Efficienza energetica, In Primo Piano, Parlamento, Post in evidenza, Rinnovabili, Unione Europea
Recovery Plan: le richieste del Parlamento
di Carlo De Nicola
Martedì 13 ottobre le Aule di Camera e del Senato hanno licenziato le relazioni delle rispettive Commissioni Bilancio alle Linee Guida del Governo per la definizione del PNRR, queste ultime pubblicate già a metà settembre. Si tratta di un passaggio di consultazione propedeutico alla redazione, da parte del Governo, dello Schema di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, contenente una previsione dei progetti da finanziare con i fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea nell’ambito di Next Generation EU e la roadmap di riforme ad essi connesse. Lo Schema dovrà essere inviato informalmente alla Commissione a stretto giro, per poi procedere, entro aprile 2021, alla stesura definitiva del piano.
Tra i vari ambiti di intervento, il tema dell’energia e, in particolare, della transizione verde, avrà una rilevanza particolare. Le Linee Guida di settembre erano articolate su sei missioni, la seconda delle quali era proprio Rivoluzione verde e transizione ecologica e conteneva dichiarazioni generali di intenti sul raggiungimento dei target al 2050, sulla diffusione delle fonti rinnovabili e degli interventi di efficientamento energetico e sull’incentivo alla mobilità sostenibile.
Spunti più dettagliati si leggono, invece, sulle relazioni delle Camere. In materia di efficienza energetica, tanto la relazione del Senato quanto quella della Camera incoraggiano la proroga del Superbonus – la prima auspicando una sua “revisione” e stabilizzazione anche in parallelo con l’Ecobonus, la seconda, più nel dettaglio, proponendone la proroga per il periodo 2022-2024 – e la sua estensione alle strutture commerciali e turistiche. Presente, nel documento della Camera, anche l’invito a riordinare la normativa sui Certificati Bianchi.
Sul tema delle energie rinnovabili, la relazione del Senato indica una serie di tecnologie innovative da sostenere con i fondi europei: in primis l’idrogeno – soprattutto nella sua variante “verde” – con l’obbiettivo di sostituire progressivamente il consumo di gas naturale, ma anche il moto ondoso e la fotosintesi delle microalghe. La relazione della Camera, invece, si focalizza sul sostegno alla penetrazione delle fonti solare ed eolica, incoraggiando la rigenerazione tecnologica degli impianti esistenti, alle fonti rinnovabili di bioenergie (ad esempio, biomasse e biometano) e alla diffusione dei sistemi di accumulo (da quelli più maturi come l’idroelettrico a quelli più innovativi come l’idrogeno, le batterie o i sistemi ad aria compressa). Altri progetti, come lo sviluppo di una strategia per la diffusione a livello nazionale dell’idrogeno verde, sono inclusi in una categoria a parte, “grandi progetti Paese per la transizione”. Entrambe le relazioni, infine, non mancano di sottolineare l’importanza di un’attività di semplificazione generale delle procedure, finalizzato a rendere più immediata l’implementazione delle politiche proposte. Un tema particolarmente importante, se si considera che la rapidità di realizzazione e la misurabilità dei risultati sono criteri essenziali di valutazione da parte della Commissione Europea: in altre parole, iter burocratici troppo lunghi limiterebbero di molto l’efficacia delle riforme.