissioni oggi destinate ai settori più a rischio di carbon leakage, a partire dal 2026 fino alla totale eliminazione prevista per il 2034.
Sempre in tema EU ETS, il Parlamento ha anche approvato il Regolamento che allarga il sistema di quote di emissioni al trasporto marittimo e alle emissioni di sostanze inquinanti altre dall’anidride carbonica (500 voti favorevoli, 131 contrari e 11 astensioni) e quello che prevede, a partire dal 2026, la graduale eliminazione delle free allowances destinate al settore aereo (463 voti favorevoli, 117 contrari e 64 astensioni).
Via libera con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astenuti anche al Regolamento che istituisce il CBAM, la carbon tax europea, che prevede che gli importatori dell’UE acquistino certificati di emissione corrispondenti al prezzo della CO2 che sarebbe stato pagato se le merci fossero state prodotte secondo le regole ETS. Il meccanismo sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034, in parallelo all’eliminazione delle free allowances, si applicherà ai settori energivori e alla produzione di elettricità e idrogeno e coprirà tanto le emissioni dirette quanto quelle indirette, con alcune eccezioni.
Approvato infine il Regolamento sul Fondo Sociale per il Clima per aiutare cittadini vulnerabili, microimprese ed utenti dei trasporti a far fronte agli aumenti dei prezzi energetici attesi come conseguenza dell’inclusione dei settori del riscaldamento e del trasporto nel sistema EU ETS (521 voti favorevoli, 75 contrari e 43 astensioni). Il Fondo sarà istituito per il periodo 2026-2032, avrà una capacità stimata di 86,7 miliardi di euro e sarà co-finanziato sia dai proventi delle aste di quote ETS, che da risorse nazionali (per una quota pari al 25% del Fondo).
Molto soddisfatta la Presidente del PE Roberta Metsola (PPE): “Possiamo essere tutti orgogliosi. Il voto di oggi è storico. Possiamo dire che l’Europa è alla guida della rivoluzione verde e che saremo il primo continente al mondo a raggiungere la neutralità climatica. Oggi possiamo dire che manteniamo le nostre promesse”, ha detto durante la conferenza stampa tenutasi a valle della sessione plenaria.
Nel corso della stessa sono intervenuti anche i relatori dei diversi dossier. “Il risultato odierno è positivo per il clima, per l’occupazione – specialmente nei settori energivori – e per le persone. Stiamo mantenendo le nostre promesse e lo facciamo nel modo economicamente più vantaggioso” sono state le parole di Peter Liese (PPE), Relatore della revisione della Direttive EU ETS.
Mohammed Chahim (S&D), Relatore del Regolamento CBAM, ha aggiunto: “il risultato votato dà un segnale forte al resto del mondo: se volete vendere i vostri prodotti in Unione Europea, siete i benvenuti. Ma se non condividete le nostre ambizioni in termini di decarbonizzazione, allora dovrete pagare una tassa al confine”.
I co-Relatori del Regolamento sul Fondo Sociale per il Clima Esther de Lange (PPE) e David Casa (PPE) si sono detti soddisfatti del risultato raggiunto e, in particolare, dell’introduzione di obblighi e garanzie per assicurare che le risorse del Fondo siano effettivamente utilizzate dagli Stati Membri per aiutare i cittadini più vulnerabili e per finanziare progetti climatici. “Se utilizzato correttamente, [il Fondo Sociale per il Clima] può attutire completamente l’impatto dell’allargamento dell’EU ETS sui cittadini più vulnerabili”, ha detto la De Lange. Casa ha aggiunto: “l’accordo raggiunto è un buon punto di incontro. Abbiamo un Fondo che è molto ben equipaggiato per svolgere le proprie funzioni e che può avere un impatto positivo e concreto”.