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Teleriscaldamento efficiente: i numeri e il potenziale (enorme) dell’Italia
di Redazione
Un importante studio promosso da AIRU – Associazione Italiana Riscaldamento Urbano in collaborazione con Utilitalia,e realizzato dai Politecnici di Milano e Torino, evidenzia che in Italia il teleriscaldamento efficiente potrebbe tecnicamente soddisfare il 35% della domanda di calore dei settori civile, residenziale e terziario: stiamo parlando di 114 Terawattora (TWh) a fronte di un fabbisogno complessivo di 329 TWh.
Lo studio, reso pubblico in questi giorni, si intitola Valutazione del potenziale di diffusione del teleriscaldamento efficiente sul territorio nazionale. Focus su sistemi di nuova generazione con fonti di calore di scarto e rinnovabile, ed è scaricabile gratuitamente sul sito web di AIRU
In particolare, dall’analisi dei Politecnici emerge che «in un’ottica di minimizzazione del costo complessivo del sistema, depurata di qualunque sistema incentivante», il potenziale di diffusione del teleriscaldamento in confronto alle soluzioni individuali tradizionali risulta essere pari a 38 TWh, ossia il 12% del fabbisogno totale: in altri termini, il settore può già ora accrescere di quattro volte la dimensione attuale. E anche i risultati sul piano della riduzione delle emissioni sarebbero notevoli: nello scenario di minimo costo si otterrebbe, infatti, una riduzione del 10% delle emissioni di CO2 (in cifre assolute pari a – 5,7 milioni di tonnellate annue), con una diminuzione della concentrazione di inquinanti nelle aree urbane pari al traffico annuale di un milione di automobili. Lo studio offre interessanti prospettive sul ruolo fondamentale che il teleriscaldamento efficiente – come definito dal decreto legislativo di attuazione della direttiva comunitaria sull’efficienza energetica – potrebbe svolgere nella trasformazione in senso sostenibile del riscaldamento urbano. Come noto, il teleriscaldamento consente infatti di recuperare (e riutilizzare) il calore di scarto, altrimenti disperso nell’ambiente, ottenuto da una grande varietà di processi produttivi, dalle fonti rinnovabili e dalla cogenerazione, ed è una delle più efficaci soluzioni strutturali per migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nei centri urbani ad elevata densità abitativa.