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COVID, MES, PNRR: il dicembre dei dossier caldi
di Redazione
Un dicembre con temperature agostane, almeno politicamente: nelle ultime tre settimane il proscenio della dialettica tra partiti è stato infatti occupato stabilmente da tre temi di grande importanza, sia dal punto di vista della politica economica che da quello della risonanza sull’opinione pubblica.
Anzitutto, il tema COVID-19. A due settimane dal DPCM dello scorso 3 dicembre, che apriva agli spostamenti tra Regioni finalizzati al ricongiungimento familiare vietandoli però dal 21 dicembre al 6 gennaio, il Governo ha deciso di virare verso linee più rigoriste, aumentando le restrizioni nei giorni prefestivi e istituendo veri e propri “mini lock-down” in corrispondenza delle principali Festività. Obbiettivo, scongiurare il verificarsi di assembramenti finalizzati allo “shopping natalizio” ed evitare che le tradizionali cene in famiglia diventino focolai del nuovo Coronavirus, causando una recrudescenza nelle settimane immediatamente successive alla fine del periodo festivo. Una scelta che non ha mancato di sollevare polemiche tra istituzioni nazionali e Regioni: i Governatori, infatti, si dividono tra sostenitori delle ulteriori restrizioni e fautori di misure più soft, a seconda delle proporzioni dei contagi all’interno dei propri territori.
In secondo luogo, il voto sul MES. Mercoledì 9 dicembre il Senato ha approvato la riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità: un esito per nulla scontato, poiché il dossier aveva in più di un’occasione causato intense polemiche all’interno della maggioranza essendo tradizionalmente osteggiato da gran parte del MoVimento 5 Stelle. Per questo motivo, alcuni osservatori hanno visto il voto dei pentastellati come prodromo di un’ulteriore spaccatura tra le due correnti interne al partito, quella dei “governisti”, fautori dell’accordo tra le forze politiche di maggioranza che hanno reso possibile l’esito positivo del voto, e quella degli “ortodossi”, che rimangono contrari ai principi di funzionamento del dispositivo.
Infine, il dossier PNRR. Nelle scorse settimane è stata diffusa la bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il documento propedeutico all’utilizzo dei fondi del programma Next Generation EU. Ad accendere la dialettica in maggioranza è stata Italia Viva: gli esponenti del partito hanno infatti fatto sapere di aver ricevuto la bozza di Piano immediatamente prima del Consiglio dei Ministri, ed inoltre di non condividere l’ipotesi di governance che prevedrebbe l’istituzione di una task force di tecnici. Per cercare di ripristinare gli equilibri interni, il premier Conte ha iniziato un ciclo di incontri con le delegazioni dei partiti di maggioranza: non è ancora chiaro, però, quale sarà la modalità scelta per gestire lo strumento europeo.