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La mobilità elettrica nel 2017, Italia all’11° posto in Europa. Nel gas è numero uno
Di Massimo Dapoto
Con solo 280 auto elettriche acquistate dai privati nel 2017, l’Italia regge il confronto con gli altri paesi europei? Passata l’euforia e la comunicazione trendy green dedicata alla Formula E che si è corsa sulle strade dell’EUR a Roma, tra passerelle di personaggi del mondo politico, imprenditoriale e dello star system, vediamo di capire meglio la reale situazione, numeri alla mano, della mobilità elettrica in Italia. Quante auto elettriche sono state vendute nel 2017? Abbiamo la forza di puntare sulla mobilità elettrica o dovremmo proseguire nella crescita della trazione a gas, dove siamo già leader in Europa? Quali sono i fattori che frenano l’avanzata della mobilità elettrica in Italia?
Sveliamo subito che la fonte autorevole dei dati da cui si parte per l’analisi è il rapporto ANFIA (Associazione nazionale della filiera automobilistica) dedicato al “Mercato auto ad alimentazione alternativa” nel 2017 in Europa. In seguito vedremo alcuni aspetti riguardanti le policies che si dovrebbero implementare per far crescere il mercato delle auto elettriche, al netto ovviamente delle passerelle politiche sugli spalti del gran premio dell’Eur.
In Europa, ambito EU/EFTA, circolano più di 264 milioni di auto, su una popolazione di 510 milioni di persone. Le auto nuove immatricolate nel 2017 sono state circa 15,6 milioni, di cui solo il 6,2% è ad alimentazione alternativa, poco meno di un milione di auto. Chiariamo che per alimentazione alternativa si intendono le auto puro elettrico, ibride plug-in, ibride tradizionali, GPL, metano, etanolo e biodiesel.
Norvegia, Italia e Svezia sono i paesi con il mercato ad alimentazione alternativa che pesa di più: in Norvegia, nel 2017 la quota di auto ad alimentazione alternativa oltrepassa la metà del mercato con il 52% di quota, in Italia è l’11,7% del mercato (era il 10,2% nel 2016), seguita da Svezia, con una quota di alternative pari all’11,6%, Finlandia con il 10,1%, Paesi Bassi con il 7,4% e Polonia con il 5,8%. I big markets europei Germania, Francia e UK sono i fanalini di coda con quote di auto ad alimentazione alternativa rispetto al proprio mercato rispettivamente del 3,4%, 5,1% e 4,7%.
Fin qui tutto bene per l’Italia, il nostro paese si colloca tra Norvegia e Svezia. Va ancora meglio se guardiamo la situazione dal punto di vista delle quote di mercato per paese sul totale delle vetture ecofriendly: qui l’Italia guida la classifica del 2017 con la quota del 24,1%. Vista così facciamo meglio di tutti e siamo i primi della classe.
Possiamo quindi essere soddisfatti? Si e no, direi. Capiamo perché e soprattutto capiamo su quale tipo di alimentazione si basa il nostro risultato.
Ogni mercato nazionale presenta grandi differenze tra tipi di alimentazione alternativa. Se per la Norvegia si tratta soprattutto di auto elettriche, per la Svezia di auto elettriche, ibride tradizionali ed etanolo, per la Finlandia di auto ibride tradizionali, per l’Olanda di auto ibride tradizionali ed elettriche, per la Polonia di auto ibride tradizionali e a gas, cosa caratterizza l’Italia?
I volumi del nostro mercato superano nettamente gli altri paesi grazie alle vendite di auto a gas, una peculiarità tutta italiana (difatti abbiamo il 78,7% delle auto a gas vendute in Europa). Come s’intuisce non proprio un combustile cool, green e futuristico come l’elettrico, anzi un combustibile sempre considerato cheap, fossile e tecnologicamente maturo (con tuttavia ottime prestazioni in termini di riduzione delle emissioni). La tabella qui sotto mostra il nostro primato.
Da primi della classe sul totale delle auto ad alimentazione alternativa (grazie al gas), dobbiamo però tornare a sederci all’ultimo banco se consideriamo le auto elettriche. L’Italia infatti scivola all’11° posto in Europa con solo 4.827 autovetture elettriche vendute nel 2017 (un impietoso 1,7% del mercato europeo). Il segmento delle auto a batteria scende poi a 1.967 nuove immatricolazioni (+43%) e quello delle auto ibride plug-in si ferma a 2.646 (+102%).
Il dato che più colpisce, vista la sua irrisorietà, è che delle già poche 1.967 auto a batteria solo 280 sono state acquistate da privati (le elettriche pure sono acquistate per lo più da aziende per le proprie flotte). Per fare un confronto, i privati hanno invece immatricolato circa 162mila auto a gas, in aumento dell’11%, nel 2017. Un dato che stride molto con la generalizzata professione di fede a favore della mobilità elettrica la quale poi non si concretizza nell’atto d’acquisto di una nuova auto.
Dando uno sguardo agli altri paesi emerge che il leader è la Norvegia, con più di 62mila auto elettrico puro immatricolate (+39%). La Germania raddoppia il suo mercato e conquista il secondo posto con 54mila immatricolazioni (+117%), superando il Regno Unito, a quota 47mila (+27%). Al quarto posto si piazza la Francia, con 36.800 immatricolazioni (+26%). E molto dopo, come detto, l’Italia segue all’11° posto, con 4.800 immatricolazioni (+71%). L’86% delle vendite di auto ECV è prerogativa di 7 Paesi: Norvegia, Germania, UK, Francia, Svezia, Belgio e Olanda.
C’è ancora molto da fare per sviluppare il mercato della mobilità elettrica in Italia. Evidentemente gli automobilisti ancora non ci credono, a dispetto della comunicazione che imperversa sul tema della mobilità elettrica. Le auto ibride tradizionali in Italia fanno meglio (63.398 auto vendute nel 2017), ma l’elettrico puro stenta a decollare.
Quali policies pubbliche si dovrebbero implementare per sostenere la mobilità elettrica?
Dal benchmark delle azioni intraprese negli altri paesi si può dire che le vendite per ora si determinano solo in presenza di un contributo economico all’acquisto del veicolo o una forte esenzione fiscale. In particolare i driver di maggior interesse per l’acquisto di un’auto elettrica sono:
- sussidi statali e vantaggi fiscali come l’esenzione dalla tassa di acquisto, IVA, costi di pedaggio stradale, imposta di registro e tassa annuale di circolazione.
- benefici derivanti dal poter circolare con un’auto elettrica nelle corsie preferenziali destinate agli autobus;
- permessi di parcheggio nelle aree centrali delle città;
- salvaguardia dell’ambiente.
Oltre ai fattori economici incentivanti l’acquisto, consideriamo alcuni freni come:
- la scarsa diffusione dei punti di ricarica in Italia;
- la minor percentuale di popolazione urbana rispetto agli altri paesi europei (chi vive nei centri rurali è meno propenso all’uso dell’auto elettrica per la minore autonomia);
- le minori alternative di trasporto pubblico.
Purtroppo al momento in Italia non è previsto alcun incentivo statale per chi acquista auto elettriche, ibride. Le risorse del decreto Sviluppo sono terminate prima del 2015. I soli incentivi riguardano i proprietari di auto Euro3 ed Euro4 che intendono trasformare le auto a benzina o a diesel in vetture a gpl o metano.
Se non si interviene su questi fattori, non ci resta che aspettare il prossimo anno per elettrizzarci con i bolidi che sfrecciano sul circuito dell’EUR.
Il Rapporto completo, per chi volesse approfondire ulteriormente la materia, è disponibile qui.