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Convegno PPA Committee – Cosa ha detto il Sottosegretario Crippa a proposito dei Renewable PPA
Negli scorsi mesi 55 grandi imprese produttrici, associazioni di categoria, traders, fondi, banche, e consorzi di acquisto di energia hanno lavorato insieme con l’obiettivo di approfondire le condizioni tecnologiche, di mercato e regolatorie alla base dello sviluppo dei contratti di lungo termine (Power Purchase Agreement) di energia elettrica anche in Italia. Giovedì 18 luglio è stata quindi l’occasione per presentare pubblicamente la relazione 2019 di PPA Committee intitolata “La Via Italiana al Renewable PPA”.
PPA Committee è un progetto promosso da Public Affairs Advisors, società di consulenza nelle relazioni istituzionali, e Ref-E, società di consulenza specializzata nei mercati energetici, in collaborazione con lo studio legale internazionale Herbert Smith Freehills.
Se nei paesi come la Gran Bretagna, la Spagna, i Paesi del nord Europa e gli Stati Uniti i PPA sono ormai uno strumento contrattuale consueto, il nostro Paese è ancora in ritardo. Perché? Le barriere non vengono identificate tanto nei fondamentali economici quanto piuttosto nell’attuale momento di trasformazione del sistema elettrico, nella annunciata definizione delle regole dei mercati di dispacciamento, nella necessità di sviluppo della rete. Manca soprattutto l’offerta di impianti rinnovabili causata da un sistema di autorizzazioni degli impianti lento e complesso.
Il tema delle autorizzazioni è stato quindi al centro del Convegno finale PPA Committee 2019, tenutosi a Roma lo scorso 18 luglio (qui le foto e i protagonisti del convegno). Su questo punto, e più in generale sul ruolo della politica è intervenuto il Sottosegretario Davide Crippa sottolineando la volontà di inserire nel prossimo ‘ddl Energia’ delle misure per accelerare il repowering/revamping. Ha inoltre aggiunto che a settembre si riunirà il tavolo tecnico richiesto dalle Regioni sul PNIEC, occasione per affrontare anche il tema della “legislazione variegata” in materia di autorizzazioni.
I tempi tra lo sviluppo contrattuale e la realizzazione di messa in esercizio degli impianti costituiscono quindi un grave ostacolo all’avvio dei PPA con nuovi impianti. Su questo e sul coinvolgimento delle comunità si può e si deve lavorare, anche a livello regionale, per semplificare e ridurre i tempi, con uno sforzo sia da parte pubblica, sia da parte privata.
Il Sottosegretario ha inoltre ribadito la volontà e la necessità di “rimuovere tutti gli ostacoli alla libera stipula di PPA, definire misure abilitative in modo da dare riferimenti di prezzi per i PPA sia ai produttori che ai consumatori e definire gli standard contrattuali non vincolanti, per PPA non solo da nuovi impianti, ma anche da esistenti e integrali ricostruzioni. Inoltre, è necessario che la politica dia sostegno a produttori ed acquirenti attraverso la garanzia di durata, di fornitura, di e prezzo e di volumi”.
In questo senso, il decreto FER 1 prevede che, entro 180 giorni dalla sua entrata in vigore, siano definite specifiche misure e procedure per favorire l’applicazione dei contratti di lungo termine per gli acquisti della Pubblica Amministrazione e l’avvio di una consultazione pubblica che predisponga una disciplina per realizzare una piattaforma di mercato per la negoziazione di lungo termine di energia da fonti rinnovabili.
Assicurata quindi una solida struttura di mercato, così come auspicato dallo stesso Sottosegretario, il Committee prospetta, in subordine, una serie di meccanismi di supporto ai PPA attraverso interventi del pubblico quali ad esempio: a) l’introduzione di un prezzo minimo di garanzia; b) l’introduzione di un last resort buyer in caso di default del compratore; c) l’incentivazione lato domanda (es. tax credit).
I PPA sono una parte fondamentale della risposta italiana alla transizione energetica, tuttavia la strada è ancora lunga.