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Certificati Bianchi, è sufficiente il decreto correttivo per stabilizzare i mercati?
L’11 luglio scorso, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) che introduce le modifiche alle linee guida sui Titoli di Efficienza Energetica pubblicate lo scorso anno. Il 2017 lo ricorderemo come l’anno nero per il principale schema dedicato al supporto dell’efficienza energetica: aumento dei prezzi del mercato e crisi dell’offerta, aggravata dal fenomeno delle truffe sui progetti standardizzati.
Un mercato senza interventi legislativi sarebbe stato insostenibile, per cui un’azione del MiSE si è ritenuta indispensabile. Il provvedimento intende, infatti, ripristinare il necessario equilibrio tra domanda e offerta sul mercato dei TEE, stabilizzando l’andamento degli scambi e fornendo un segnale di prezzo affidabile per rilanciare gli investimenti e calmierare gli impatti sulle tariffe elettriche e del gas.
In particolare, le misure intendono stimolare l’offerta (eliminazione dell’addizionalità per i progetti di sostituzione, nuovi interventi ammissibili, nuove schede standard) e dare respiro alla domanda (flessibilità maggiore per i distributori, possibilità di emissione di titoli “allo scoperto” per raggiungere gli obblighi minimi), oltre a introdurre un cap a 250 euro/titolo sul contributo tariffario per tenere sotto controllo ulteriori aumenti.
Le principali novità introdotte dal decreto correttivo le riassumiamo di seguito:
- Eliminata l’addizionalità per gli interventi di sostituzione, facendo coincidere il consumo di baseline con il consumo ex-ante, e aggiunte alcune tipologie di interventi ammissibili, in particolare per il settore industriale;
- In merito alle fonti rinnovabili termiche si specifica che sono ammissibili per la sola parte di incremento dell’efficienza energetica e di risparmio di energia non rinnovabile e vengono emanate le prime otto schede standard collegate alle linee guida 2017;
- Per quanto riguarda la cumulabilità, viene reintrodotto il super e iper ammortamento, e in generale ogni forma di detassazione del reddito di impresa per l’acquisto di macchinari e attrezzature, prevedendo una decurtazione di TEE del 50%;
- Si rimanda a dicembre 2019 l’eventuale modifica mediante decreto per quanto riguarda gli obblighi, e si riporta a due anni il periodo disponibile per recuperare gli obblighi residui, ossia quelli non soddisfatti in precedenza dai distributori sfruttando la flessibilità sul 40% del target. I distributori potranno inoltre usufruire della possibilità di richiedere al GSE di emettere titoli non corrispondenti a risparmi energetici;
- Confermato il limite a 250 euro/TEE per il contributo tariffario dal 1 giugno 2018, precisando che il contributo stesso verrà calcolato considerando gli scambi bilaterali, se inferiori a tale soglia;
- Richieste informazioni societarie dettagliate agli operatori del mercato GME, in ottica di contrasto truffe.
Si auspica che queste misure permettano il raggiungimento di un equilibrio di mercato nel breve periodo, ma sarà presto necessario intervenire nuovamente.
Molte le associazioni e le parti che hanno espresso perplessità in merito al provvedimento. Tra questi Assoesco che, tramite il presidente Roberto Olivieri, in occasione dell’assemblea annuale tenutasi al Soave (VR) lo scorso 16 luglio, e in presenza del presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, ha espresso il proprio scetticismo sul funzionamento del decreto “il cap previsto dal decreto rischia di depotenziare l’efficacia del meccanismo, di non tutelare i consumatori e di non far raggiungere gli obiettivi stabiliti”.