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Metanizzazione Sardegna: regna l’incertezza sulle prospettive energetiche dell’Isola
di Gianmarco Maisto
Il dossier sulla metanizzazione della Sardegna è stato al centro del recente passaggio di consegne tra il Governatore uscente Francesco Pigliaru e il neo Presidente della Regione Christian Solinas, insediatosi a Villa Devoto in seguito alla vittoria del centrodestra alle elezioni del 24 febbraio scorso. Nonostante la protesta sul prezzo del latte abbia in qualche modo monopolizzato la campagna elettorale, la “questione energetica” dell’Isola ha fatto spesso capolino nel dibattito politico: la Sardegna è infatti l’unica Regione d’Italia a non avere il metano, un handicap che secondo Pigliaru e l’ex Assessore all’Industria Maria Grazia Piras genera un costo a carico dei cittadini sardi di almeno 400 milioni di euro all’anno, oltreché costituire un evidente disincentivo per le imprese e gli investimenti.
Proprio la Giunta Pigliaru aveva inserito l’arrivo del metano nell’Isola tra le priorità del programma di governo per il quinquennio 2014 – 2019, un impegno che si era concretizzato nel Patto per lo sviluppo della Regione Sardegna sottoscritto nel luglio 2016 con l’Esecutivo di Matteo Renzi che destinava al progetto di metanizzazione un finanziamento di 1 miliardo e 400 milioni di euro per garantire l’approvvigionamento e il trasporto in condizioni di sicurezza e a un prezzo analogo a tutte le altre regioni italiane. Pochi giorni dopo la Giunta approvava il Piano Energetico Ambientale Regionale Sardo 2015 – 2030 (PEARS) e nel novembre del 2017 la Strategia Energetica Nazionale messa a punto dall’allora Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda dedicava un apposito allegato proprio all’urgenza di portare il metano nell’Isola. Nel mentre, si procedeva con l’assegnazione delle risorse necessarie per la realizzazione dei depositi costieri e della dorsale e i due principali operatori del Paese nel trasporto del gas naturale, Snam e S.G.I., siglavano l’intesa per la costruzione del metanodotto.
Ma le elezioni politiche del marzo 2018 e l’insediamento del Governo Conte hanno complicato il quadro, sino a determinare lo stallo del progetto: a luglio il Ministro delle Infrastrutture in quota Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli ha dapprima definito “obsoleto” il piano di metanizzazione, successivamente ha aperto all’ipotesi di “un’attenta analisi costi-benefici”, salvo infine scandire il suo no al metano proprio durante la campagna elettorale per le regionali. Se il Movimento 5 stelle si professa da sempre pro rinnovabili (ma non senza qualche punta ideologica, come si è visto), la Lega di Matteo Salvini non ha invece fatto mistero di essere favorevole al metano, in linea peraltro con la posizione di Confindustria e dei sindacati che nelle scorse settimane hanno organizzato a Sassari un incontro sul futuro energetico della Sardegna per ribadire, come ha fatto Massimiliano Muretti della segreteria Cgil, che la realizzazione della dorsale consentirebbe di distribuire il metano evitando rischi di incidenti e abbattendo completamente le emissioni nell’aria.
Metano sì, metano no
“La metanizzazione della Sardegna è un tema centrale della politica energetica del Governo, essendo tale Regione l’unica completamente priva di accesso alla rete del gas naturale”: suonava così l’incipit dell’Allegato II della Strategia Energetica Nazionale dell’ex Ministro Calenda. A distanza di poco più di un anno, nel Piano nazionale Energia e Clima dell’attuale Governo trasmesso all’Ue nel gennaio scorso manca invece un pronunciamento netto – e chissà se nella fase di consultazione sul PNIEC vi sarà spazio per rivedere alcune posizioni. A certificare il ritardo dell’Isola sulla metanizzazione, sono state di recente le strutture dirigenziali degli assessorati all’Industria e all’Ambiente della Regione Sardegna che hanno curato la redazione del Primo rapporto di monitoraggio sullo stato di attuazione del PEARS: nello studio,si auspica “una riflessione generale” al fine di valutare che vi sia l’effettivo interesse a perseguire l’obiettivo della metanizzazione della Sardegna ed “eventualmente ad accelerare le azioni regionali rispetto alla realizzazione delle infrastrutture necessarie”. Un invito a fare chiarezza che non sembra caduto nel vuoto: infatti, nei giorni scorsi il neo Assessore regionale all’Industria Anita Pili ha mostrato una significativa apertura verso il metano – “strategico” e “vitale” per l’Isola, l’ha definito in un’intervista a La Nuova Sardegna – dicendosi chiaramente a favore della realizzazione della dorsale e dei depositi costieri e annunciando che d’intesa con il Governatore Solinas intende procedere alla verifica degli sviluppi del progetto, con l’obiettivo “di individuare i punti nevralgici per ridurre il più possibile i tempi di realizzazione della dorsale”.