Dalle Istituzioni, Governo, In Primo Piano
PNRR, nella nuova governance più poteri a Palazzo Chigi
di Isabella Alfano
Il 16 febbraio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge “Misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune”. Come specificato nel comunicato stampa di Palazzo Chigi e in base alle bozze sinora circolate (in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale) il provvedimento interviene tra le altre cose rivedendo la governance del PNRR.
In particolare, l’obiettivo del Governo Meloni è rafforzare il sistema di coordinamento, gestione, attuazione e monitoraggio del PNRR con un accentramento di funzioni presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che, in base al decreto-legge, assumerà il pieno coordinamento strategico e il compito di gestire l’interlocuzione con le istituzioni comunitarie sotto l’indirizzo del Ministro per il PNRR Raffaele Fitto.
In questa direzione, la nuova Struttura di missione PNRR prevede che la Segreteria tecnica istituita dal Governo Draghi venga assorbita dalla Presidenza del Consiglio per svolgere le funzioni di monitoraggio e controllo attualmente portate avanti dal Servizio centrale per il PNRR del Ministero delle Finanze (in capo al quale, come sì dirà, restano ferme tutte le attività di tipo finanziario, contabile e di rendicontazione). Sempre per quanto riguarda la sfera di competenza di Palazzo Chigi, il decreto-legge rafforza i poteri sostitutivi del Presidente del Consiglio in caso di inerzia o ritardo degli uffici preposti, così da assicurare l’effettivo conseguimento degli investimenti. Per quanto di competenza del Ministero delle Finanze, il dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti, sarà responsabile del coordinamento operativo riguardante l’attuazione e la gestione finanziaria del PNRR e di conseguenza trasmetterà alla Commissione europea le richieste di pagamento. Sono inoltre previste misure di semplificazione delle procedure di gestione finanziaria, visto che il provvedimento dispone la possibilità di anticipazioni in favore dei soggetti attuatori, rafforzando il sistema di monitoraggio dello stesso MEF (cosiddetto sistema ReGiS).
Un importante elemento di novità riguarda poi le Unità di missione per il PNRR già istituite presso le amministrazioni centrali titolari degli interventi previsti dal PNRR: tali strutture avranno infatti la possibilità di riorganizzarsi, comunque nei limiti delle risorse già assegnate, e potranno anche essere internalizzate e poste in Direzioni Generali già esistenti.
Al fine di semplificare i meccanismi di superamento del dissenso, il decreto-legge attribuisce al Ministero di Raffaele Fitto il potere di impulso per rimettere la decisione al Consiglio dei Ministri, oltreché alla già citata Struttura di missione PNRR.
Infine, il Governo ha deciso di anticipare al 2023 la possibilità di stabilizzare il personale delle Unità di missione PNRR con almeno quindici mesi di servizio, così da assicurare la continuità operativa e valorizzarne le competenze. I prossimi passi saranno la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del provvedimento ed il giudizio della Commissione europea, che il 20 febbraio scorso ha ricevuto lo schema di decreto-legge e ha fatto sapere che sono in corso le relative valutazioni di concerto con le autorità italiane, anche tenuto conto della richiesta di pagamento della terza tranche avanzata dal nostro Paese alla fine di dicembre.