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“SENTI MARIA…“ Il ruolo del collaboratore parlamentare e la sua influenza nel rapporto legislatore-lobbista in Italia
di Mattia Fadda
Gli addetti ai lavori sanno come la condizione di reciproca dipendenza fra stampa e politica nella capitale d’Italia abbia dato vita alla cosiddetta bolla romana, uno spazio sufficientemente ermetico e misterioso per il cittadino comune nel quale politica e media si alimentano e si legittimano vicendevolmente. La Lega Nord, quella delle origini, e il Movimento 5 Stelle nel 2013 hanno stigmatizzato agli occhi dei cittadini questa bolla. Anche il Renzi rottamatore non perdeva occasione per segnare il campo: di qua lui, che lavorava per il bene del Paese, di là “i professionisti della tartina”. Il tentativo di queste tre retoriche antipolitiche è stato quello di rappresentare la bolla romana come un palloncino colorato: inutile, pieno d’aria (fritta), che attira l’attenzione di tutti ma che una puntura di spillo potrà far saltare. È finita la festa, dicevano. Ma la bolla romana non è un palloncino e nessun imprenditore (anti)politico è riuscito fino ad oggi a farla esplodere. Oltre ai salotti, alle veline (almeno giornalistiche) e ai conciliaboli, nella bolla ci sono numerose competenze specialistiche. La bolla esiste e persiste perché rappresenta l’incubatore tecnico e politico della norma e della decisione. Nella bolla non ci sono solo cronisti, parlamentari e ministri ma anche dirigenti e funzionari, segretari, staffisti e professionisti di ogni genere.
Fra i protagonisti della bolla romana ci sono poi due figure importanti a cui abbiamo voluto dedicare un’attenzione particolare e questa newsletter speciale: il lobbista e il collaboratore parlamentare. Entrambi hanno immeritatamente una brutta reputazione. Il primo viene spesso accostato al faccendiere mentre il secondo al portaborse. Entrambi svolgono molte attività ma nessuno dei due, ve lo garantiamo, spiccia faccende o regge borse.
Maria – così abbiamo chiamato il nostro collaboratore parlamentare ideale – è importante tanto per il singolo parlamentare quanto per il sistema. Non è casuale che questa decisiva funzione emerga allorquando si osserva il sistema dalla prospettiva del lobbista. Per il portatore professionale d’interessi, infatti, l’assistente parlamentare è semplicemente imprescindibile. Lobbista e collaboratore parlamentare condividono il cono d’ombra proiettato dal parlamentare e lo stigma dei giornalisti meno attenti. Pensiamo però che in tempi in cui la politica sconta un forte deficit di rappresentatività e di fiducia, sarà utile portare alla luce ogni ingranaggio della macchina della democrazia rappresentativa. Lobbisti e collaboratori parlamentari sono senz’altro due ingranaggi essenziali di questa macchina. Il paper che qui potete scaricare contribuisce, crediamo, a questa opera di disvelamento delle due professioni.