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Il punto politico di maggio: nuovi temi nell’agenda dell’Esecutivo
di Carlo De Nicola
Con l’invio del PNRR alla Commissione Europea e l’avvio – sia pure tra le polemiche – di un nuovo ciclo di riaperture, dovuto anche allo stato avanzato della campagna vaccinale, si apre una muova fase per il Governo Draghi. I fondi europei di Next Generation EU e la gestione dell’emergenza pandemica sono stati infatti i due grandi temi a sostegno della necessità di un Esecutivo di larghe intese. Nei prossimi mesi, pertanto, Governo e forze politiche si concentreranno su altri aspetti, principalmente legati alla necessità di introdurre riforme strutturali in diversi aspetti della vita economica e sociale del Paese, come ad esempio la riforma della Giustizia e l’aggiornamento del Pniec promosso dal Ministro Cingolani.
Questo cambio di paradigma si trova alla base della rinnovata dialettica tra le forze di maggioranza e di opposizione: adesso è il momento di tornare a costruire il consenso per le prossime Politiche, cercando di ottenere la massima visibilità in un contesto senza dubbio complesso.
Nel centrosinistra il progetto di coalizione permanente giallo-rossa sembra avanzare in modo più faticoso del previsto: dopo mesi di trattative, l’unica certezza è che alle Amministrative di Roma PD e M5s non correranno insieme. I dem, infatti, candideranno l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, mentre tra i pentastellati si è imposta la linea della continuità e quindi la candidatura di Virginia Raggi. Un notevole «colpo di scena», considerato che Gualtieri è stato tra le figure chiave del Governo Conte-bis e, quindi, del matrimonio giallo-rosso, mentre la Raggi è stata a lungo sostenuta dalla fronda interna di dissidenti M5s. Ma anche un motivo di imbarazzo per i quadri regionali dei due partiti, che si trovano a collaborare nella Giunta ma a competere nel capoluogo.
All’interno della compagine pentastellata, poi, l’avvento dell’era contiana ricorda ad oggi la Pentesilea di Calvino: la leadership dell’ex premier è data per imminente ormai da mesi, e tuttavia non è ancora arrivata. Certo, le premesse ci sono tutte. Oltre alle molte rilevazioni che evidenziano un netto aumento di consenso per i pentastellati nel caso in cui Conte assumesse la guida del partito, un sondaggio di EMG Different commissionato da Public Affairs Advisors evidenzia come gli elettori M5s siano senz’altro pronti ad accettare un cambio di leadership: ben il 61%, infatti, concorda sull’opportunità di un «passo indietro» di Beppe Grillo a favore dei parlamentari o di un’altra guida, mentre solo il 21% continua a preferire un ruolo apicale per il comico genovese.
Qualcosa si muove, invece, nella parte destra dell’Emiciclo. I rapporti di forza tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono mutati in modo significativo, e in particolare il partito di Giorgia Meloni, premiato dai sondaggi, potrebbe presto rivendicare per sé la guida della coalizione. Nonostante una complessiva ridefinizione della linea politica del Carroccio, attualmente orientato più verso un’identità moderata che non sovranista, è inevitabile che prima o poi i partiti entrino in competizione diretta: potrebbe essere questo il motivo per cui, a soli 5 mesi dalle Amministrative, il centrodestra non ha ancora individuato un candidato per la Capitale. La situazione rimane in lenta, ma costante, evoluzione.